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Como, la ristoratrice: “Sì, ho chiuso per ferie. E ne vado fiera, al guadagno ho preferito la famiglia”

Ha inevitabilmente scatenato un incandescente dibattito la lettera di un nostro lettore sulla “Como turistica chiusa per ferie”.

Un testo a tratti anche molto polemico, che non nascondeva l’incredulità per moltissime serrande abbassate in centro a dispetto del grande afflusso di turisti in questa seconda metà d’agosto e persino delle difficoltà lamentate da ristoratori e commercianti nel periodo del lockdown.

La lettera: “Città piena di gente ma la Como turistica è chiusa per ferie. Viene in mente il lockdown…”

Ebbene, ora pubblichiamo una lunga, articolata e civilissima replica da parte di una ristoratrice del centro di Como che ha contattato direttamente la redazione (che ha accordato, previo confronto, la riservatezza sull’identità: la foto di copertina è d’archivio). Per interventi, segnalazioni, foto e video: redazionecomozero@gmail.com o tramite la pagina facebook.

Buongiorno,

sono la titolare di un piccolo ristorante in città che gestisco da sola con uno staff, tra cucina e sala, di 5 persone assunte a tempo indeterminato che, per me, rappresentano una seconda famiglia.

Vi scrivo in risposta alla lettera di un vostro lettore che lamentava il fatto di aver trovato diversi locali cittadini chiusi per ferie paragonando questa situazione addirittura al lockdown e indignandosi con i ristoratori che, dopo aver pianto miseria e invocato aiuti durante la pandemia (come tutte le categorie di lavoratori, se non ricordo male), oggi si permettono di chiudere e andare in ferie (come tutte le altre categorie di lavoratori).

In questo momento vi scrivo dal terrazzo della casa dei miei genitori nel sud Italia dove sto trascorrendo 10 giorni di vacanza insieme a mio marito e a mio figlio mentre il mio locale è chiuso e ne vado molto fiera. Ne vado fiera perchè dopo 2 anni di sforzi per restare a galla e non licenziare nessuno, finalmente sono riuscita a concedermi un piccolo meritato riposo.

Ne vado fiera perchè al guadagno ho preferito la mia famiglia, visto che mio marito è un dipendente e ha ferie solo in agosto e mio figlio va a scuola quindi le ferie a ottobre, come suggeriva qualcuno nei commenti, non potremmo permettercele.

Ne vado fiera perché anche i miei dipendenti hanno mariti, mogli, fidanzati e figli e avevano tutti bisogno di riposo e di stare in famiglia quando la famiglia è a casa, non a novembre. E ne vado fiera perchè non posso permettermi economicamente di assumere personale stagionale per coprire le ferie, ma non molliamo. E ne vado fiera perchè una sera, a fine turno, ci siamo seduti tutti intorno a un tavolo, abbiamo fatto due conti e ci siamo detti che probabilmente saremo un po’ più poveri ma sicuramente più felici.

Chi paragona le nostre ferie a un lockdown mentre la città pullula di tavolini pieni e locali aperti dovrebbe solo vergognarsi e pensare che dietro al suo piatto di linguine (che può mangiare anche in un altro locale) c’è una mamma che non ha fatto un giorno di ferie da due anni per non lasciare sul lastrico altri 5 genitori che, insieme a lei, hanno fatto sacrifici enormi per restare a galla.

Un ristorante non è una farmacia, un pronto soccorso, una guardia medica. La tagliata di manzo mangiata proprio lì e proprio la settimana di ferragosto non è un diritto inviolabile, soprattutto se la città è pienissima di alternative. Ci sono mille locali che possono permettersi di restare aperti, andate lì, non ci mancherete.

Vi ringrazio per l’attenzione.
Cordiali saluti.

La dignità di Como non dipende dai diktat senza sosta del semidio turista. Città moderna sì, schiava no

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22 Commenti

  1. Complimenti alla ristoratrice, quando ci vuole ci vuole, e facile parlare quando ci si trova dall altra parte, prima di commentare verificate il tutto, non per il sentito dire, oppure vedete troppa tv spazzatura. Vorrei l indirizzo del suo ristorante perché secondo me dietro a un grande commento c è un grande piatto. Le lascio il mio 3496185150

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  2. Bravissima, io sono sul lago di Iseo e vi dico che qui i ristoranti dopo ferragosto fanno a rotazione chiusura x ferie. E io dopo la pandemia ho dovuto chiudere il mio lacale!!

