RADIO COMOZERO

Ascolta la radio
con un click!

La scuola dell’infanzia “Carluccio”, destinata alla chiusura
Punti di vista

“Como tra le città peggiori per spesa nell’istruzione. La chiusura delle scuole? Offensiva e insostenibile”

Nota congiunta di Cgil Como, Cisl dei laghi, Uil del Lario sull’istruzione a Como, con tanto di “appello urgente per un cambio di rotta”. Pubblichiamo di seguito il documento in forma integrale.

Mentre la spesa media regionale nei comuni lombardi per l’istruzione si attesta al 10,2% e quella nazionale al 9,4%, il Comune di Como si distingue in negativo, posizionandosi tra i peggiori capoluoghi di provincia in Lombardia per spesa pro capite destinata all’istruzione per la fascia di popolazione sotto i 15 anni. Questo dato è particolarmente allarmante considerando che Como dedica solo il 9% alla spesa complessiva per l’istruzione, posizionandosi al di sotto della media regionale.

Mancanza di Dialogo e Coinvolgimento

Particolarmente preoccupante è la mancanza di coinvolgimento delle parti sociali, dei genitori e degli alunni stessi nelle decisioni riguardanti l’istruzione. Questa mancanza di dialogo è evidente nella gestione da parte dell’Amministrazione della proposta di chiusura di sei plessi scolastici, comunicata tramite i media senza un’adeguata consultazione con le organizzazioni sindacali che rappresentano lavoratori, cittadini e famiglie.

Le organizzazioni sindacali denunciano una politica di mera gestione economica da parte dell’amministrazione, che sembra trascurare il valore sociale dell’istruzione e l’importanza di investire nel futuro dei giovani comaschi. La decisione di chiudere i plessi scolastici, motivata da ragioni economiche e dal calo di natalità, è una risposta e offensiva per Como, Città Creativa Unesco per l’Artigianato e l’Arte Popolare ,ad un problema complesso che richiede soluzioni condivise e lungimiranti.

Necessità di un Investimento sul Futuro

Come sottolineato dalle organizzazioni sindacali, la chiusura delle scuole non è una soluzione sostenibile. I servizi educativi di prossimità sono fondamentali per garantire un’istruzione di qualità e per contrastare il calo demografico, incoraggiando le famiglie a rimanere sul territorio.

Invece di ridurre i servizi, il Comune di Como, che non risulta avere problemi di bilancio, dovrebbe investire in:

  • miglioramento delle infrastrutture scolastiche: assicurando la messa in sicurezza degli edifici esistenti e garantendo spazi adeguati per gli studenti e gli insegnanti;
  • potenziamento dei servizi educativi: aumentando il numero di educatori, in particolare per gli alunni con disabilità, e offrendo servizi di pre e post scuola.
  • sostegno alle famiglie: attraverso politiche che favoriscano la conciliazione tra lavoro e famiglia.

Un Appello al Dialogo

Le organizzazioni sindacali chiedono al Sindaco di aprire un dialogo costruttivo con le forze sociali della città, riconoscendo il ruolo fondamentale della negoziazione sociale nella ricerca di soluzioni condivise. La chiusura dei plessi scolastici avrà un impatto significativo sulla vita di studenti, famiglie e lavoratori del settore dell’istruzione, e le decisioni in merito al futuro dell’istruzione a Como devono essere prese con la partecipazione di tutti gli attori coinvolti.

È fondamentale che il Comune di Como inverta la rotta, retroceda dalla decisione di chiudere le scuole e destinando maggiori risorse all’istruzione e aprendo un dialogo costruttivo con tutte le realtà coinvolte nel processo educativo. Solo attraverso un impegno concreto e condiviso sarà possibile garantire un futuro prospero e ricco di opportunità per i giovani comaschi.

Cgil Como- Cisl dei Laghi – Uil del Lario

© RIPRODUZIONE RISERVATA
TAG ARTICOLO:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Potrebbe interessarti:

Videolab
Turismo