Cari amici comaschi del Partito Democratico,
ci conosciamo da tanti anni e i nostri rapporti umani e soprattutto professionali per lunghe fasi di questo periodo ventennale hanno sicuramente oscillato tra la collaborazione sincera, i momenti di baruffa, le reciproche incomprensioni e divergenze di vedute, il confronto anche rude quando non di profonda divisione d’opinione su singoli temi.
Credo però che, anche nei momenti più “feroci”, questo inevitabile incontro-scontro tra cronista e militanti sia avvenuto per larghissima parte con reciproca trasparenza e correttezza. E questo senza voler in alcun modo negare reciproci errori di valutazione, accenti polemici talora eccessivi da ambo le parti, acidità ricambiate con furori sopra le righe.
Uscendo dalle contingenze, però, e dunque guardando alla linea complessiva di questi 20 anni nell’ottica del fisiologico rapporto tra un cronista che sovente si occupa di politica e coloro che la politica la portano direttamente in pubblico e nelle istituzioni, non posso negare che, per quanto riguarda la mia summa, il bilancio personale e umano è senza dubbio positivo.
Ho conosciuto molti di voi, da quando il Pd esiste e persino da prima. Con alcuni non ci “prenderemo mai”, con altri esisterà sempre un rapporto magari formalmente impeccabile ma freddo o gelido, con altri ancora la sintonia reale resterà sempre un’utopia. Ed è normale che sia così: accade in ogni ambito della vita, persino tra familiari, ovviamente anche nei rapporti con gli esponenti di altri partiti, su ogni latitudine. Non c’è alcun rammarico né “errore” in questo.
E’ bello, invece, poter riconoscere il valore umano di molti di voi con cui per periodi lunghi o brevi ho incrociato penna, strade e corridoi di palazzo. Persone appassionate, sinceramente dedite alla causa, pronte (spesso davanti al mio stupore anche ingenerosamente sarcastico) a immolarsi in banchetti improbabili, convegni letali, cause perse, mortali “tavoli partecipati” ma anche battaglie ideali, istanti di vittoria, aiuti concreti, militanza disinteressata, fatiche e risultati raggiunti con passione e sacrifici autentici.
Ed è soprattutto pensando a questa (ampia) fetta nobile del vostro popolo, e per quanto mi riguarda pensando comunque alla dignità della storia politica del vostro partito, al ruolo comunque centrale che esso ha svolto in un quindicennio sulla scena politica e istituzionale, alle tantissime figure passate da questo “contenitore” tutt’altro che ideale ma capace di coagulare vicende politiche importanti, realmente vissute, incarnate con coraggio e con ruoli di enorme responsabilità (vedi i vari presidenti del Consiglio espressi, i presidenti di Regione, i sindaci di grandi e piccole città, il nugolo di consiglieri e assessori anche nei più piccoli paesi), ecco, è pensando a tutto questo che mi e vi domando: come potete permettere di essere sbeffeggiati da una foto così?
D’accordo, ora sappiamo che non è stata scattata davvero nella sede del partito ma in una casa privata, ma il messaggio non cambia: come potete non reagire, come potete accettare supinamente e così debolmente – peraltro in un momento di estrema difficoltà per il Paese intero e per voi stessi, senza segretario – che degli assoluti “nessuno” vengano e pretendano di occuparvi la sede, di campeggiare idealmente coricandsi sopra la vostra storia, i vostri valori, i vostri ideali, l’azione delle donne e degli uomini che il vostro simbolo lo portano nelle vie e nelle piazze d’Italia?
Come potete accettare di non battere ciglio davanti a un gruppetto senza storia né peso (nemmeno elettorale, in fin dei conti) che pretende di entrarvi “in casa”, di dire chi di voi dovrebbe fare e dire cosa, di autoproclamarsi commissari di un partito da milioni di voti nel corso di una scampagnata romana?
Come potete accettare la passiva parificazione con questo pulmino delle vacanze, irrispettoso persino di Enrico Berlinguer, senza dire beh, senza eccepire alcunché, ignorando i vostri milioni di elettori, i vostri lustri in battaglia, il peso del vostro ruolo davanti all’arroganza ingenerosa di frasi come “il Pd non c’è più”, pronunciata da un Nulla coi boccoli?
Come potete fare questo torto ai vostri militanti, dati in pasto in silenzio a tanta arroganza umiliatrice proprio quando servirebbe una mano tesa e non il baraccone di un circo? Come potete non profferire parola a difesa di chi crede e ha creduto in voi ma – per paradosso – persino a tutela di chi vi ha combattuto, ma non certo con sacchi a pelo, patatine e battaglie di cuscini, bensì quando c’era da depositare schede nelle urne per governare un Paese?
Fa male a me, da puro osservatore esterno e totalmente slegato dal vostro mondo, una tale mancanza di rispetto, una tale irriverenza, una così plateale e bassa speculazione sulla vostra crisi. E lo direi per tutti, non solo per voi.
Come fa a non far male a voi? Come fate a stare zitti e ad accettare tutto questo? Come?
3 Commenti
Se ho capito bene sarebbe Renzi l’uomo giusto al posto giusto (segreteria del Pd). Ma il Renzi d’Arabia bis è di sinistra?
Non intendevo assolutamente questo. Renzi e i suoi hanno preso la loro strada. Ci mancherebbe altro. Intendevo semplicemente dire che “non si fanno nozze con i fichi secchi”. E francamente non possiamo neppure dire che questi siano troppo “fichi”. ?
Non è tanto sorprendente la minaccia di occupazione della sede del PD da parte delle sardine e la scontata candidatura di Grillo alla Segreteria del PD. È sorprendente il modo, i tempi, i contenuti e le motivazioni delle dimissioni del Segretario Zingaretti. È la prima volta che un Segretario di un Partito si dimette manifestando la propria assoluta impotenza a gestire le sorti della sua organizzazione, che per inciso rappresenta il 20% degli elettori e, al contempo, accusando i dirigenti del suo Partito di essere i veri padroni del campo. In altri termini, ha candidamente ammesso che in questi due anni era il pupo di tanti pupari. Beato lui, beati loro.
Ma quello che veramente è sorprendente è che molte donne e molti uomini del PD abbiano seriamente pensato che Zingaretti potesse essere l’uomo che mandava in soffitta il “renzismo” e Renzi. Il confronto tra i due è impietoso. Renzi sarà odioso, bullo, arrogante ma è assolutamente portatore di un modello e di una visione della politica e della società, accettabile o meno, che tuttavia è chiaro e definito. Per mandare in soffitta lui e i suoi amici si sarebbe dovuto prospettare una nuova visione della politica, sicuramente più di sinistra più a fianco dei lavoratori e delle classi meno agiate, ma chiara, condivisibile e definita. Questi amici pensavano che Zingaretti ci sarebbe riuscito? Sarebbe riuscito a mettere d’accordo le anime del Partito? Avrebbe messo d’accordo gli ex-renziani, gli ex-dalemiani, gli ex-veltroniani? Sarebbe riuscito a trovare la sintesi? Questo è quello che sorprende, l’ingenuità di chi ha scommesso su di lui e lo ha votato alle primarie.