Lunedì scorso, il consiglio comunale di Como ha approvato definitivamente l’intervento privato che prevede la realizzazione di una nuova Rsa in via Sirtori, nella zona dell’ex seminario. Il voto ha visto 25 voti favorevoli, due contrari (Guido Rovi di Civitas e Pierangela Torresani del Gruppo Misto) e due astenuti (Alessandro Rapinese e Fulvio Anzaldo della stessa lista).
Mentre cliccando questo articolo trovate tutti i dettagli dell’intervento, oggi proprio Torresani ci ha inviato le sue motivazioni sul voto contrario. Alleghiamo integralmente l’intervento di seguito.
Perché il voto contrario
Non sono contro lo sviluppo economico e alle trasformazioni urbanistiche che ri-abitano gli spazi degradati della città. Una città accessibile, vivibile e sostenibile per tutti implica scelte amministrative oculate/programmate con visione della realtà sociale e perché no anche in co-progettazione.
E proprio perché questo intervento viene fatto nell’interesse pubblico per recuperare l’area e rispondere al bisogno di una nuova forma di residenzialità, proprio per questo interesse, l’Amministrazione comunale doveva fare un’analisi dei bisogni urbanistici sociali territoriali (un’analisi della domanda in prospettiva urbanistico-sociale, un’analisi del tasso di occupazione dei posti letto a livello territoriale, ecc). Avrebbe dovuto presidiare i vari processi prima dell’autorizzazione con una valutazione indipendente e non, come afferma l’assessore (Marco Butti, urbanistica) che l’analisi di “mercato”, a mio dire personale business, l’ha fatta l’ente interessato.
Dare tutto per scontato è un errore, a maggior ragione se non è verificata e/o verificabile l’analisi dei bisogni urbanistici sociali. Quindi, l’affermazione che l’analisi l’ha fatta l’ente costruttore non è comprensibile; mi meraviglio anche della scelta del consiglio comunale.
In realtà un’amministrazione che si coinvolge, progetta e tutela, avrebbe dovuto analizzare e in caso affermativo procedere e, comunque, in ogni caso avrebbe dovuto concordare in consiglio comunale una clausola a tutela anche dei fragili con compresenza di fragilità economica detta povertà. Chi si potrà permettere questa residenzialità? Solo chi ha redditi. Qualcuno si sta dimenticando che la fragilità della povertà è in aumento.
Altro grande problema: sarà vincolato l’uso della struttura a quanto dichiarato cioè Residenzialità Assistita e Protetta? O in futuro si trasformerà in una mera speculazione edilizia con cambiamento d’uso del progetto? Potrebbe essere un ipotesi!
Pierangela
4 Commenti
Ma anche i ricchi hanno diritto alla RSA o no ?
Sì ma l’ultima frase è chiarissima: la solita probabile speculazione edilizia con gli anziani spediti fuori città in altre situazioni.
Grazie Torresani
L’ultima frase mi sembra da solita complottista.
“Potrebbe essere un ipotesi!” significa “Non ne so nulla e non ho dati in mano, ma perchè non buttarla in caciara con una frase ad effetto?”.
Grazie Torresani!
Un italiano difficile da seguire!