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Como, consiglio ai candidati: occhio alle sparate, i comaschi non ci credono più. E la pernacchia è in agguato

C’è un grosso tema che si affaccia all’alba di questa campagna elettorale per il nuovo sindaco di Como: la credibilità degli annunci (sparate?) da parte di candidati, liste, gruppi, coalizioni, partiti. Problema non nuovo, ovviamente. Per essere chiari, questione che non nasce certo con la giunta Landriscina e che non si può affatto confinare soltanto nel centrodestra, ma che al contrario riguarda e ha riguardato singoli o interi schieramenti di qualsiasi colore e collocazione. Questo non toglie, però, che alla vigilia di una nuova e importante tornata elettorale, il tema si riproponga con ancora maggior forza.

E qui si può già andare dritti al punto, che poi ha la veste di un consiglio disinteressato rivolto a tutti i contendenti della sfida imminente per Palazzo Cernezzi: i lettori, i cittadini, gli elettori, agli annunci a raffica (sparate?) non ci credono più. Di sicuro non a scatola chiusa. Qualche volta a torto e per partito preso, per carità, molte altre volte con piena ragione, la sfiducia nei confronti dell’annuncio a effetto – soprattutto se annegato nella spasmodica ricerca del consenso che caratterizza ogni campagna elettorale – è enorme.

Pur con un campione chiaramente non completo, né perfettamente rappresentativo e dunque lontano da qualsivoglia scientificità, i commenti che sempre più spesso registriamo su ComoZero (direttamente sul sito del giornale, sempre molto partecipato) o sulla pagina Facebook ufficiale, nove volte su dieci sono improntati a scetticismo, quando non a smaliziata critica, per finire talvolta con geniali e graffianti ironie o sonore pernacchie.

Si tratta di un’estrema minoranza rumorosa, naturalmente. E non è affatto escluso che esista una maggioranza silenziosa che magari riponga ancora fiducia nella stentorea promessa del giorno. Ma la sensazione generale è che la sfiducia verso i “faremo”, “costruiremo”, “sistemeremo” e “realizzeremo” assortiti sia profonda, radicata e non di rado supportata da alcune vicende oggettivamente incontestabili (un lungolago a cuore aperto da 13 anni, una Ticosa abbandonata da 42, un palazzetto dello sport accartocciato su se stesso da dieci, un traffico peggiore da sempre, tralasciando mille altre quisquilie che si trascinano da lustri, che poi quisquilie non sono).

Per andare su qualche esempio concreto: oggi la promessa dell’assessore allo Sport di realizzare uno skate park nella “futura Ticosa”, quando nemmeno si sa ancora quando sarà finita la bonifica, è stata coperta di incredulità da diversi commentatori (specie su Facebook). Identiche (e forse più feroci) reazioni avevamo registrato quando il consiglio comunale, su proposta della giunta, approvò il documento di bilancio che prometteva il recupero del Palazzetto dello Sport di Muggiò puntando tutto sulla vendita di un immobile…invendibile (l’ex orfanotrofio di via Grossi, all’asta per 9 milioni da almeno 15 anni).

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E una pioggia di scetticismo ha accompagnato la recente promessa dell’arrivo in consiglio comunale del nuovo Piano del traffico (atteso dal 2001), guarda caso poco prima del voto e quasi certamente in tempi utili perché non ne venga attuato nulla, se mai sarà approvato entro primavera. Oppure il fantascientifico progetto di trasformare il malandato palazzetto del ghiaccio in un grande impianto all’avanguardia, con un restyling buttato là in una nota ufficiale poche settimane fa, senza lo straccio di un dato concreto (fondi, tempi, progetto) a supporto.

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Poi finisce che nel calderone del “ma va là!” ci finiscano pure interventi realmente pronti a partire, finanziati o comunque effettivamente giunti a buon punto (vedi l’ultima serie di lavori su varie scuole per 842mila euro, il rifacimento dei giardinetti del centro e, con un pizzico più di ottimismo, di quelli a lago, il nuovo parcheggino in Ticosa o il rondò di Villa Olmo, entrambi appena appaltati). Perché siamo sempre lì: agli annunci “a capocchia” ma soprattutto a raffica – specie se senza date precise, senza cifre stanziate, senza progetti esecutivi – il cittadino tende a non credere più. E con certe croci sulle spalle accumulate nel tempo, è difficile non comprenderli.

Insomma, forse, per la campagna elettorale imminente, un consiglio buono per tutti i candidati ai nastri di partenza può essere: occhio alle boutade perché partono bene ma tornano indietro come boomerang. Meglio snocciolare dati, informazioni precise, fattibilità e tempi che lisciare peli pronti a trasformarsi in dolorosi aculei.

