In quella che già appare a tutti gli effetti una battaglia tra il Comune di Como (che vuole la riconsegna del Museo che occupa una sala primo piano della sede del Carducci in viale Cavallotti e anche la sala antistante), dove è previsto l’arrivo del Conservatorio) e la storica Associazione Giosuè Carducci, fondata nel 1903 e che lì da sempre svolte le sue molte attività culturali, si inserisce una voce molto nota in città. E’ quella di Livia Sarda, avvocato e vicesegretaria del Pd di Como. Un intervento articolato che ricorda il valore culturale e sociale dell’associazione e che si chiude con un interrogativo di carattere anche più generale: “È questa la città che sognavamo?”. Di seguito l’intervento integrale.
L’ultima volta, tra le tante, in cui ho provato di nuovo l’emozione di entrare al Carducci è stata il 25 novembre scorso (foto di copertina, ndr). Alle 6 del pomeriggio con Maria Cristina Forgione, Sabina Concari Francesca Gamba, Katia Trinca Colonel, le studentesse del Cias, altre amiche e amici, abbiamo organizzato un incontro, molto partecipato, contro la violenza di genere. Anche la vice sindaca Nicoletta Ruperto era presente, e questo personalmente, mi ha fatto molto, molto piacere.
Mentre preparavamo l’evento scendeva dalla scale del piano superiore una donna, le mani sporche d’ argilla, aveva appena finito un corso e stava per innaffiare le piante, così, di sua spontanea iniziativa, come se fossero le piante del suo soggiorno di casa.
L’ associazione Giosuè Carducci è oggi l’unica associazione culturale di Como che, grazie ad un lascito risalente agli anni 30 del Novecento, ha una sede in concessione esclusiva fino a che ci sarà almeno un socio. E di soci oggi ce ne sono oggi moltissimi. Il Carducci è un luogo magico che profuma di cera, un po’ retrò e per questo ancora più affascinante, un luogo dove si ascolta musica, si legge poesia, si discute di letteratura, si fa informazione e dove si svolgono corsi di pittura, scultura, tango, lingue, filosofia, corsi di ogni tipo insomma. Il tutto a prezzi ultra agevolati o gratuiti.
Ma soprattutto è un luogo dove ci si sente a casa e si prova l’impulso di curarsi delle piante, dei mobili, dei libri, di tutti gli oggetti, anche strambi, che ci sono nella sede e che sono un patrimonio di tutti. Ho visto soci e amministratori di questa associazione spazzare, pulire, sgrassare vetri, mettere fiori, anima e olio di gomito in ogni angolo, compreso dentro al museo Casartelli, che è una perla aperta, grazie all’aiuto di volontari, solo in alcune occasioni.
Con tutto rispetto per l’attività del Conservatorio, leggo oggi con una certa apprensione, che alcuni locali destinati al Carducci dovrebbero diventare di competenza del Conservatorio e leggo, con ancora maggiore apprensione, che il Sindaco di Como ha intimato all’associazione la consegna delle chiavi del museo Casartelli, anche se non comprendo a quale titolo e per farci cosa.
Mi chiedo a questo punto dove questa associazione potrà svolgere la propria attività, rivolta ai cittadini.
Analoga sorte è toccata, come già noto, a tante altre associazioni della città, messe in difficoltà dalla nuova amministrazione comunale, con rincari delle tariffe per l’ occupazione degli spazi.Vorrei però ricordare al Sindaco che i cittadini non vivono di soli parcheggi e che la cultura, l’aggregazione, la socializzazione, la condivisione di interessi, la cura condivisa degli spazi, i piccoli gesti fatti per chi condivide un luogo salvano dalla solitudine e a volte anche dalla disperazione, svolgendo quindi una funzione sociale fondamentale.
Vorrei ricordare al Sindaco che se non ci sarà più un luogo dove potersi recare nella nostra città per stare bene, o almeno per stare meglio, o semplicemente per stare con qualcuno, il parcheggio da 600 e più posti sarà del tutto inutile. Nessuno saprà più dove andare a starà a casa a vedere Netflix, sempre che possa permettersi connessione e un minimo di competenze tecniche per accedervi.È questa la città che sognavamo ?
Personalmente vorrei vivere, sentire, emozionarmi, scoprire, condividere. E credo che molti siano d’accordo con me. Le associazioni sono la base di tutto questo perché questo è il loro scopo.
2 Commenti
Brava avv.Sarda,la medesima,efficace grinta di mamma Marilena,paladina della cultura, già negli anni 50/60👏 Prosegua così. Grazie. Amalia
Dai consensi raccolti questo è il sindaco e dunque la gestione che i comaschi hanno voluto; ai posteri l’ardua sentenza, per la quale attenderemo le prossime elezioni. Il populismo si sa ha tanti frutti (amari) .