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Punti di vista

Disprezzo, invenzioni, errori storici, Superman: l’intervista di Rapinese di fine anno, analizzata davvero

Passato qualche giorno, si può rileggere con calma l’intervista rilasciata a La Provincia dal sindaco di Como Alessandro Rapinese per la fine dell’anno. Un tale concentrato di mancato rispetto per le opposizioni al confine con il disprezzo e torsioni della realtà (conditi da qualche letterale invenzione, anche storica) da lasciare basiti. Almeno se si vuole mantenere un minimo di spirito critico in questa città che pure non ha fiatato o quasi dopo la pubblicazione, digerita come un bicchiere d’acqua fresca e senza un commento, un’analisi, una replica (fatta eccezione per la ventina di righe concesse due giorni dopo al consigliere Vittorio Nessi).

Primo esempio. Rapinese, alla domanda di Michele Sada su quali siano state le soddisfazioni in questo primo scorcio di mandato, risponde testualmente così: “Abbiamo comprato la Ticosa e il Politeama e avviato opere per decine di milioni. Il nostro albo pretorio è esploso, sembra di essere tornati negli anni ’70 del boom economico”. Ora, al di là dell’evidente esagerazione senza alcun appiglio alla realtà che si trova nell’ultimo paragone sbagliato anche storicamente perché il boom riguardò il periodo tra la fine degli anni ’50 e la prima metà dei 60, l’acquisto della Ticosa citato dal primo cittadino è qualcosa che non esiste. O meglio, è esistito ma in due fasi che nulla hanno a che vedere con questa giunta. Una risale a ben 40 anni fa, quando l’amministrazione Spallino comprò l’intero comparto dopo la chiusura definitiva; la seconda coincide con la giunta Landriscina, quando il Comune, nel 2018, riacquistò la porzione venduta dall’esecutivo Bruni ai privati della Multi. In questo mandato, Palazzo Cernezzi non ha comprato nemmeno un millimetro di Ticosa, semplicemente perché era già tutta sua.

Dopo una serie di autoelogi da guinness sulle ore passate a lavorare in ufficio e fuori, si passa alla revoca dell’ex assessore al Verde Ivan Matteo Lombardi. E ancora una volta, il sindaco nega trasparenza e motivazioni, cavandosela così: “Ci sono state divergenze, c’erano difficoltà e io devo essere operativo”. Peccato che nella riunione del giorno precedente la brutale cacciata del miglior assessore della giunta almeno fino a lì, Rapinese abbia parlato di fatti gravissimi e indicibili, vincolando i presenti al silenzio. Pare – riferiscono gli stessi rumors fondati relativi al vertice di lista – che non si tratti né più né meno che di qualche rapporto dialettico con l’opposizione, come accade in qualsiasi sistema democratico locale o nazionale del mondo. Ma la cortina fumogena rimane. Peraltro, Michele Sada, nell’intervista, insiste giustamente e chiede conto del fatto che forse – non risultando instaurata a Como una dittatura dai tratti sudamericani – assommare 12 deleghe oltre al ruolo di sindaco sia un “filino” eccessivo. Da par suo, il sindaco risponde che “non vedo problemi” perché “io sono Superman”. Passiamo oltre, inevitabilmente.

Dopo un’altra infarcitura di “risultati strabilianti” e di auto invocazioni sul suo ruolo di “sindaco forte” serve tornare al 16 luglio 2022, quando il sindaco, al primo consiglio comunale, si presentò con queste testuali parole concilianti, rivolte all’aula e alla città: “Ricordo ogni singolo giorno di quegli anni [all’opposizione, ndr] – ha aggiunto – e una cosa che non ho mai sopportato era sentir dire quando ero in minoranza che era facile fare opposizione. E’ falso, è anche più duro che governare. Da me non mancherà mai il rispetto per chi lavora per passione verso la città. Viva la Repubblica, Viva la Costituzione e Viva Como”. Il 31 dicembre scorso, il “rispetto” è però diventato questa risposta: “Dovrei forse confrontarmi con chi ha devastato la città? Non ho tempo per i perdenti rancorosi. Con chi medio? Con l’opposizione che ha distrutto questa città? Da chi prendo consigli? Da loro?”.

