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Como, il top chef Lacchini: “Stanco di gel, germogli, saputelli e cuochi da tv. In cucina torni la semplicità”

La firma è di prim’ordine: Davide Lacchini, executive chef del Ristorante Imbarcadero di Como e nome molto più che autorevole nel settore della cucina di alto livello, oltre l’ambito locale. Dunque, per l’autorevolezza conquistata sul campo, colpisce la nettezza del suo pensiero sullo stato dell’arte del settore, con una chiarissima presa di posizione critica circa le mode che finiscono nei piatti e le celebrità tv o social che – almeno dal suo punto di vista – conquistano sempre più fama e recensioni positive puntando molto su tendenze e forse abusati colpi ad effetto, a danno della sostanza. Un piccolo sfogo personale, quello di Lacchini, che sta già facendo molto discutere. Lo riproponiamo nella forma integrale.

Ieri ero a cena in un noto ristorante, uno di quelli con il punteggio alto e le recensioni positive e devo dire, e purtroppo scrivere, che da parecchio tempo non cenavo così male e da altrettanto non riesco cenare bene!

Forse sono troppo esigente? Magari mi aspetto qualcosa che sappia stupirmi ?
Oppure sto bene quando ceno a casa ? (Mi sa che a casa non si sta così male).

No niente di tutto questo, è che mi sono veramente stancato delle cotture a bassa temperatura, dei gel, della cucina molecolare, dei pistacchi, del sesamo, dei germogli, delle patate violette, dei topinambur, della stracciatella, del coniglio nostrano, dei gamberi rossi, del tonno pinna gialla, delle ricciole, dei branzini pescati che pescati non sono, dei saputelli, dei gourmet di ultima generazione, dei camerieri diventati portapiatti, dei servizi in assiette, dei piatti colorati, dei corsi intensivi di cucina, dei cuochi divenuti cuochi in tv.

Ma che ve lo dico a fare !

Desidero solo un ritorno alla semplicità, sì, a quella semplicità che ormai manca in cucina. Ecco perché davanti ad un panino tiepido con la mortadella ancora mi emoziono.

Buona notte cuochi, meditate. E domani quando rientrerete in cucina chiedetevi se è meglio un gel che esce dal beccuccio di plastica del biberon o il profumo del burro e dell’estragon, e il rumore della frusta nel montare la salsa Bernese.

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13 Commenti

  1. CIAO DAVIDE EONO D’ACCORDO SU QUELLO CHE AI POSTO ALL’ATTENZIONE IO DA TEMPO ANCHE SE SONO FUORI PURTROPPO NON PER MIA VOLONTA NON ERO DACCORDO SU QUELLO CHE PROPONAVANO ALLA GENTE NON QUELLALA RISTORAZIONE E TUTTA UN’ALTRA COSA SONO E L’HO ERO ANCHE PRIMA PER UNA CUCINA SENPLICE ARMONIOSA CHE SAPPIA DI QUALCOSA E CHE SAPPIA VALORIZZARE I PRODOTTI CUCINARE CON LA SENPLICITA E AMORE PERCHE LA CUCINA DEVI AMARLA PER POTER VALORIZZARE IL TUTTO TI RINGRAZIO DAVIDE E SPERO DI VEDERTI GRAZIE

  2. Non posso che dargli ragione. Purtroppo la gente si è imbesuita davanti ai cuochi – pardon: chef – che presentano in televisione gli abbinamenti più strampalati come dogmi da rispettare, purchè siano “impiattati”.
    E che dire della “croccantezza” ? Altra scemenza senza la quale una pietanza non viene giudicata presentabile. Purtroppo la gente, quando mangia a casa, ormai raramente, non cucina i cibi che mangia, ma si affida al già fatto e quindi, al ristorante, accetta qualsiasi cosa, purchè sia impiattata

  3. Caro David hai proprio ragione oggi per fare una pietanza devi mettere almeno 20 ingredienti altrimenti sei un cuoco degli anni 70 80 ma io sono felice quando con pochi ingredienti si fanno degli ottimi piatti , un cuoco artigiano che ha iniziato nel 1970 saluti

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