Dalla Cisl dei Laghi riceviamo e pubblichiamo una nota sulla riorganizzazione con apertura ai privati degli asili nido di Como. Di seguito il testo integrale.
In riferimento alla decisione dell’amministrazione Comunale di Como di avviare un percorso di razionalizzazione del servizio educativo 0-3 sul territorio, si esprimono alcune considerazioni.
Nel 2024 il numero dei posti autorizzati negli asili nido comunali a Como era di 420 (di cui 390 a gestione diretta e 30 gestiti in concessione)
Il progetto della Giunta con la delibera del 21 febbraio 2025 è di arrivare a rendere disponili per l’anno 2025/2026 351 posti in nidi comunali e 25 posti con tariffa agevolata ed in prospettiva di assicurare il servizio in coprogettazione con enti del terzo settore.
Innanzitutto si conferma la posizione di contrarietà a decisioni orientate alla riduzione complessiva dell’offerta di posti di nido sul territorio e al perseguimento di un criterio che sia finalizzato esclusivamente al risparmio di risorse. Si ritiene infatti che la spesa per i servizi educativi sia di particolare rilevanza tra gli investimenti nel sistema di infrastruttura sociale. Non solo per la risposta al bisogno di conciliazione dei tempi di vita e lavoro delle famiglie ma anche per il sostegno educativo per i bambini e le bambine.
La decisione dell’Amministrazione di non procedere a prossime nuove assunzioni di personale educativo, restando per noi non condivisibile, va rivista. Non può tradursi in riduzione dei posti di nido. E nel contempo si deve garantire il miglior servizio possibile alle famiglie.
La polemica che ripropone la contrapposizione tra gestione pubblica e privata dei servizi non deve indurre a confusione o a tentativi di elusione delle proprie responsabilità: la titolarità e l’impegno dell’investimento delle risorse pubbliche non può in ogni caso venire meno da parte dell’Amministrazione.
Dal momento che un percorso di riorganizzazione libera risorse, si chiede siano reinvestite per qualificare l’offerta, ampliare l’accesso alle famiglie, anche con tariffe agevolate, per raggiungere l’obiettivo di diffusione dei servizi educativi in rapporto al numero dei bambini al 45% al 2030 come già indicato dell’UE.
Inoltre la rilevanza del tema non permette a nostro avviso un’impostazione di scontro. E’ invece necessario assumere una disponibilità al confronto, al dialogo, alla costruzione di progetti partecipati tesi a rendere più inclusive le comunità.
L’evoluzione dei bisogni delle famiglie e l’esigenza di garantire la sostenibilità dei sistemi di welfare richiede reti per innovare gli strumenti di protezione, alleanze tra istituzioni, associazioni, rappresentanze del mondo del lavoro e produttivo.
E’ necessario quindi lavorare affinché la scelta di promuovere percorsi di coprogettazione con gli enti del terzo settore siano occasione di qualificazione dei servizi per le famiglie e anche di valorizzazione del lavoro di coloro che operano nel sistema e non di risparmio per l’Amministrazione, con il ricorso al dumping contrattuale.
Pertanto si richiede l’apertura di un confronto e successivo monitoraggio, con l’Amministrazione comunale in rifermento al percorso di riorganizzazione dei servizi educativi anche per valutare misure tese a perfezionare gli standard qualitativi a garanzia dei bisogni educativi dei bambini, e per assicurare un’offerta adeguata alle esigenze delle famiglie, oltre a promuovere tutele per il personale coinvolto.
Como 1 marzo 2025
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