Veniamo poi a uno dei capitoli più incredibili: il Natale. Dopo aver denunciato per settimane che gli organizzatori della storica Città dei Balocchi lo avevano danneggiato, boicottando apposta la città, scegliendo Cernobbio al posto dei bandi spacchettati a Como, il cui risultato è lì da vedere, nell’intervista a La Provincia Rapinese ribalta tutto e forse svela finalmente qual era il suo unico obiettivo: “Ho detto che avrei distrutto le lobby e lo faccio […] il mio obiettivo era distruggere la lobby del Natale“. Insomma, era lui che voleva annientare per principio i precedenti organizzatori, almeno ora si sa.

Sada giustamente chiede conto anche del fatto che a oggi il Comune capoluogo – al netto del bando appena pubblicato per ingrossare lo staff – non comunichi pressoché nulla della propria attività se non pochissime informazioni puramente tecniche o celebrative tramite una mail, di fatto consegnando tutto il grosso della comunicazione nelle mani e nelle volontà del sindaco (che infatti si è scelto con cura i media con cui parlare). Poi, sul sindaco che banna persone a centinaia quando non gradite dalla propria pagina facebook (l’unica con cui si potrebbe interagire almeno informalmente con il sindaco), ecco la risposta: “Mi confronto solo con i cittadini interessati all’amministrazione, non ho tempo per i perdenti rancorosi. Il 99% degli apprezzamenti (forse anche perché gli altri sono impediti, ndr) ai messaggi che mi attaccano arrivano da ex candidati sconfitti o da loro parenti”. Insomma, devi essere d’accordo o sparire, alla faccia del “sindaco di tutti”.

Infine, piscina di Muggiò, la cui riapertura era stata garantita dal sindaco nell’ultimo confronto di campagna elettorale al Teatro Sociale entro “3-6 mesi”. A oggi (e probabilmente non prima di fine gennaio) nessuno conosce nemmeno la relazione commissionata dal primo cittadino agli uffici per rivedere ovviamente quel termine totalmente disatteso. Eppure, a Sada Rapinese risponde così: “Ho fatto esattamente quello che avevo promesso. Non ho potuto avviare subito l’iter perché l’ufficio ha dovuto gestire tutto il Pnrr e tutto il Patto per la Lombardia”. Non si capisce, dunque, su quali presupposti fosse nata la promessa di “3-6 mesi”.

Questa intervista, insomma, è il vero documento programmatico servito ai comaschi dal sindaco di Como per il 2023. Auguri a tutti.

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33 Commenti

  1. Bobo love, you’re in luck – I’m an English language examiner. That’s my job, babe. This means that instead of self-professed claims of having perfect English, I can test you if you really want to put your ‘perfect English’ (cit) to the test. That way you’re not both the tester and the testee (far too easy, baby!). What says you? Maybe we can meet and chill over a chamomile tea? I see we both sorely need one. And you can tell me all the things you like about our current leader (che non disdegna di usare the occasional word in inglese, vedo. Ma lui non lo sa che “Siami in ITALIA!!! QUI SI PARLA ITALIANO!!”?)Think about it, hun. Have a nice, chill day.
    Xxxx

    1. Ho già risposto prima!!! Non voglio avere una discussione con lei che è solo tutta una polemica sul personale! Si scrive in italiano perché tutti devono poter capire e anche nel rispetto di ComoZero che mette a disposizione argomenti. Non è una discussione sulla camomilla tra me e lei!…che fa anche ridere in un certo senso. Grazie per l’ invito, come avessi accettato! (ahahah).