  3. Il problema in discussione deve essere posto ad un livello diverso. Como è una città che vive anche di turismo ed è per questo che ha necessità di offrire dei servizi. Sono quindi necessarie delle regole per il Benessere Comune. Servizi ritenuti minimi e il di più può andare in ferie. Qui la differenza la fa la politica

  4. Pienamente d’accordo con la ristoratrice….la famiglia prima del guadagno economico….. abbiamo già sofferto abbastanza con le restrizioni….. quindi si goda la sua vacanza….a recuperare le entrate c’è sempre tempo …….

  5. Con tutti i soldi che i “ristori” che hanno ricevuto, i ristoratori possono anche permettersi di non lavorare…

  6. Appartiene agli stessi laboratori che poi si lamentano se mancano i turisti. La sua è una libera scelta, come sostengono in molti, ma è una libera scelta anche quella del turista di abbandonare Como come meta se non trova i necessari servizi. Io penso che i servizi aperti al pubblico dovrebbero dare un minimo di garanzia.

  7. Offendere, denigrare con l’impegno della gratuità, sciorinare con orgoglio un verbo putrescente sui social pare essere il passatempo preferito dell’estate di certuni, che ha definitivamente rimpiazzato quello più edificante, diciamo ormai pure estinto, del cruciverba.
    Io, manco a dirlo, ne prediligo altri, anche frivoli, per carità, né però voglio sentirmi costretto a ritrovarmi quotidianamente sotto il naso repellenti volgarità. E prima di criticare chi lavora tutto l’anno e poi si concede una settimana dico una settimana di ferie!!! Fatevi un esame di coscienza e diciamola tutta avete rotto!!!

  8. L’azienda è la sua e criticare non ha veramente senso, poi come ha sottolineato qualcuno, l’importante è la coerenza per cui in periodi di vacche magre, avere la decenza di non lamentarsi. Sicuramente non sarà il caso di questa signora.

  9. Io vado al ristorante non spessissimo ma con una certa frequenza . Da piccolo e da adolescente , una famiglia come tantissime allora con poche disponibilità economiche , andare al ristorante era una vera rarità che vivevo come un gran privilegio. Mi è rimasta questa mentalità, è un momento bello per tanti motivi ma è sempre un privilegio Chiudere in agosto viene qui considerata una interruzione di pubblico servizio , come un Ospedale o una Farmacia o un negozio di beni essenziali no no

  10. Non credo sia questo il vero motivo. Credo invece, se leggi bene, che facendo due conti era meglio chiudere il locale. E sai non è il primo che sento che ha chiuso z ferie. Perché le spese sono tante, devi prendere personale stagionale in più per il flusso esagerato di turisti, aria condizionata accesa dalla mattina alla sera e si sa che le bollette lievitano a vista d’occhio. Aumento delle forniture alimentari, aumento del gas..ecc.ecc.
    Proprio oggi ho letto di una azienda che l’anno scorso di questi tempi aveva pagato circa 150 mila euro di bolletta x la luce. Quest’anno, per lo stesso periodo, la bolletta era di circa 1 milione di euro. Quindi forse i commercianti e imprenditori ne hanno piene le scatole che preferiscono chiudere.

  11. Bravissima. Non occorre giustificarsi. Un imprenditore rischia in prima persona per le proprie scelte.
    Nessuno ha il diritto di metterle in discussione.

  12. Risposta condivisibile ed ineccepibile.
    Fanno vomitare questi soloni da tastiera che la sanno lunga e risolvono tutti i problemi dal divano, giudicano tutti e tutto.
    Si ritengono fonte di ogni saggezza e probità, mentre gli altri imbecilli o disonesti.
    Invece è il contrario!!!

  13. Si vabbè diciamola tutta… ne hai già fatti abbastanza e ti puoi permettere di chiudere se no stavi aperta pure tu e lo stesso vale per tutti gli altri che hanno chiuso.

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