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Assemblea Ato e bollette acqua, il sindaco di Torno con Como: “Il rinvio era giusto, ecco perché”

Continua a far discutere il voto dell’assemblea dei comuni di Ato dei giorni scorsi. Il pomo della discordia, che ha provocato qualche tensione sia durante la riunione che nei giorni successivi, è noto: il Comune di Como propose all’assemblea di rinviare il voto sull’aggiornamento delle tariffe dell’acqua per studiare meglio le possibili conseguenze, sempre per l’utenza, di un contenzioso in essere con la società Lereti che si è rivolta al Tar per il riconoscimento di investimenti pregressi per circa 25 milioni di euro. Una somma che, nel caso in cui i giudici accogliessero le ragioni di Lereti, potrebbe riversarsi nelle bollette.

Alla richiesta dell’assessore Monica Doria in rappresentanza di Palazzo Cernezzi di rinviare la votazione così da poter fare gli approfondimenti sulla questione, la grande maggioranza dei presenti si oppose e alla fine si procedette come previsto. Sulla questione, qualche giorno dopo, è intervenuto direttamente il presidente di Ato, Umberto D’Alessandro, spiegando che, anche con un rinvio di quella seduta, in realtà non sarebbe accaduto nulla (qui la lettera di D’Alessandro in forma integrale).

Oggi riceviamo e pubblichiamo un contributo del sindaco di Torno, Rino Malacrida, che di fatto si schiera con il sindaco di Como, Alessandro Rapinese, ribadendo che invece un rinvio di quell’assemblea e qualche tempo in più per approfondire la questione legata a Lereti sarebbe servito eccomo. Di seguito, la lettera integrale del sindaco di Torno, Rino Malcrida.

Come Sindaco, come membro della Conferenza dei Comuni della Provincia di Como ma anche come cittadino comune sento la necessità e il dovere di dare il mio contributo per fare chiarezza in merito alla vicenda di cui si è letto negli articoli pubblicati nei giorni scorsi, cioè sulla vicenda della determinazione delle tariffe dell’acqua per il Comune di Como.

Innanzitutto, ritengo che dai titoli e dai contenuti non sia emerso con sufficiente chiarezza come i fatti in questione riguardassero la bollettazione dell’attuale gestore in Como, la società Lereti Spa-Gruppo Acinque e non di Como Acqua. Lo sottolineo anche come membro della Commissione per il controllo analogo di quest’ultima società: è altamente probabile che, se non ben precisato a quale società ci si riferisca, il cittadino comune leggendo articoli relativi alla fatturazione dell’acqua su Como li associ immediatamente per assonanza al gestore d’Ambito (Como Acqua).

Ritengo poi fondamentale replicare alla considerazione formulata dal Presidente dell’Ufficio d’Ambito il quale, rispetto alla richiesta di rinvio avanzata dal Comune di Como, ha sostenuto che ad accoglierla nulla sarebbe cambiato. A mio avviso, invece, disporre di un lasso di tempo maggiore per poter valutare in modo approfondito le risultanze documentali oggetto del procedimento istruttorio dell’Ufficio d’Ambito sull’aggiornamento tariffario proposto da Lereti SpA, avrebbe consentito a tutti i Sindaci chiamati a votare sul punto di comprendere bene non solo l’oggetto della propria decisione ma altresì le conseguenze. Sottolineo che si trattava di documentazione tecnica decisamente complessa, inviata con pochi giorni di anticipo rispetto alla data della conferenza, chiamata peraltro in un periodo “di fibrillazione politica” essendo in corso, come noto, le attività elettive regionali, per le quali i Sindaci della Provincia risultavano certamente “indaffarati” e, pertanto, come in effetti avvenuto tendenti a rilasciare delega in loro sostituzione.

Penso sia condivisibile che anche nel caso in cui ci fosse una particolare urgenza di deliberare, un rinvio di una settimana non avrebbe potuto comportare, questo sì, alcuna differenza. Il Comune di Como, al pari del sottoscritto, non ha formulato una semplice richiesta di rinvio senza motivazione, bensì l’ha motivata evidenziando tutte le criticità e le necessità di approfondimento o chiarimento che emergevano dalla documentazione in esame. Ad esempio, rispetto ai costi riferiti al personale dedicato al servizio idrico e il riconoscimento parziale delle partite pregresse pretese da Lereti, ricadenti sulla tariffa posta in capo agli utenti territorialmente interessati (Como, Brunate, Cernobbio).

In proposito alla vicenda delle partite pregresse, in sede di Conferenza ho rammentato come fosse opportuno che, ai fini di una piena comprensione, l’Ufficio d’Ambito consentisse di conoscere il contenuto dei pareri legali e tecnico-contabili che hanno supportato i provvedimenti di riconoscimento economico emessi dal medesimo. Tali atti non sono stati rilasciati perché etichettati dall’Ufficio d’Ambito come documenti oggetto di strategia difensiva in ambito contenzioso (con Lereti), ma invero tali atti costituiscono atti endoprocedimentali, cioè propri di un procedimento amministrativo e come tali conoscibili perché collegati in termini sostanziali ai provvedimenti finali, cioè alla fondatezza o meno della richiesta delle partite pregresse. Voglio ricordare che stiamo parlando dell’avvenuto riconoscimento di 15 milioni di euro sui 40 pretesi da Lereti, la quale tutt’ora insiste in causa per ottenere anche la differenza.

Purtroppo oggi qualsiasi intento di diffondere maggiormente conoscenza e consapevolezza, viene interpretato negativamente, come atto di ostruzionismo. La politica purtroppo, amplifica questo meccanismo, mischiando le vicende indipendentemente dalla loro natura. Non sarebbe un problema se a farne le spese non fossero, alla fine di tutto, i cittadini.

 

 

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