  2. Bobo, certo che vale per tutti. Essere un personaggio pubblico, rapportarsi con la stampa, andare sui social, vuol dire aprirsi al confronto.
    A lei viene in mente qualcuno – non necessariamente un politico, Cina e Corea del Nord escluse – che banna sistematicamente chi gli avanza una critica?
    E non si parla di mettere alla porta degli haters, qui basta mettere un like su un’altra pagina per essere bannati dal profilo del sindaco.
    Lo sanno anche i bambini che andare sui social aumenta la tua visibilità ma ti espone anche a critiche delle quali avresti fatto a meno.
    Gestirle di fatto è un lavoro, al quale però non puoi sottrarti. Per farlo, di solito la gente che può permetterselo assume dei social media manager.
    E con ogni probabilità, Rapinese potrebbe pure farne a meno, tanti sono i suoi rapi-fan pronti a difenderlo a spada tratta.
    Per non parlare poi della scelta di non confrontarsi con giornalisti non allineati.
    Non so se riesco a rendere l’idea, ma qui è quasi una questione cavalleresca. È come se lei decidesse di fare una partita a carte solo con avversari che la lasceranno vincere.

    1. I siti di social network offrono agli utenti informazioni a cui non avrebbero altrimenti accesso, di contro espongono anche chi li frequenta…lo vediamo anche noi…su di noi…tra di noi…si trova di tutto…e anche noi ci comportiamo di conseguenza. La miglior cosa è ignorare. Non rispondere. Escludere chi ci infastidisce. Chi è fuori tema.
      Questo sindaco si comporta/o vuole comportarsi da Sindaco di “nuova generazione”. Molto attivo in termini di comunicazione, ma a volte maldestro. Quando viene attaccato (a volte a ragione a volte a torto….diciamolo! A volte anche a torto!) rivela uno stress a livello relazionale verso chi muove accuse e critiche. Come se si sentisse sempre ingiustamente travolto. ComoZero fa il suo mestiere, quando posta articoli sul Sindaco ottiene grande partecipazione e si va avanti così cavalcando l’ onda, giustamente.
      Il Sindaco è stato votato. E’ stato scelto. Certo Marco che hai reso benissimo l’ idea e la penso come te, ma non diciamo che siamo addirittura in dittatura perché questo non è accettabile.

      1. Voglio fare una modesta considerazione da quanto vedo girando la città, che era nel degrado assoluto, con questa amministrazione vedo lavori ovunque e sta prendendo una fisionomia di pulizia e di ordine.
        Cosa hanno fatto negli ultimi 15 anni le precedenti amministrazioni? Hanno concretizzato poco!
        Rapinese è stato parecchi anni in minoranza e si è reso conto delle criticità e del mal funzionamento, sta mettendo le cose in ordine!! Potrebbe essere scomodo invece apprezzo, questione di credere, in certi casi, nel senso civico
        Non giudico il suo carattere però sono convinta che a Como per governare occorra polso e fermezza.
        La tempestività nell’ intervenire anche nelle piccole cose non è da poco.
        Le critiche sono utili se costruttive e non solo per prendere posizioni solo
        Per contrastare, vedi certe posizioni della minoranza.
        Sono tra quelli che hanno votato Rapinese e che sono contenti di come stia funzionando la giunta ! Lavorano e lasciamoli lavorare è solo Per il bene della città !

  3. Il delirio di onnipotenza del Sindaco che si definisce Superman è stato definitivamente svelato; ma denigrare tutti indistintamente come beceri e inetti non solo denota scarsa educazione e rispetto ma anche incapacità politica che, a medio termine, lo può condurre alla autodistruzione insieme alla sua Giunta. Chi sarà il prossimo Assessore che verrà defenestrato per aver osato non sottostare alle sue disposizioni? Non resta che attendere, a meno che tutti gli Assessori fedelissimi si accontentano di un biscottino.

