Oggi il quotidiano Repubblica ospita una surreale intervista a Laura Ravetto, deputata di Forza Italia incidentalmente eletta nel collegio di Como giusto 15 mesi fa. In estrema sintesi – ma il consiglio, soprattutto verso chi ha simpatie per la (fu?) creatura berlusconiana, è leggere per credere – la parlamentare discetta di un partito morto per le faide interne, diviso per bande, lontano dai cittadini, in crisi di leadership, pronto in autunno a un congresso che si annuncerebbe farsa.
La frase capolavoro è: “Quel risultato è figlio di un elettorato che non capisce più come la pensiamo, che cosa vogliamo fare, qual è il progetto di Paese che coltiviamo”.
Beninteso, tutte frasi largamente condivisibili. E se già non lo fossero in sé, tutto sarebbe comunque confermato dal freschissimo 8% preso a livello nazionale alle ultime Europee e dal 9% in provincia di Como. Eppure, perdonate l’impertinenza di questa rozza voce di provincia, cari “big” della moribonda Forza Italia, è impossibile non esclamare: “Da che pulpito, cara Ravetto!”.
Da che pulpito una deputata paracadutata a Como dal nulla si scandalizza per l’evaporazione del partito sui territori e in tutta Italia dopo che quello stesso partito ha catapultato qui, nel marzo 2018, a partire dalla stessa Ravetto, un microesercito di fantasmi, nello stesso momento in cui la Lega puntava sui comaschi doc (Alessandra Locatelli), erbesi doc (Eugenio Zoffili, Erika Rivolta), canturini ultradoc (Nicola Molteni) più un forestiero acquisito che comunque siede nel consiglio comunale nel capoluogo (Claudio Borghi). Pure il Pd ha scelto una comasca (Chiara Braga), così come Fratelli d’Italia (Alessio Butti tra Como e Lecco) e il Movimento Cinque Stelle (Giovanni Currò). Forza Italia, invece, gli alieni.
Da che pulpito, dunque, Ravetto spiega la dissoluzione incombente della creatura di Berlusconi quando – assieme a lei – un minuto dopo le elezioni comasche degli Ufo targati Forza Italia (Licia Ronzulli, Adriano Galliani), i sorrisi e le quattro svogliate strette di mano da campagna elettorale sono evaporati e riapparsi unicamente a Roma in questi 15 mesi, con il bottino di voti lariani ficcato in cantina tra salami, rottami e sacchi neri.
Da che pulpito un partito che ai suoi vertici, qui, in questa provincia, è sostanzialmente rappresentato (si fa per dire) da fantasmi televisivi, può pensare davvero a una rinascita, quando sfrutta biecamente e poi umilia un intero territorio e i suoi elettori (i pochi rimasti, almeno)?
Da che pulpito si possono addossare colpe ai pur misteriosissimi e ormai asserragliatissimi circoli vip romani per l’asfissia forzista, quando un capoluogo della ricca, produttiva, operosa Lombardia viene trattato come uno zerbino da un gruppo di desaparecidos?
Da che pulpito ce la si può prendere con le faide interne (che pure contano) quando a livello locale – fatta eccezione per il presidente del consiglio regionale Alessandro Fermi e, almeno per ruolo, per il coordinatore provinciale Mauro Caprani – in Forza Italia non si assiste ad altro che anarchie assolute di iscritti, militanti ed eletti, con la stessa Como – dove il gruppo consiliare è ormai pressoché forza d’opposizione al sindaco di centrodestra che pure sostenne nel 2017 – in cui non si coglie una direzione, una logica, una visione di prospettiva ma soltanto guerriglie quotidiane sui temi più disparati?
Perché oggi, del partito che un tempo qui rappresentava quasi una dependance di lusso di Silvio Berlusconi, non resta quasi più nulla. E se “il quasi più nulla” coincide comunque con l’ammirevole gruppo di superstiti che, in qualche modo, prova a non ammainare la bandiera tra sparute rappresentanze istituzionali, sedi e urne vuote, il passo successivo è il Nulla Assoluto.
Il passo dopo sono i parlamentari più inesistenti che questo territorio (non) abbia mai conosciuto. A iniziare da Laura Ravetto, Licia Ronzulli e Adriano Galliani. Che a Como, dalle elezioni del 2018, non si sono visti una volta. Una, dico.
redazionecomozero@gmail.com
16 Commenti
ricordo molto bene che, quando nel 2017 Anna Veronelli venne fatta fuori dal giornale La Provincia (sigh!), nel corso di un incontro presso la sede elettorale FI in via Mentana, Lara Comi (doppio sigh!) disse che per la Veronelli stessa era pronta la candidatura alla Camera
Bhe guardi i comaschi han barrato un simbolo col mio nome… cosa che non han fatto per gli altri Ronzulli o Galliani. Detto questo io molto volentieri vorrei essere candidata dove vivo (a Milano) o dove sono nata (a Cuneo) ma invece al posto mio han ‘catapultato’ persone molto meno rappresentative di me ???e comunque- a fronte di gente come lei – x fortuna ho continue testimonianze anche di comaschi che esprimono stima x me e il mio lavoro
Como è una buona ruota di scorta?
Be’ poteva sempre non accettare la candidatura se non era d’accordo su dove l’avrebbero “catapultata”.
