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Asilo Sant’Elia, Rapinese: “No soluzioni a breve”. Replica: “Diventa un rudere”. Una piscina la puoi ricostruire, un capolavoro no

“L’Asilo Sant’Elia ha un fabbisogno in termini di soldi veramente importante proprio per la sua valenza culturale quindi nel breve di soluzioni non ce ne sono, anche perché piscina, palazzetto…”. Questa la sintesi della risposta data dal sindaco Alessandro Rapinese alla domanda di una telespettatrice durante la trasmissione di Espansione Tv di cui è stato ospite, come tutte le settimane, venerdì scorso (5 maggio, qui il video originale). Il capolavoro di Giuseppe Terragni, chiuso ormai da oltre tre anni e ormai vittima di un crescente degrado indegno per qualsiasi edificio, e a maggior ragione di un monumento, resta quindi chiuso a tempo indeterminato (sicuramente almeno per il prossimo anno scolastico) perché, detta in soldoni, sistemarlo costa troppo e in città ci sono altre priorità.

ASILO SANT’ELIA TUTTE LE NOSTRE CRONACHE

E proprio oggi (sarà un caso?) la pagina Facebook dedicata al celebre architetto comasco ha pubblicato due foto storiche dell’Asilo con un breve commento: “Ogni tanto rivediamo questa immagine dell’Asilo Sant’Elia, abbandonato da quattro anni e molto vicino a diventare un rudere mentre tanti bambini aspettano di tornarci”.

Ed è sicuramente vero che mettere mano seriamente ad un edificio così prezioso sia un costo importante, così come è sicuramente vero che a Como ci sono molte altre situazioni che richiedono un intervento immediato e tutto non si può fare. Però pensare di ragionare di un monumento di importanza mondiale come l’Asilo Sant’Elia in termini di “adesso non me lo posso permettere, vediamo l’anno prossimo” come se si trattasse di valutare l’imbiancatura del proprio appartamento non può essere una cosa da sdoganare come normale, così come non era da considerare normale, o inevitabile, chiudere un monumento come il Tempio Voltiano (nonché il museo più visitato della città) perché costava troppo riscaldarlo, come se fosse una stanza di casa che non usa nessuno.

I soldi per tutto non ci sono? I fondi Pnnr sono stati richiesti per altri progetti? La città è piena di emergenze? Tutto sicuramente verissimo. Ma ciò non toglie che non si può far passare senza battere ciglio il messaggio che la città abbia altre priorità rispetto al salvare i propri gioielli, anzi. E forse la risposta corretta, senza voler insegnare a nessuno come scegliere di fare il proprio mestiere, avrebbe potuto essere “L’Asilo Sant’Elia è una priorità esattamente come tante altre in città e stiamo facendo di tutto per trovare i fondi necessari per intervenire il più presto possibile prima che sia troppo tardi”. Così, giusto per non alzare bandiera bianca e avanti con la prossima domanda. Perché, per quanto impopolare e poco funzionale in termini di consenso, una piscina lasciata andare in per anni malora la puoi radere al suolo e ricostruire da zero, ma un monumento no (che non è solo un monumento, è nato in funzione originaria come asilo e asilo deve rimanere). Quindi se proprio volessimo fare una classifica di “rogne” di cui occuparsi (e non si fa), l’Asilo Sant’Elia sarebbe sicuramente sul podio e non relegato in sala d’attesa tra le cose da fare quando avremo soldi che ci avanzano.

Qui di seguito l’intervento del sindaco Alessandro Rapinese sul tema dell’Asilo Sant’Elia durante la puntata di Etg + Sindaco di venerdì 5 maggio. Condotta dalla giornalista Michela Vitale (qui il video originale):

E’ un discorso che faccio almeno una volta alla settimana con Colombo (Enrico Colombo, assessore alla Cultura Ndr) perché sappiamo tutti la valenza culturale di quel plesso prima ancora che come luogo deputato all’insegnamento e alla scuola. In questo momento sappiamo che stiamo condividendo una scuola in via Viganò e non ci sono soluzioni nel breve in termini di fabbisogno, in termini di milioni per sistemare quel capolavoro. Di conseguenza anche la prossima annualità sarà senz’altro in condivisione con via Viganò”. (In risposta alla domanda sull’esistenza di una prospettiva di recupero di un edificio di pregio come l’Asilo) Mi vengono i brividi ogni volta che passo da Porta Torre, ci sono centinaia di necessità impellenti e urgenti che mi piacerebbe risolvere e che mi fanno ribollire il sangue quando ci passo a fianco.