  4. Chill, Bobo. È chiaro a praticamente tutto Como che Rapinese è un wannabe Trump tranne ai suoi seguaci e gli assessori che devono per forza pendere dalla sua labbra se vogliono mantenere il posto. Per far lo breve – siccome non le piace ‘tanta robaaaaa’ dico soltanto questo: cercarsi disperatemente qualche giornalista e/o assessore in più con la schiena dritta.
    Hope that’s clear enough for you, babe. I’m here for you if you need a translation.

    1. Non si preoccupi signora Amanda, parlo e scrivo in perfetto inglese, ma non mi interessa scrivere in altra lingua che non sia in Italiano a ComoZero perché sinceramente non vedo il motivo di inserire frasi in lingua straniera!
      Mi dispiace che si sia così evidentemente offesa! Si tranquillizzi.

  5. Signor Bobo, nel mondo libero gli anticorpi ci sono: la stampa chiede quello che vuole e l’intervistato risponde; e se non risponde, i cittadino liberi non gliela fanno passare.
    Nel Rapimondo (come in Cina) le domande le fanno solo i giornalisti accreditati, e se si dimostrano troppo impertinenti vengono messi dalla porta.

    1. Sign. Marco, questo vale solo per questo sindaco?
      Non riguarda questo articolo però..!
      Hai ragione in parte….secondo il mio modesto parere, ovvio.
      Buona serata.

  6. Sinceramente ci sarebbe da ridire anche sul fatto che lui e gli assessori lavorino 10 ore al giorno.
    A parte che non siamo in una catena di montaggio, quindi se per fare delle cose per cui serve un’ora loro ne impiegano 10 è un problema di loro capacità, non certo sintomo di efficenza.
    E comunque a me risulta che ci siano assessori che continuino con i loro vecchi lavori, quindi non possono essere 10 ore al giorno sulle problematiche del comune.
    Poi, se le dieci ore di lavoro le passano a fare video …

  7. Emanuele Caso si spinge fin dove la sua buona educazione e il rispetto per i colleghi glielo consentono; l’ultimo passo dovremmo farlo noi.
    Appurato che il sindaco spara palle a tutto spiano (lo dimostra egregiamente proprio Caso nel pezzo, questo è un dato oggettivo) credo che la domanda più interessante che dovremmo farci tutti a questo punto sia “Perché gli organi di stampa gliele lasciano sparare impunemente?”

    □ hanno paura che il sindaco non parli più con loro qualora venisse contraddetto.
    □ non sono preparati, e credono che le cose che spara siano vere.
    □ fanno il tifo per il sindaco.
    □ va bene anche cosi, più ne spara e più la gente si diverte. O si incazza. Comunque, legge.

    1. Hai ragione Marco+Corengia , gli articoli sul Sindaco sono sempre i più commentati. Hai notato? I più interessanti. Tutti commentano con grande partecipazione. Altri articoli con altri argomenti vari rimangono giorni e giorni con zero commenti. Se ne sono accorti tutti, credo. Per questo non mancano! Non credi?

  8. Il suo super ego lo porterà al baratro. E i suoi yes man e yes woman presto o tardi lo abbandoneranno, sempre che non vengano silurati prima (Lombardi docet). Peccato perchè quando l’ho votato avevo ben altre aspettative. Tornassi indietro non lo rivoterei di certo e come me tanti cittadini, commercianti in primis.

