Nonostante gli sforzi fatti negli ultimi anni nel campo della formazione, le imprese comasche continuano a essere ostacolate dalla difficoltà di reperimento di personale con un livello di formazione adeguato alle proprie esigenze: a confermarlo ancora una volta è stato l’Osservatorio del Mercato del Lavoro della Provincia di Como. L’indagine ha messo in evidenza un crescente mismatch tra domanda e offerta di lavoro, che si manifesta sia in termini quantitativi che qualitativi.
Più nel dettaglio, durante il 2024 nella Provincia di Como le difficoltà di reperimento si sono presentate per più di una figura su due, nel 56% dei casi; l’anno precedente, questo dato si era fermato al 50%. Ma come riuscire a trovare il personale di cui le imprese hanno bisogno per crescere e per rimanere competitive, di fronte a un mercato del lavoro caratterizzato dalla mancanza cronica di talenti qualificati?
«Prima di tutto è bene avere consapevolezza che la difficoltà nel reperire personale può essere determinata sia dall’effettiva mancanza di candidati sul mercato del lavoro, sia da processi di selezione del personale non strutturati in modo efficace» spiegano gli head hunter di Adami & Associati, società di selezione del personale di Milano. «È indubbia la carenza di tecnici e di operai specializzati, come è ormai radicata la carenza di ingegneri, di programmatori, di operatori commerciali, solo per citarne alcuni, e le indagini dimostrano come questo sia da ricondurre a diversi fattori, tra i quali la riduzione dei soggetti in età lavorativa e le lacune del sistema formativo» riassumono gli head hunter. A peggiorare le cose ci sono però spesso dei processi di ricerca e di selezione del personale che non tengono sufficientemente conto di questo scenario.
Come riportato dai cacciatori di teste non è per esempio raro imbattersi in annunci di lavoro troppo vaghi, tanto da aumentare inutilmente la difficoltà del successivo processo di selezione; o al contrario in annunci di lavoro con criteri fin troppo stringenti, così da portare a un numero ridottissimo o persino nullo di candidature.
«Spesso inoltre i processi di selezione di personale qualificato vengano gestiti direttamente ed esclusivamente dai vertici aziendali, senza competenze specifiche in campo di recruiting; oppure da recruiter generici, che non conoscono nel concreto le esigenze, i trend e i tecnicismi del settore, rendendo dunque la selezione meno accurata» spiegano gli head hunter. Tutto questo peraltro sapendo che, in uno mercato di lavoro dominato dalla mancanza di talenti qualificati, i classici annunci di lavoro tendono già di per sé a risultare poco efficaci.
Per questo motivo è sempre più comune rivolgersi a degli head hunter non solo per la ricerca di manager e dirigenti, ma anche per la ricerca e selezione di personale qualificato: «la tecnica dell’head hunting non si basa infatti sulla pubblicazione di annunci di lavoro, quanto invece sulla caccia diretta dei professionisti» spiegano gli head hunter di Milano «in questo modo, coinvolgendo nel processo di selezione anche dei professionisti già occupati altrove ma potenzialmente interessati a una nuova opportunità di carriera, è possibile superare i limiti di un mercato del lavoro indebolito dal mismatch».
A rendere ancora più efficaci i processi di selezione può esserci inoltre la specializzazione dei singoli cacciatori di teste: la società di head hunting Adami & Associati mette infatti a disposizione head hunter specializzati in diverse aree, dall’edilizia al manifatturiero, dalle vendite fino alle aree legali e finanziarie.