Solo 20 giorni fa un “cruccio” è diventato, all’improvviso, un appello al sindaco Mario Landriscina. L’ex assessore alla Viabilità e al Verde (seconda giunta Botta, 1998-2002), Nini Binda, ha rilanciato con forza la sua utopia mai realizzata: la recinzione completa dei giardini a lago (qui).
La proposta, poi, ha incassato il sostegno del consigliere comunale di Forza Italia, Enrico Cenetiempo (qui).
Sul tema interviene oggi un notissimo magistrato comasco, collaboratore della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle ecomafie, Giuseppe Battarino*.
Un contributo ad ampio spettro, che riceviamo e pubblichiamo volentieri, dove emerge, tra l’altro la proposta di intitolare i giardini pubblici a Felice Bernasconi (notissimo imprenditore e politico comasco, ex sindaco, consigliere regionale e abbondino d’oro, scomparso nel 2008) e a Giordano Azzi (ingegnere, politico e poeta, fu assessore all’Edilizia con Antonio Spallino, umanista di profonda radice socialista.
Non so quale seguito (concreto) avrà il richiamo di Nini Binda a ripensare i giardini a lago recintandoli; né se la questione si legherà a quella della sicurezza – reale o percepita – che emerge nella sottolineatura del consigliere Cenetiempo.
Ma, siccome le parole sono sostanza e ricchezza, e quando sono serie suscitano riflessioni, rimango al nome “Parco delle Architetture e delle Memorie” a cui Nini Binda si è riportato.
Le architetture di quel luogo parlano da sé e potrebbero semmai essere meglio tutelate e valorizzate: ma in tempi in cui sembra che si debba propagandare il “4.0” altrimenti si è out, il tema della memoria è invece centrale.Non possiamo diventare disancorato plancton di superficie, spostato da ogni soffio di social network o di sondaggio, le radici del pensiero e della storia, anche recente, sono indispensabili per non andare alla deriva.
Le memorie che incoronano i giardini sono quelle delle scoperte di Volta, della grande stagione creativa del Razionalismo, della Resistenza. Che cosa viene dopo? La nostra Repubblica 1.0, che non può essere obliterata dalla mediocrità iconoclasta ma che va ricordata per quello che ha dato, anche alla nostra città.
E allora la riflessione è: perché non intitolare i giardini (quelli a lago, ma anche i limitrofi “ex zoo”) a due comaschi in ideale continuità con le architetture e le memorie di quel luogo?
Giordano Azzi, testimone della storia e della cronaca della democrazia riconquistata, intellettuale socialista, interprete di Volta nell’epopea del trasporto pubblico comasco.
Felice Bernasconi, che di Como ha rappresentato la realtà economica in evoluzione ed è stato avveduto amministratore pubblico democristiano, e che quei luoghi ha sempre vissuto.
Insieme, per dire ai contemporanei che c’è stato un tempo in cui le idee (elaborate, maturate) si confrontavano con forza e producevano fatti, non ci si limitava a gridarle e cliccarle.
Interventi, adesioni e controdeduzioni: redazionecomozero@gmail.com
*Giuseppe Battarino, nato a Lugano nel 1959, è laureato con lode in giurisprudenza nell’Università Cattolica di Milano. Ha lavorato in un’azienda di telecomunicazioni, è stato dirigente del Comune di Como. Magistrato dal 1991, ha svolto le sue funzioni come giudice e pubblico ministero in Lombardia e in Calabria; dal 2015 collabora con la Commissione parlamentare d’inchiesta sulle ecomafie.
Ha insegnato diritto processuale penale nell’Università dell’Insubria.
E’ autore di saggi, romanzi e lavori teatrali. E’ presidente del Premio letterario Chiara Giovani e componente del comitato d’onore del Premio letterario Città di Como.
2 Commenti
la cultura e la passione per questo territorio di Giuseppe Battarino sono risorse che Como dovrebbe sfruttare.
Mi sfuggono i meriti di Bernasconi per Como soprattutto nulla ha fatto per i giardini a lago. No grazie