  9. Ci vuole molto coraggio per speak truth to power. Soprattutto quando il potere di turno si comporti in modo così intimidatorio con qualsiasi persona non disposta a coprirlo di lodi sicofantici o a rimanere in silenzio. Per questo, faccio i miei più sinceri complimenti a Emanuele Caso per aver avuto il coraggio di alzare la vocescrivendo questo articolo che elenca in modo obiettivo ed articolato tutto quello che non va con il sindaco attuale. Sei un voice in the wilderness ma uno apprezzato.
    Qualche considerazioni sugli uomini forti (in Rapspeak – il leader non-mozzarella) su cui riflettere:
    La cosa strana dei leader uomini forti è che spesso sono molto deboli in termini di attributi personali e idee politiche.
    Nonostante le loro affermazioni autocelebrative, tendono ad essere piuttosto inutili come leader. Il loro comportamento autocratico e aggressivo spesso riflette una profonda insicurezza personale. Le insicurezze personali, insieme con l’analfabetismo economico e la disfunzione politica, li portano a ripararsi dagli attacchi legittimi dentro il loro comfort zone, coccolati e illusi dall’adulazione da loro stessi pretesa sia nella vita reale sia in quella virtuale. Poiché non ammettono dissenso, i dissenzienti e i non sostenitori sono quasi sempre allontanati ed ostracizzati nella vita reale e banditi dalle pagine autopromozionali dei Social. Ai giornalisti non allineati non è concesso un accesso privilegiato. Tale comportamento inducono molti ad avere un comportamento di sudditanza conveniente o paurosa nei confronti del leader ‘potente’.
    Ma c’è una grande differenza tra potenza bruta e resilienza. Il potere bruto si basa sul dominio personale. È essenzialmente antisociale e applicato in modo crudo, di solito senza alcun riguardo per i diritti degli altri. La resilienza, invece, riguarda la forza interiore, l’intraprendenza e l’adattabilità, che nascono dalla convinzione e dalla fiducia nella volontà collettiva piuttosto che in quella individuale.
    Quale di queste due volontà vuole e merita Como?

    1. Tanta robaaaa….anch’ io non ho il dono della sintesi … a volte … però…così è un po’ troppo!
      Il fatto che Emanuele Caso, al quale non manca lo spirito critico, abbia postato l’ articolo, ci ha sottoposto questo pensiero e stiamo commentando liberamente e anche duramente o meno…. cosa significa? Che scenario rappresenta?
      Se non di libertà.
      speak truth to power…signora Amanda non scomoderei Robert F. Kennedy per dire cose semplici!

  10. La destra, responsabile di questo scempio avendolo appoggiato al ballottaggio ( altrimenti col cavolo che vinceva) si assuma le responsabilità e ne tragga le conseguenze.

  11. Luigi+Resti, penso non abbia fatto nulla di male a nessun commentatore e un’analisi comparativa verso i procedenti non viene fatta. Cosa non ha fatto lui che invece facevano benissimo gli altri prima? Perché poveri comaschi?
    Non andrei avanti a parlare del Natale tutto l’anno! Hai ragione a chiederti il PERCHE’ di certi commenti, ma non ti risponderanno. Sono commenti di parte!

    1. Semplicemente con gli altri prima almeno non si aveva la sensazione di essere in una dittatura: o la pensi come Rapinese, o sei fuori.
      Per quanto riguarda il Natale, il discorso è semplice: il fatturato di un negozio è dato dalla moltiplicazione di alcuni fattori tra cui: il numero di persone che entrano (detto traffico), la percentuale di queste che acquistano (detta conversione), e il valore delle scontrino medo. Il Natale di Rapinese ha abbattuto il primo fattore, matematica vuole che il fatturato complessivo dei negozi comaschi non possa che essere diminuito.

      1. Oh Mabi, ma parlare di dittatura non ti sembra esagerato? La d i t t a t u r a …!
        Non ti sembra che invece i negozianti hanno avuto meno profitto per l’ inflazione, luce e gas, la guerra, la pandemia…i tempi che cambiamo…e come abbiamo già detto e ripetuto… crediamo che tutto questo insieme abbia influito molto di più sugli scarsi guadagni che la mancanza delle luminarie. !!!???
        Inoltre, inutile negarlo, come ha già scritto qualcuno, non sono solo io a pensarlo, i prezzi dei negozi in centro sono elevati e lievitati rispetto alla concorrenza on line! Anzi, a dirla tutta, molti negozi sono proprio proibitivi per il ceto medio.
        Quindi? Vogliamo dare colpa di tutto al Sindacooooo? Questo Sindaco?

