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“Alla Casa di Comunità attese e disorganizzazione, qualcuno ha alzato la voce. Il web non risolve tutto”

Riceviamo e pubblichiamo una articolata segnalazione da una nostra lettrice in merito alla Casa di comunità di Olgiate Comasco, tra qualche attesa di troppo e una certa confusione (al netto di una comunicazione in merito a una nuova modalità di accesso al servizio prelievi diffusa da Asst Lariana lo scorso 13 giugno, ndr). Di seguito, il testo integrale intitolato nella mail (redazionecomozero@gmail.com per scriverci) “Disorganizzazione alla Casa di comunità di Olgiate e le lunghe attese. Non tutto si risolve con il web!”.

Durante la cosiddetta pandemia ci eravamo abituati alle mascherate (pardon, mascherine), ai distanziamenti, agli appuntamenti presi con le relative problematiche di gestione del web da parte soprattutto degli anziani, di cui tutti parevano essersi dimenticati… Poi, finalmente, un giorno scopriamo che “per gli esami di laboratorio non è più necessaria la prenotazione online”. Bene, andiamo allo sportello, salvo leggere, OGGI (ieri martedì 25 giugno ndr), solo sulla porta-vetri esterna all’atrio dell’accettazione, che “Dal 17 giugno tali esami devono ancora essere prenotati tramite Zerocoda”.

Ovviamente molti non lo sapevano (tra cui la sottoscritta); cerco di collegarmi con lo smartphone al sito, ma NATURALMENTE, NON SI RIESCE… Penso a una mancanza di connessione con il web (già riscontrata in passato nei locali della Casa di Comunità di Olgiate Comasco, ove si svolgono i prelievi). E invece no: riesco a leggere la posta, a navigare in Internet, ma NON a collegarmi a Zerocoda…Vabbè, aspetto il mio turno ma la pazienza ha un limite. E qualcuno comincia ad alzare la voce, in sala…

Beh, dopo UN’ORA E MEZZA e lunghe navigazioni nel web sono riuscita ad accedere all’accettazione, al punto prelievi e ad andarmene. Dalle 7:40 alle 9:05, per la precisione…con il codice C18. “Sa, è meglio prenotare, perché i pazienti sono aumentati…”, commenta l’infermiera, che si stupisce del fatto che non avessi prenotato online. Eppure un mese e mezzo prima ero stata lì per lo stesso motivo, senza prenotazione, con un terzo del tempo di attesa e con un atrio anche meno affollato di pazienti!

Ma ciò che mi ha stupito è l’assoluta disorganizzazione dell’accettazione: uno sportello su quattro (il numero 1) è praticamente rimasto quasi del tutto inattivo: ha processato solo qualche codice PP e un altro che non ricordo. Per lo più la signora allo sportello, essendo appunto “inattiva”, dava qualche informazione ai pazienti disorientati o sfogliava la sua agenda. Non si sarebbe potuto “impiegarla” a smaltire almeno una parte dei codici “C” che attendevano di essere chiamati? Alla fine il personale allo sportello, comunque gentilissimo, ha pure dovuto sostenere le esternazioni non sempre cortesi delle persone che, GIUSTAMENTE, reclamano; ma chi programma e distribuisce il lavoro che fa?

T.R.

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5 Commenti

  1. Acquistato dai miliardari Elkann con i miliardi pagati a loro dagli italiani. Bertolaso deve tornare a Roma. Non c è in Lombardia una persona adeguata per amministrare il welfare regionale? No? Qui siamo tutti fessi???

  2. Ho la netta sensazione che curarsi in Lombardia comincia ad essere un problema irrisolvibile, soprattutto se non hai un’assicurazione che permetta di accedere a servizi privati.
    Purtroppo il Servizio Sanitario Nazionale, gestito da Regione Lombardia, è sempre più privo di risorse e di progetti per i cittadini.
    Ma i cittadini lombardi cosa ne pensano?

  3. Benvenuti in Lombardia dove la sanità pubblica viene disintegrata e quella privata prolifera! Vedi Case di Comunità farlocche, chiusura ospedale di Menaggio e privatizzazione ospedale di Erba (acquistato da Elkann).

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