L’anno rapinesiano, raccontato, descritto talora indirettamente, quando non involontariamente (?) celebrato oggi 26 giugno a 365 giorni dall’elezione. Si leggono e si vedono interviste, a volte compensate da dichiarazioni delle minoranze. Tutto bene. Va così il flusso informativo. C’è qualcosa da osservare però. Per esempio la tendenza del sindaco di Como a elevare a straordinario l’ordinario. La città sotto il mandato di Alessandro Rapinese non è certo peggiorata ma c’è da chiedere se sia migliorata. I fiorellini sulla passeggiata di Villa Olmo li hanno messi sempre e tutti. I cestini svuotati (mica sempre) e le potature e gli asfalti sono il minimo accettabile in un consesso civile. E per il resto? Per il resto da via Paoli scrive bene Francesco Angelini su La Provincia: “[…] nella situazione comasca, dove il modus comunicandi dell’inquilino di palazzo Cernezzi (che oltretutto si considera il proprietario) rende ostico distinguere gli annunci dalle opere realizzate ex novo o da quelle portate a termine dopo essere rimaste in mezzo al guado tra l’amministrazione precedente e l’attuale. […]”. Ecco, appunto. Senza acrimonia, che qui proprio non c’è, bisogna mettere un filo a fuoco le cose: il sindaco ha riaperto il primo tratto di lungolago due volte (la prima da solo, ignorando peraltro questo giornale) ma sono tutti lavori e cantieri che, quando non regionali, risultano eredità di chi è venuto prima (Landriscina). La riqualificazione dei giardini a lago, al netto delle due aziende saltate e opere che andranno a babbo semi-morto, è sempre cosa non sua, così come la pulizia della fontana di Camerlata. E pure i giardinetti di via Vittorio Emanuele. C’è anche altro. Ci limitiamo a questo.
Voltando pagina c’è la piscina di Muggiò con i celeberrimi 3-6 mesi, ma poi. Così via Del Dos e gli elicotteri, ma poi (meriterebbe una parentesi più grande di questa parlare dei non-eventi-estivi, a oggi).
Oggi, sempre su La Provincia, il sindaco ha lanciato il pirotecnico, definendosi “numero uno”, prima era “superman” ma il distillato comunicativo, con ambizione ubriacante, non cambia. L’altro giorno, ospite di Etv, raccontava le 10 ore al giorno di lavoro come pratica stacanovista unica. Appunto, l’ordinario venduto per straordinario. E’ un modus operandi lessicale e grammaticale tipico del primo cittadino, rappresentarsi consunto dall’amore che obbliga al totale impegno per la città, sfibrato dall’azione costante, dal lavoro, per amore, per amore, per amore (ah, giusto, peraltro: la passeggiata dell’amore di viale Geno-via Torno, che fine ha fatto dopo gli 800 video?). Una narrazione stucchevole, ostentata, contrappeso a una del tutto teorica “Como allo sbando” dove se lo sbando c’è mai stato, ecco, al massimo c’è ancora.
Poi si prenda, a esempio, il provvedimento anti alcol. Perché è applicato solo dove serve? Perché il turista con la birretta alla mano comprata al millesimo (!) mercatino organizzato ai giardini a lago non viene multato? La domanda è seria. La risposta potrebbe essere: “Sì, ma si esegue solo dove necessario, nelle zone insicure”. Già. E se domani fanno un provvedimento generale di qualsiasi natura ma lo applicano solo su te che stai leggendo, va bene così?
O si ricordino gli adesivi (adesivi!) messi a terra per gli artisti di strada. Due piogge, un po’ di sole, sono già consumati. E’ un po’ questo il senso, provvedimenti veloci, di spalla, per far vedere che-lo-sai-fare. Poi il maltempo e il sole cancellano tutto. E’ storia. Come è storia il misterioso, mai veramente spiegato (pronti a essere smentiti, se qualcuno avrà argomenti) addio all’assessore Ivan Matteo Lombardi.
Ascoltando e riascoltando, leggendo e rileggendo le interviste di questo 26 giugno si trova l’ennesima conferma di una struttura argomentativa cristallizzata del primo cittadino, da manuale classico per chi ha un poco di dimestichezza con la storiografia metodologica della politica: trascinare il passato al presente, sovrapporlo a forza in netta contrapposizione a chi c’era prima e, di conseguenza, ostentare vittoria permanente e a prescindere. Rapinese non è assolutamente il male di questa città ma, in definitiva, non è molto diverso da chi l’ha preceduto. Qualche dazio lo ha pagato anche lui, vedi il cancello a San Francesco (carissimo alla Lega).