        1. Caro Bobo, per definizione dittatura è l’accentramento del potere in una sola persona; limitatamente a quanto possibile per un sindaco, oggi a Como c’è una dittatura: Rapinese propone, e alcuni yes man e woman votano “si”.
          O lei pensa che le cosa vadano in modo diverso?

          Per quanto riguarda i negozi concordo con lei che inflazione, luce, ecc abbiano influito tanto; ma proprio per questi problemi, presenti in tutte le città italiane, andava attratta quella gente che invece è andata altrove; più traffico esterno c’è, più acquisti ci sono.
          Si legga un qualsiasi articolo a riguardo (gliene linko uno a caso per comodità https://www.tcgroupsolutions.com/it/blog/kpi-piu-importanti-in-un-negozio/)

  12. È importante non cadere nella trappola comunicativa di Rapinese Sindaco. La visione distorta della realtà non ha nulla di patologico, semplicemente serve per giustificare i futuri insuccessi. Come? Semplice. Rapinese Sindaco indica, senza mai nominarli, i tanti potentissimi e fantastici nemici che boicottano la sua gestione. Chi sono queste lobbies cittadine? La Spectre? Moriarty?😊. Accusa le opposizioni di aver distrutto la città e giustifica in questo modo l’assenza di un confronto democratico con chi rappresenta il 73% degli elettori. Rapinese Sindaco si accredita operazioni non fatte da LVI e forse perfino ai tempi contestate (l’acquisto della Ticosa ad esempio) o fatte da LVI anche con l’approvazione della minoranza (l’acquisto del Politeama), ecc. ecc. Ormai il personaggio è ben delineato basta solo riportarlo all’evidenza della realtà: le promesse in campagna elettorale, gli assordanti insuccessi (Natale a Como, il parcheggio vuoto in comune), le goffe marce indietro (il Regolamento sul consumo degli alcolici corretto dagli “addetti ai lavori”, le licenze dei taxi) e, infine, le piccole gelosie (l’allontanamento dell’Assessore che gli toglieva visibilità). Insomma, è sufficiente fare opposizione senza cadere nell’inganno di discutere su una realtà che esiste solo nelle sue fantasie. Povero Rapinese Sindaco! Non ci sono dubbi. Il grande manovratore è sicuramente Lex Luthor! 😊

  13. L’odio del Sig. Rapinese verso le persone che a suo dire “hanno distrutto Como” -per quanto la Città natalizia sia apparsa assai più triste e malinconica con lui “al comando”- rappresenta l’evidente riferimento ai rivali detestati per poter giustificare la sua stessa presenza. E tale riferimento sarà sempre maggiore, minori saranno i risultati che inevitabilmente egli otterrà rispetto agli stessi rivali. Al riguardo, occorre riconoscere quanto sia strumentale per la sua stessa sopravvivenza la necessità di disprezzare chi lo ha preceduto e di denigrare chi lo contraddice. È la parabola populista di chi, anziché progettare il futuro in autonomia e creatività, resta ripiegato sulla presenza dell’oggetto odiato solo per poter continuare a esistere. E, ancor più, tale distorsione si manifesta quando si pone legittimamente in dubbio la necessità della sua permanenza per il bene della città. L’odio, come disse Lacan, è “una carriera senza limiti”. Non pare complicato mettere in risalto questa dipendenza e le inevitabili storie di volte in volta utilizzate per stravolgere la realtà dei fatti a proprio uso e consumo.

  14. Seriamente, ma davvero tutti i suoi assessori e consiglieri sono sulla stessa lunghezza d’onda? Cioè, di fronte a una simile assurdità, davvero tra tutte quelle teste non ce n’è una (a parte Lombardi) che sia in grado di dire: forse qui si sta esagerando? Nella grottesca vicenda Rapinese è questo l’aspetto più squallido.

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