Essere parlamentare non è un obbligo da perseguire a tutti i costi e Como non è una ruota di scorta.
Troppo facile avere gli attributi ( che brutto sentire da una bocca di una donna) avendo ottenuto il posto ottimamente pagato senza attenzione al territorio che l’ha dovuta eleggere, e che non le compete a rappresentare i Comaschi
Ah e ps La mia intervista non è surreale ma da donna con le palle. Chiedete di tirarle fuori anche ai vostri beniamini comaschi Fermi etc..???
Siete finiti perché il vs partito non conta più nulla, dal sig. Fermi alla sig.na Rivetto eletta e mai stata a Como, complimenti! Espressione del territorio è obiettivamente Anna Veronelli, un vulcano di idee e con uno spiccato amore x la sua città. Perché non è mai stata candidata dopo tutto quello che ha fatto x la città quando per ben due mandati ha fatto l’assessore alle Politiche Educative? Lei, sig.na Rivetto non è espressione del territorio ma ormai si trova a Roma e ci dovrebbe rappresentare visto che i voti arrivano da qui…non aspetti la chiamata di Fermi o chicchessia, venga per sua volontà e desiderio, noi comaschi lo meritiamo più di un gelato… la saluto cordialmente. Vincenzo
Riprovo.
Sono così d’accordo con voi che 1) non capisco perché io non sia stata candidata a Milano dove vivo o in Piemonte dove sono nata e dove al mio posto han candidato traditori che prima sono andati con Alfano e poi tornati 2) il miracolato da Como è Antonio Palmieri che è entrato in Parlamento grazie al fatto che io ho vinto il collegio (io sarei entrata comunque visto che ero capolista) 3) ho chiesto un sacco di volte di organizzare qualcosa a Como con me ad Alessandro Fermi e al suo collaboratore ma non ho mai avuto riscontro. Paura? Se non è cosi basta che mi chiamino. Io certo non vengo Como per prendere un gelato in centro 4) Il collegio di Como si è vinto grazie ai voti della Lega (e di questo ringrazio Salvini) non certo grazie a FI. La mia mail è ravetto_l@camera.it se volete contattatemi ci vediamo e facciamo tutte le interviste che volete ( ma nn vi garantisco che verranno anche Ronzulli e Galliani ???). Saluti Laura Ravetto
Come mai la mia risposta non viene pubblicata? Laura Ravetto
Onorevole buongiorno. Non abbiamo ricevuto risposte. La mail nel caso è redazionecomoZero@gmail.com Appena arrivasse la pubblicheremo integrale.
Certamente ForzaItalia ha avuto, fin dai suoi inizi, una idea ben stutturata di Paese e di politica locale.
Ma la sensazione che se ne ha da fuori è che proprio quella visione politica stia alla base del decadimento del partito: l’illusione di progredire nella propria posizione sociale semplicemente pensando e comportandosi da sprinter sta avendo meno presa tra i poveri (che sono diventati più poveri di allora); ci sono formazioni politiche che hanno maggior presa perchè puntano a una povertà più dignitosa invece che a una povertà all’inseguimento della ricchezza.
Il fondatore maximo schiatterà presto e tutto cadrà nell’oblio per chi resta provvisoriamente viva/o.
Simpatico articolo, ma perché mi definite “forestiero”? Sono nato a Milano ma ho casa a Carate Urio, ci sto più tempo possibile e la mia famiglia è di Carate da sempre.
Claudio Borghi
Residente a Milano, deputato a Roma, originario di Carate, già candidato presidente alle regionali in Toscana, poi candidato all’uninominale a Siena (sconfitto da Padoan) ripescato nel proporzionale, sempre a Siena… Perché la Lega ce l’abbia piazzato in Consiglio Comunale a Como rimane un mistero…
Pensa te che botta di culo che abbiamo noi comaschi..
Condivido pienamente l’articolo, Forza Italia paga in provincia di Como i Galliani, Ravetto e Ronzulli, è il mancato consenso alla propria identità e radicamento nel territorio; gente che nulla ha a che fare con il territorio…. solo ripagati (troppe volte) della propria sudditanza al capo; la gente chiede di riconoscersi nei propri rappresentanti territoriali …
Paga anche le sceneggiate della mancata consigliera regionale Giola, della consigliera comunale Patera ora sorella d’Italia, dell’ex assessore provinciale e mancato assessore comunale al turismo Mojoli, tutti (chi prima e chi dopo) [con, ndr] Rinaldin.
E non parliamo dell’assessore Pettignano, ora fratello d’Italia, che ha scambiato la giunta per la bussola di un hotel da cui entrare ed uscire a piacimento.
Paga un coordinatore provinciale che non ha saputo o voluto ribellarsi all’assurda lista di proscrizione del quotidiano locale, che ha impedito al partito di valorizzare l’unico o quasi esponente di rilievo, competente e trasparente, rimasto al partito (Anna Veronelli), negandole un ruolo di peso in giunta comunale.
Paga un coordinatore provinciale che forse non si è ancora accorto di non esser più il sindaco di Albavilla, e che dovrebbe rappresentare un territorio ben più ampio.
Paga un fallimento generalizzato di tutti, inutile dare la colpa a una o due persone.