“Eh ma voi di ComoZero siete in lotta col sindaco”. Banale osservazione, con Mario Landriscina furono anni ben peggiori di questo appena passato, scrivemmo articoli durissimi. Solo che allora andava bene a tutti o a moltissimi. E nemmeno con Mario Lucini filò meglio, non su questo giornale ma in Tv, e prima altrove, vi furono scazzi pazzeschi: ponte di Camerlata su tutti. Consideriamo il giornalismo una dimensione professionale assolutamente perfettibile (per noi in primis) ma giocoforza contrapposta a ogni, OGNI, forma di potere. Perché il potere lasciato libero fa una sola cosa: si autocelebra, è onanistico. E non è mai cosa buona.
Un’unica differenza, nella tensione estrema: nessuno dei due sindaci di prima, Landriscina e Lucini, ci tolse mai il saluto o evitò di rispondere al telefono (problema che non si pone per il successore, visto che ha bloccato almeno una parte di questa redazione sul suo smartphone). E i due Marii non hanno mai fatto foto al citofono della redazione di ComoZero. E’ storia pure questa per chi non soffre di memoria opportunisticamente selettiva.
10 Commenti
L’aspetto più curioso del primo anno di Rapinese Sindaco è la differenza con Rapinese d’Opposizione e con Rapinese Candidato. Rapinese d’Opposizione avrebbe perdonato a Rapinese Sindaco i ritardi sulla piscina? La passività con cui sta gestendo i problemi del traffico? Il milionario acquisto del Politeama senza avere uno straccio di idea su come ristrutturarlo? E il dormitorio invernale in via Borgovico? Mah…..E le promesse millantate nei confronti elettorali da Rapinese Candidato e assolutamente disattese? Che fine ha fatto la proroga a Colisseum per via del Doss? E quel famoso rapporto sulla piscina olimpionica che prevedeva il ripristino in 3/6mesi? E il Comune può ancora tutto in tema di licenze dei taxi? Più che un comunicatore è un attore. Cambia comportamento e dialettica a seconda del ruolo che recita. Rapinese d’Opposizione era il Torquemada dei politicanti comaschi, Rapinese Candidato è il Barone di Munchausen che le spara tanto per spararle. E Rapinese Sindaco? Se in tema di licenze può tutto…..facciamogli fare Sordi nel Tassinaro o forse è meglio Sordi, nel Marchese del Grillo? Mah….uno vale l’altro, il genere è quello! 😊
no comment, please
Il NULLA.
la questione più preoccupante (a mio parere) è che certi atteggiamenti “straordinari” (non aggiungo epiteti) con l’andare del tempo vengano recepiti “ordinari”. E’ questo il punto sul quale le persone – e forse anche certa stampa o forze politiche – non danno rilievo. La tendenza ad assuefarsi ad uno stile che con lo stile ha davvero a poco che fare.
Eppure leggendo sui social si assiste a qualche sparata di ex primari che ritengono il Sindaco costantemente attaccato dal quotidiano La Provincia…Sarà il caldo ma tutto questo accanimento io non lo vedo anzi, pare di assistere alla trasformazione del quotidiano in house organ di Palazzo Cernezzi.
“Perché ci deve essere sempre un deficiente di turno che paga per tutti, ca**o? In 12 anni, 24 allenatori: ma ca**o, sarà mica sempre l’allenatore qua che deve pagare,? E i tifosi, abbiano i cogli**i di dare una mano alla squadra, che sono tutti giovani. Io son là 24 ore al giorno, non è possibile una cosa del genere… vergognatevi! E sono arrabbiato perché è uno schifo sta roba qua, io non ho mai visto una roba del genere”. E ridono, e ridono, cosa ridete… abbiate rispetto della gente! Con voi bisogna dire le bugie e fare i ruffiani, come con i tifosi: io non lo sono, ca**o!”. “Don’t worry that some people understand that I said”
Non tutto l’avranno capita, ad ogni modo…geniale !
si si geniale
Una giungla cazo
Un mitomane egomaniaco.
Questo è.