Quando uno passa da Porta Torre capisce qual è la necessità. Stiamo parlando di uni dei monumenti più importanti, anche lì ci sono progetti, anche lì abbiamo fatto il controllo con i droni e devo dire che la scuola Sant’Elia ha un fabbisogno in termini di soldi veramente veramente importante proprio per la sua valenza culturale quindi quello che mi limito a dire è che nel breve di soluzioni non ce ne sono anche perché piscina, palazzetto, antincendio, in parecchie scuole lo stiamo facendo. (In risposta alla domanda sulla possibilità di intercettare fondi PNRR) “Innanzitutto la gestione dei fondi PNRR, lo vediamo col rugby e con tutto il resto non sono la gestione di un fondo pubblico normale … Io mi sono insediato quando le richieste per il PNRR erano già state fatte per le scuole e non sono state richieste in questo caso. Abbiamo avuto altri fondi, abbiamo avuto via Longhena (l’asilo comunale che ha ottenuto 3 milioni di finanziamento su 5,5 milioni di lavori Ndr), fondi che abbiamo coscienziosamente co finanziato con milioni di euro che sarebbero magari serviti per altri punti del nostro programma ma sono arrivati i fondi pubblici e siamo andati in copertura. Fondi PNRR bisogna aspettare che ne aprano altri … ho sentito avversari politici parlare di incapacità di una giunta perché non hanno partecipato a una gara, ecco bisognerebbe guardare quante centinaia di gare oggi in Italia non vengono partecipate da privati per il semplice fatto che anche l’azienda che vince un appalto PNRR ha molte più incombenze che in un bando normale in termini di rendicontazione che aggravano considerevolmente quella che è la redditività.

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27 Commenti

  1. Non voglio difendere il rapi. Ma in questi quattro anni dove siete stati su Marte?
    Ora vi svegliate come amanti dell’ architettura. Ridicoli. La gente che legge e pensa capisce subito che siete dei troll bm.
    Andate.. andate.. a scuola (asilo).

  2. Abbiamo un centinaio di milioni di euro da parte, se Mr. Patrimonio ne spendesse un paio per sistemare ciò che di bello ha questa città non guasterebbe.

  3. La consigliera Minghetti, potrebbe interpellare i suoi sponsor, Guzzetti e Traglio, si fa sfrisare un paio di corposi assegni, e TAC !!! Asilo S’Elia ristrutturato. E, chi ha amministrato intanto che la struttura andava a pezzi, è esente da responsabilità ??

    1. e perché mai dovrebbe farlo? Per una città che ha votato “il Rapi”.
      In una cosa mi trovi d’accordo. Con Minghetti Sindaco il Sant’Elia sarebbe già in fase di ristrutturazione, la piscina di Muggiò aperta e vedremmo più Cultura in città.
      Ma i comaschi (stolti) si sono fatti corrompere da LVI.

      1. Vero, ci sarebbe anche già stato lo stadio nuovo, traffico inesistente, la stazione un fiore all’occhiello, il Politeama meglio della Scala e il lungolago finito alla perfezione da almeno tre mesi, multe e tributi tutti pagati. poi ci siamo svegliati ed eravamo tutti bagnati…

    2. Da che mondo è mondo chi ha chiesto a gran voce e ottenuto dai cittadini (da una parte non maggioritaria dei cittadini) la responsabilità del governo della città DEVE occuparsi dei problemi della città. E l’asilo Sant’Elia è un problema della città. Mi sembrava di aver capito, peraltro, che il comune avesse accantonato un tesoretto? e dunque? Ma forse ho capito male… E quanto alle responsabilità precedenti: certo, ci sono; l’asilo è chiuso da quando? Dal 2019? Quindi, quale amministrazione è responsabile di ciò? quella votata e sostenuta da coloro che, almeno in parte, hanno votato e sostenuto l’attuale, pur che non governasse il centrosinistra. Ma al di là di tutto questo, che sono chiacchiere futili: la ristrutturazione immediata dell’asilo Sant’Elia è una priorità assoluta. Punto. Girarci intorno è da irresponsabili.

      1. D’accordo sulla priorità. Solo un appunto a quanto da lei scritto .. ha ottenuto l’incarico dalla maggioranza dei cittadini che, con senso civico, sono andati a votare.

        1. È assolutamente vero, e infatti il sindaco governa più che legittimamente. Rimane il fatto che, purtroppo, ai seggi non è andata la maggioranza dei comaschi. E questo dato dovrebbe preoccupare tutti (anche a livello nazionale), ma soprattutto chi è stato eletto. Almeno così la vedo io: se fossi eletto sindaco, e sapessi che chi mi ha eletto è una minoranza dei cittadini che rappresento, sentirei il valore di questa rappresentanza un po’ diminuito.

