Di Greta Gorla, della sua malattia ma soprattutto della sua straordinaria forza avevamo raccontato qualche mese fa quando, in pieno Covid, ci aveva scritto per lanciare un appello che fatto da lei, affetta da una malattia genetica rara (la Poliposi Adenomatosa Familiare), era risuonato con ancora più forza in giorni in cui tutti ci stringevamo attorno a chi stava combattendo in prima linea l’epidemia: “Finita l’epidemia cosa rimarrà? Sarete ancora disposti a finanziare per aiutare i pazienti con malattie rare, per migliorare gli ospedali o garantire corsi di formazione, per sperimentare nuovi farmaci o nuove cure?”.
E oggi questo scricciolino di neppure 30 anni, ma con la forza di una leonessa che le ha permesso di superare sette interventi e l’asportazione di parte dello stomaco, ci ha contattati di nuovo dopo l’ennesimo controllo in ospedale con una richiesta che non possiamo che essere felici di esaudire. L’esito di quella visita è e deve restare una cosa sua, ma il desiderio di Greta è quello di dire grazie a chi, tra emergenze sanitarie, protocolli da seguire e liste d’attesa sempre più lunghe non smette di prendersi cura delle persone oltre a occuparsi di curare le malattie.
Riportiamo per intero il suo messaggio rivolto a medici e infermieri dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano ma anche un suo appello, doloroso ma nello stesso tempo bellissimo nella sua durezza.
Perché Greta invece di limitarsi a pensare al suo difficile percorso di guarigione è una di quelle persone che trovano la forza per combattere non solo per se stesse ma anche per gli altri, in questo caso per i bambini ricoverati nel reparto di pediatria oncologica che hanno il diritto di poter studiare come tutti i loro amici e che invece sono esclusi da qualsiasi forma di sostegno.
“Loro non sono alunni diversi anzi, sono un esempio da seguire perché pur sotto cure non si tirano indietro e oggi, senza questo sostegno, si sentono rammaricati e esclusi dalla didattica – scrive – siamo già in contatto con prefetto, sindaco e Ministero della Salute ma senza nessuna risposta. Perché questa diversità? Cos’hanno in meno per non aver diritto all’istruzione?”.
Ed ecco invece il messaggio di Greta per medici e infermieri che la stanno seguendo:
“Questo mio messaggio è per ringraziare pubblicamente l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, uno dei migliori centri oncologici in cui non si cura solo il tumore o cancro ma ci si prende cura della persona e del suo aspetto psicologico. Ciò che mi ha fatta emozionare è che, a differenza di altri ospedali in cui è allestito un reparto Covid, qui non si fanno distinzioni.
Ogni paziente Covid o tumorale è seguito alla perfezione. Ogni singolo medico è in prima linea per aiutare il paziente malato. Alcuni purtroppo hanno avuto la positività al virus ma mai nessuno di loro, dopo varie cure e quarantene, si è mai tirato indietro.
Quante notti in bianco per ogni medico, infermiere o volontario! È proprio da loro che bisogna prendere spunto e andare avanti con la ricerca senza perdere la speranza”.