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8 Commenti

  1. Bravo Fent !!! Finalmente un commento breve e centrato sull’argomento della discussione. Al di là della sintassi traballante…

  2. Buonasera,
    Molti anni fa, su un muro di Brescia, una mano anonima (NON SI FA, A MENO
    CHE SIA UN MURO CHE L’
    Amministrazione autorizza) tracciò una scritta diretta ai politici: “Basta con i fatti. Vogliamo promesse”. Quando, parecchio tempo dopo, ricordai su un giornale quella battuta – che era degna d’un Flaiano – una vecchia volpe della Prima Repubblica come Cirino Pomicino mi telefonò per dirmi che non riusciva a smettere di ridere.
    Un colpo di spray aveva messo a nudo l’ipocrisia, o forse sarebbe meglio dire la cialtroneria, di tante parole a vuoto pronunciate durante le campagne elettorali. Il tempo sembra aver non migliorato, ma peggiorato la situazione. Ormai si promette di tutto non solo prima di essere eletti: ma anche dopo. Non c’è praticamente giorno in cui chi è al governo del Paese o di un Comune, non annunci, non faccia presagire, non comunichi l’imminente cambiamento, su Urbanistica, Economia, Sicurezza, Salute, Cultura, Sociale, Scuol …
    D’altra parte i Dioscuri poco dopo di mezzanotte aveva garantito che il 2022
    sarebbe stato “un anno bellissimo.
    Cordiali saluti. Un abbraccio forte.
    Davide Fent
    @davidefent

  3. Egr.Sig. Roberto, se conosce la politica comasca, il c.v. dei possibili candidati, la capacità di coinvolgere e fidelizzare le persone, il riuscire a superare la demagogia pura e sterile, e mi fermo perchè potrei dilungarmi. Penso che questo siano dei suggerimenti in base ai quali potrà darsi la risposta in merito a chi sia “il Nulla”.

  4. Como ha necessità urgente di persone serie, politici, amministratori e candidati civici che abbiano la visione del futuro per una Città del 2050. Tutti sappiamo che si vince promettendo,,, tutto quello che si può promettere… e a volte pure quello che non si può promettere. Un caro Amico che è stato responsabile di partito per oltre 30 anni in varie cariche e già amministratore pubblico per uguale tempo asserisce che Como è una città di “beghini e parrucconi”. Domanda per il Sig. Paolo…. già oltre venti volte ha scritto citando il “Nulla” … ma chi è questo fantomatico Sig. Nulla ? Grazie.

  5. Caro collega, accoccolato nel mio pezzetto di minoranza rumorosa, ti confido che riflettere sul modo di comunicare degli schieramenti in lizza per le prossime amministrative mi sta appassionando parecchio.
    Breve panoramica personal-divertita:

    – senza migranti accampati in stazione,  disinnescato San Francesco e con i topi d’appartamento che – maledetta quarantena – non trovano una casa vuota manco a pagarla, la Lega sembra aver finito la benzina. A destra ci pensa Annoni. Sembra che arrivati sotto data possa candidare Como per le Olimpiadi 2032. Perché non dargli fiducia.
    – Rapinese fa il Rapinese. Da una parte c’è lui, dall’altra i partiti. Da una parte c’è lui, dall’altra i giornali. Per chi lo segue sul suo rapinesesindaco, una cosa gli va riconosciuta: ha inventato un tops letterario. “La Como che lascerò ai posteri alla fine del mio secondo mandato”. Brividi.
    – a sinistra (e il cuore batte sempre a sinistra) si è trovato il candidato. Ed è già qualcosa. Ma allora su, Barbara, dì una cosa di sinistra. Dì una cosa anche non di sinistra, di civiltà… Barbara, dì una cosa, dì qualcosa, reagisci.
    A me la prima che viene in mente è la terza linea dell’inceneritore. È un argomento talmente denso che ha tutto quello che serve perché possa rappresentare la partita perfetta.
    Questione ambientale, responsabilità sociale, la deriva della privatizzazione dei servizi pubblici, il contrasto tra interesse comune a profitto.
    “Sarà la politica a decidere” intitolava Comozero.
    E in quanti siamo a scommettere che a vincere le elezioni 2022 sarà chi uscirà pulito da questo mare di “fango”?

  6. Grazie Lele ad interessarti di noi cittadini, (ed anche della realizzabilità della tua “mission” di giornalista)!
    Fatti nominare alla funzione di Portavoce di Giunta dal nuovo sindaco, di qualunque colore sia, almeno noi cittadini si resterà comunque più tutelati! ?

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