Ma quando è stato che le vaccinazioni sono diventate motivo di lotta sociale e anche politica? Ma perché i vaccini? E non, che so, le statine, l’aspirina, i trombolitici, gli analgesici, o il potassio? Perché si tratta di una costrizione, di un atto forzato sul proprio corpo? Beh, quanti arrivano in Pronto Soccorso per malanni vari e si ritrovano scoagulati, trombolisati, ossigenati, idratati, alimentati, cateterizzati, sondinizzati, gastro-lavati (scusate i neologismi), e persino con mollette più o meno medicate nelle coronarie, nelle carotidi e nelle arterie cerebrali e financo pance aperte, nonché tante altre cose che apparentemente vìolano la propria integrità fisica, ma anzi la salvano? Come appunto i vaccini.
Credevamo di esserci finalmente messi un po’ alle spalle l’argomento, che ritorna alle cronache per due eventi. L’identificazione di tre boomer, sì sono sessantenni o giù di lì, che in provincia di Como sembrano (il condizionale è obbligo fino a inchiesta conclusa e doverosi gradi di processo, se ci saranno) responsabili di imbrattamenti, offese e diffamazione a vivi (giornalisti) e morti (sì, avete letto bene, perché gli oltraggi erano persino sui muri del camposanto): qui la cronaca.
Ben peggio che sparare sulla croce rossa, come si diceva una volta. L’altro fatto è la cancellazione delle multe per chi in pandemia non si è doverosamente vaccinato e non ha quindi partecipato alla protezione non tanto di se stesso, ma dei suoi simili, anzi, peggio, dei suoi concittadini più fragili e deboli, quelli che morivano di Coronavirus-19, anche a causa della mancata “immunità di gregge” causata da chi non ci stava a realizzarla. Tanto per rinfrescare la memoria: 16 milioni nel mondo, 160.000 in Italia e 45.000 in Lombardia. Ora il governo decide che si possono non pagare le penali relative alla mancata immunizzazione, che era in quel momento obbligo di legge. Un insulto alla memoria dei morti, tra i quali amici e colleghi, e un gesto altamente diseducativo oltre che pericoloso: perché a questo punto dobbiamo pagare le altre sanzioni? Dalla guida in stato alcolico o sotto droghe, all’attraversamento con il semaforo rosso, per stare a situazioni di rischio per gli altri cittadini, come appunto la mancata vaccinazione contro il Covid.
Ma torniamo alla domanda iniziale: perché le vaccinazioni? Perché no-vax e non, che so, no-surgelati, o no-cibi processati, che sembrano avere una loro pericolosità? Anzi, perché non un movimento no-spritz? Il rischio cancerogeno dell’alcol è ormai accertato. E il no-smoking (il fumo, non l’abito)? In fondo mette a rischio gli altri oltre al consumatore. Ma perché non il no-tattoo? I tatuaggi, secondo un’autorevolissima ricerca di maggio dell’Università di Lund, aumenterebbero del 21% la possibilità di sviluppare linfomi, non proprio robette.
I pigmenti “picchiettati” irreversibilmente nel corpo (spesso di chi non si fa inoculare neanche per sogno un vaccino invece testato e provato su decine di migliaia di soggetti) contengono metalli come arsenico, cromo, nichel, piombo, cobalto, oltre a idrocarburi policiclici e amine aromatiche, sostanze considerate quasi tutte cancerogene dell’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro. Sembra che i movimenti no-vax siano nati e cresciuti grazie (!) ai social, dove si può scrivere tutto e il contrario di tutto (ben venga!) anche senza conferma o confutazione tramite metodo scientifico (meno bene), che dovrebbe essere alla base di qualsiasi discussione tecnica in àmbito sanitario. Ma soprattutto, qualunque discussione a tale riguardo è caratterizzata da intolleranza, violenza verbale e insulto. Ma questo, ahinoi, è il mondo dei social e dei leoni da tastiera.