  4. Il sindaco che durante la campagna elettorale sbandierava il fatto che il Comune di Como aveva un enorme tesoretto che iu partiti brutti e cattivi non volevano spendere per la città per poterseli spartire. Tesoretto che lui avrebbe sbloccato con una firma. Oggi si vanta di averlo fatto crescere ulteriormente (110 milioni di euro), ma i soldi per risolvere i problemi non ci sono mai. Speravo fosse un sindaco diverso invece è esattamente come tutti gli altri un contenitore di scuse.

  5. Se non altro non ha risposto tra tre/sei anni. La città turistica, oltre ai Musei da tempo chiusi, abbandona al declino un’opera fondamentale per l’architettura razionalista e vanto della città. Rapinese Immobiliarista evidentemente dà valore solo a ciò che si può vendere e Rapinese Sindaco non è in grado di andare oltre. Gli indimenticabili Sindaci Spallino e Simone stanno a Rapinese Sindaco come l’Asilo Sant’Elia sta a una gelateria vista lago. Tutto in proporzione alla visione di città che avevano Spallino e Simone e che ha Rapinese Sindaco. Ahimè….il livello è questo. Cosa vogliamo farci. 😊

  6. siamo alle solite, l’impavido sindaco del “fare” (tratto da suo programma) più che risposte a domande impellenti cerca alibi, ripeto ALIBI, come di solito fanno le persone che non avendo risposte trovano giustificazioni “bisognerebbe guardare quante centinaia di gare oggi in Italia non vengono partecipate “. Non pensare agli altri ma pensa al comune che dovresti gestire.

  7. Anni fa un tecnico definì il comune “custode innamorato” dell’asilo di Terragni. Ricordo anche un discorso del sindaco attuale in campagna elettorale sull’importanza del fare subito, per salvare i luoghi. Mentre pensate tutte le settimane a cosa fare, ci basterebbe non vedere più l’inutile, orrenda e strappata rete rossa di cantiere, l’erba alta che quando (raramente) viene tagliata è lasciata sul posto insieme a pattumiera e escrementi non solo animali, i bidoni e gli attrezzi della pulizia fuori in bellavista, il disordine all’interno con striscioni impolverati appesi al soffitto. Una specie di tragica Pompei moderna, come se il comune non avesse avuto il tempo di fare nulla prima del disastro. I poveri visitatori sono esterrefatti dal degrado, dalla poca cura che quello che viene definito prezioso venga così poco curato. I cittadini si interrogano.Non servono molti soldi per tenere pulito e in ordine un luogo che si dichiara di amare. Non vedo segnali di interesse.

  8. è chiaro che se la volontà politica è quella di ridurre il numero di asili e scuole, riaprire il Sant’Elia non è certo tra le priorità di questa amministrazione…
    però mi chiedo, prima che lo chiudessero erano in corso lavori poi contestati, ed erano quindi stati stanziati dei fondi, probabilmente incaricati dei professionisti… di tutto questo non rimane nulla?

  9. “Una piscina lasciata andare in malora la puoi ricostruire”

    Incapace!!!

    Sindaco ma se non sei in grado di fare funzionare quelle che hai!!!

    Ridicolo

  10. La campagna (che verrà):
    “Salvate l’Asilo Sant’Elia”

    Ieri il Consiglio Nazionale degli Architetti d’Italia, promotore della campagna intereuropea: “Salvate l’Asilo Sant’Elia”, ha comunicato di aver raggiunto il traguardo delle 560.000 adesioni fra gli architetti di tutta Europa.
    La rilevante manifestazione di solidarietà, che richiedeva, per la partecipazione, il versamento di un’offerta minima di 20 euro pro capite, ha fruttato, sino alla data di oggi, una raccolta fondi di 11.200.000,00 euro. Cifra che tra qualche giorno verrà messa a disposizione dell’Amministrazione della Città di Como insieme al progetto per la riapertura di quello che è uno dei gioielli dell’architettura razionalista europea, oltre che mondiale. Un plauso al Comitato coordinatore della campagna, di cui l’Italia ha l’onere della presidenza, in cui figurano rappresentanti di tutti gli Ordini di Architetti e di tutte le Facoltá di Architettura europee. Un meritorio obiettivo raggiunto in tempi straordinariamente brevi.

    Poi, mi sono svegliato…; era solo un sogno?

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