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Il ‘custode’ dell’altro Lago di Como: “Consiglio luoghi lontani dalla folla, amo il turismo lento”

“Quando si visita un luogo, soprattutto se in mezzo alla natura, non bisogna lasciare traccia del proprio passaggio. Bisogna diventare turisti consapevoli”. Maurizio Moro, notissimo fotografo comasco, da anni cattura con i suoi scatti le meraviglie del nostro territorio. Questi luoghi, però, stanno diventando sempre più conosciuti, e di conseguenza affollati. Così Maurizio, da qualche mese, ha iniziato una propria campagna sui social, con l’obiettivo di far conoscere tutte quelle realtà nascoste, lontane dalla frenesia del turismo di massa.

Maurizio, sui social stai promuovendo una campagna per far conoscere i luoghi più nascosti del nostro territorio. Quali sono i tuoi consigli per questa estate?

Ci sono tantissimi posti da vedere. Penso per esempio al belvedere del monte Nuvolone, raggiungibile dal piano Rancio. È un punto panoramico meraviglioso: si vedono sia il primo che il secondo bacino. Un altro luogo può essere il pizzo di Parlasco in Valsassina: si parte da Esino Lario e poi si sale. È un percorso facile e accessibile a tutti. Penso anche al monte Crocetta, vicino a Dongo. Ma non dimentichiamoci del monte Pasquella in Valle Intelvi, vicino all’Alpe di Colonno, o della via dei Canti in Valsolda. Tutti questi percorsi sono da fare a piedi.

Nei tuoi post parli di luoghi lontani dall’ “invasione turistica”.

Ci sono delle zone meravigliose, ma sono troppo gettonate. Ad esempio il monte Generoso, in Valle Intelvi, è sempre pieno di persone, così come il Galbiga. Questo affollamento non permette di godersi più nemmeno i luoghi in mezzo alla natura. Ma fortunatamente esistono ancora delle perle segrete, dove poter vivere in pace il nostro lago.

Quindi il turismo di massa rischia di rovinare l’esperienza sul Lario?

Non per forza, ma bisogna diventare turisti consapevoli. Quando si visita un luogo, soprattutto se in mezzo alla natura, non bisogna lasciare traccia del proprio passaggio. Sempre più spesso si trovano bottiglie o mozziconi di sigaretta. Bisognerebbe evitare di raccogliere anche i fiori. In certi luoghi bisogna solo godersi la natura e al massimo scattare delle fotografie. In Valle Intelvi, dove abito, tutte le zone barbecue in mezzo ai boschi sono piene di spazzatura, nonostante ci siano i cassonetti. Ogni tanto vado con mia moglie a pulire e si trova di tutto: piatti, bicchieri, vetri di ogni genere. Questi sono gli effetti collaterali del turismo di massa.

©Maurizio Moro

E quale sarebbe la soluzione?

Bisognerebbe far pagare un ticket di ingresso in alcune zone, almeno il weekend. Per esempio, a Corenno Plinio, nel lecchese, lo hanno già istituito. Con un aumento del turismo così esponenziale rischiamo di essere tutti penalizzati, compresi noi comaschi che viviamo il territorio tutti i giorni.

Quindi parli di un turismo più lento.

Assolutamente sì. E anche più consapevole. Non si può pensare di andare in un luogo e pensare di essere a casa propria, non rispettando chi ti accoglie.

Credi che bisognerebbe usare più gli scarponi o le bici rispetto alla macchina?

Certamente. In Italia non siamo abituati a lasciare a casa l’auto. Bisogna riscoprire un turismo più umano e sostenibile.

Però bisogna anche avere la possibilità di lasciare a casa la macchina.

Le istituzioni devono investire sulla costruzione di nuove ciclabili, sul miglioramento della segnaletica dei sentieri e sui mezzi pubblici. Bisogna dare la possibilità al turista di spostarsi senza auto. Inoltre ritengo assurdo che, ancora oggi, sia spesso difficile far salire le biciclette su autobus e treni. Viene letteralmente impedito. Bisogna trovare delle nuove soluzioni.

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12 Commenti

  1. Bravo Moro un bel lavoro. Il msg è giusto. Quanti commenti negativi…. Cerchiamo di vedere il bello di un messaggio di andamento lento e scoperta di luoghi “minori” che però vale la pena vedere e vivere con il giusto rispetto.

  2. “Sui social sta promuovendo una campagna per Far conoscere i luoghi più nascosti “ lo trovo un ossimoro abbastanza ridicolo… pubblicizzare qualsiasi cosa sui social(a che pro poi? Per monetizzare? Aspirare a diventare influencer?) porta inevitabilmente alla diffusione virale, con conseguente transumanza umana da selfie, se poi i luoghi in questione sono angoli di natura incontaminata , in punti peraltro non proprio a portata di mano, l’idiota in infradito che si inerpica per copiare il selfie del vicino di casa, e rimane bloccato o si fa male con lei soccorso al seguito è un attimo che si palesi…oltre che allo stupro e lordamento dei luoghi stessi da parte di gente incivile che abbandona rifiuti e quant’altro…

  3. Consiglio di fare come il gruppo Como Hike…camminare di sera con il buio e solo con frontalino e bacchette. Troverete posti molto conosciuti ma decisamente meno affollati

  4. Bravo tizio, ma quel che fa pubblicizza i luoghi meno frequentati che così saranno sempre più frequentati.
    Sorvoliamo poi sull’idea del biglietto (in italiano si chiama così) d’ingresso: BASTA con queste follie, i luoghi pubblici sono di tutti e lo Stato si prende già abbastanza.

  5. Un articolo ed un’intervista bellissimi. Grazie a Maurizio Moro per aver regalato uno sguardo sul turismo piů lento, piů umano e più sostenibile con le sue foto e le sue parole e per i consigli su come essere un turista più consapevole.

  6. Ma perché pubblicizzare questi posti? Per poi trovare immondizia anche lí? Non la trovo una gran idea, l’appassionato vero li conosce già e ci va con rispetto, il turista pecorone ci andrebbe senza neanche capire cosa sta vedendo. Chi ama un luogo lo preserva.

  7. Quanto fa Moro è un ottimo lavoro, ma si tratta di “promozione turistica” e divulgazione, perchè con la dovizia di particolari presenti nei suoi racconti, dimostra la fattibilità e di fatto organizza giri altrimenti impensabili a persone che mai si sarebbero sognate di raggiungere quei posti o che ne ignoravano l’esistenza…

  8. Trovo mooolto grave e sbagliato pubblicizzare, divulgare questi luoghi magici, nascosti, unici, fragili….. PERCHÉ vanno scoperti, trovati, raggiunti con fatica, sacrificio e amore!!!!
    Ho migliaia di foto di questi piccoli paradisi ma non ne faccio un business proprio per CERCARE DI PRESERVARLI, PROTEGGERLI DAL TURISMO DI MASSA.
    MA LA PECUNIA NON OLET E QUINDI NON C’È SCAMPO ALL’INVASIONE E ALLA MERCIFICAZIONE ANCHE DI LUOGHI CHE DOVREBBERO RESTARE NASCOSTI, QUASI SEGRETI AI PIÙ.
    LA BELLEZZA, L’ARMONIA, IL SILENZIO VANNO, RIPETO, CONQUISTATI, E NON SELFIZZATI.

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