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4 febbraio: da Como a Torno code persino ai ristoranti. Lago e città sono pronti all’invasione estiva?

D’accordo, il tempo e il weekend ci hanno messo zampini enormi: vento caldo (giusto un filo troppo forte a volte), 19 gradi a Como centro verso mezzogiorno, un panorama che già di suo è semplicemente spettacolare. Insomma, tutti gli ingredienti giusti per trascorrere un sabato tra lago e città murata, tra primi coni gelato e shopping.

Però, anche con queste anomale premesse, il calendario non mente comunque: oggi  è il 4 febbraio. Cioè, al netto della singola giornata che si è travestita da maggio, non proprio un momento d’alta stagione, benché il Lario ormai conosca davvero pochi periodi “morti” nell’arco dei 12 mesi.

Passare di botto da un vivacissimo sabato di metà inverno più mite e clemente del solito, alle code chilometriche a ogni angolo o attrazione della città, però, il passo era mentalmente ancora lungo. O medio, se proprio si vuole far i “tirchi”. Eppure le cartoline (in lingua straniera) che propone la città oggi sono quasi da ponte pasquale, o almeno da 25 Aprile-Primo maggio. Segno, evidentemente, di un fenomeno turistico/gitante che – per portare comunque così tante persone a Como di 4 febbraio – va persino oltre la grazia di una giornata un po’ speciale. Ha un sapore di strutturale.

Le immagini che vedete in pagina sono eloquenti. Code, code, code. Persone o auto in coda (con gli autosili stracolmi già dal tardo mattino mentre la foto qui sotto è delle 15).

Code lunghissime alla Funicolare.

Code lunghissime agli imbarchi e alla Biglietteria della Navigazione nell’area della passeggiata verso i giardini.

Code persino per i ristoranti in piazza Volta, zona comunque dove era impossibile trovare un tavolo vuoto in qualsiasi locale e persino sulle panchine.

Tanta gente, ovviamente, anche nella zona dei giardini a lago, addirittura con le prime “esplorazioni” della spiaggetta dietro il Tempio Voltiano che l’estate scorsa fu presa d’assedio e finì al centro di mille polemiche.

Trenino continuo e degno di aprile sulla diga foranea, verso il monumento di Daniel Libeskind.

Insomma, giornata dal sapore quasi estivo ma anche proiezione attendibile di cosa sarà la “vera” stagione turistica a Como da qui a un mesetto e mezzo. E la domanda, davanti alla città così pacificamente assediata già a inizio febbraio, è dunque una, anzi una serie: è pronta Como ad assorbire l’urto (anche benefico, ovviamente) di una probabile massa mai vista di visitatori dal prossimo marzo a ottobre? Il territorio, le istituzioni (tutte, la valenza del tema va chiaramente oltre i poteri di un Comune) hanno messo in campo progetti, previsioni, contromisure, analisi e risposte per governare un flusso che si annuncia (nel bene e nel male) esplosivo? I chiari benefici economici saranno ancora sostenibili su tutti gli altri fronti (servizi, residenti, pulizia, infrastrutture ecc) davanti a una tendenza chiarissima già in pieno inverno? C’è da augurarselo perché l’affollamento di oggi è lì da vedere e qualche problema di tenuta del sistema già faceva capolino. E siamo solo all’inizio.

Post scriptum: non solo la città ha vissuto una giornata speciale. Da Torno una lettrice ci invia le foto della grande folla di turisti “tra cui molti spagnoli” in paese, per una gita in battello. Il tema, insomma, si conferma territoriale e non certo limitato al capoluogo.

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