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In Svizzera stop alle adozioni internazionali: “Estremo, per evitare i furti in banca chiudete le banche?”

Nei giorni scorsi davamo conto di questa notizia: La Svizzera ha deciso: stop alle adozioni di bambini provenienti dall’estero. Il progetto di legge vedrà la luce entro la fine del 2026. Sulla questione ospitiamo molto volentieri l’intervento della scrittrice, musicista, speaker e celebrante laica comasca Paola Minussi che peraltro conosce molto bene la Svizzera poiché è anche concertista e docente di chitarra classica alla Musikakademie Basel (Svizzera tedesca). Non solo, il tema le è particolarmente caro soprattutto perché è madre adottiva di due figli.

Ecco quanto scrive:

Mercoledì sera mentre viaggiavo in auto da Basilea e Chiasso e ascoltavo Rete Uno ho sentito in anteprima nel radio giornale svizzero la notizia della volontà della Confederazione di abolire l’adozione internazionale.

Non ci potevo credere!

Uno dei Paesi più ricchi del pianeta che nega aiuto a minori in difficoltà che cercano una famiglia. Sono rimasta allibita. Come madre adottiva di due figli, una nata in Italia e uno arrivato dall’ India tramite adozione internazionale, questa decisione mi lascia incredula e amareggiata. Comprendo il bisogno di contrastare gli abusi che purtroppo si sono verificati in passato, ma chiudere del tutto le adozioni internazionali non è la soluzione giusta. È come se, per evitare il rischio di furti in banca, si decidesse di chiudere tutte le banche: una misura estrema che punisce chi opera nel rispetto della legge e, soprattutto, penalizza i bambini che potrebbero trovare una famiglia.

Paola Minussi

Ho sempre creduto nell’adozione come atto d’amore e di responsabilità, ma anche come percorso che deve essere trasparente, etico e legale. La Svizzera ha il dovere di vigilare e migliorare i controlli, non di negare ai bambini in difficoltà la possibilità di avere un futuro migliore. In molti Paesi, purtroppo, la realtà dell’infanzia è fatta di abbandoni, istituti sovraffollati e assenza di prospettive. Non tutti questi bambini possono essere adottati nel loro Paese d’origine, e l’adozione internazionale rappresenta per loro l’unica possibilità di crescita in un contesto familiare amorevole.

Non è chiudendo la porta che si evitano le illegalità, ma rafforzando le regole, collaborando con i Paesi d’origine e garantendo processi sicuri e tracciabili. Chi, come me, ha affrontato l’iter adottivo sa bene quanto sia già complesso, lungo e regolamentato. Rendiamolo ancora più sicuro, ma non neghiamo ai bambini la possibilità di avere una famiglia solo perché in passato si sono verificati degli abusi. Non è giusto e non è degno di un Paese che si definisce attento ai diritti umani.

Non posso fare a meno di chiedermi se questa decisione sia davvero motivata solo dalla volontà di prevenire abusi o se, piuttosto, rientri in un quadro più ampio di chiusura e di egoismo politico. Viviamo in un’epoca in cui i Paesi del primo mondo alzano muri invece di costruire ponti, in cui la Svizzera stessa sta riducendo i fondi destinati alla cooperazione internazionale. In questo contesto, la scelta di vietare le adozioni internazionali sembra più dettata dalla scarsa apertura – mentale e del portafoglio – che da una reale preoccupazione per i diritti dei bambini.

Perché invece di investire risorse nel migliorare i controlli e garantire procedure etiche, si preferisce eliminare del tutto un’opportunità di vita per tanti minori? La verità è che chiudere una porta è sempre più semplice che assumersi la responsabilità di tenerla aperta in modo giusto e sicuro. Ma a pagarne il prezzo saranno i bambini, lasciati nei loro Paesi senza prospettive, e le famiglie che avrebbero potuto accoglierli con amore e dignità.

Chi mi conosce e chi conosce la storia della nostra famiglia sa che ci siamo battuti sempre in prima persona per contrastare ogni abuso e malaffare nelle pratiche adottive che abbiamo percorso. Si può e si deve lavorare per una adozione internazionale legale e che si occupi e preoccupi del benessere dei minori MA non è gettando la spugna che si risolvono eventuali illegalità.ù

P.S. leggo ora sul portale della RSI che invece si favorisce la fecondazione assistita. “Questa decisione mira a evitare che le coppie sposate debbano recarsi all’estero per soddisfare il loro desiderio di avere figli, quando il problema è la sterilità della donna. Garantirà al contempo una maggiore inclusività per le coppie non sposate.”

Ma non eravamo già in troppi sul pianeta? Ma chissenefrega della sostenibilità e della accoglienza. Trump docet?
Tristezza infinita…

 

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