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Nuovo stadio di Como, inizio quasi perfetto tra serietà e visione (anche se in realtà non si sa quasi nulla)

L’impatto delle prime generiche bozze del futuro stadio di Como è stato probabilmente (molto) più positivo del previsto. Al netto delle infinite sfumature di ogni singolo giudizio, di primo acchito l’impianto messo su carta dal Como 1907 grazie al team iper specializzato di Populous ha generato molti pareri entusiastici, una calorosa accoglienza generale, un comprensibile entusiasmo nei tifosi e – in estrema sintesi – una ventata di ottimismo sul fatto che una società seria e oggettivamente ricchissima possa finalmente mettere a terra (e in tribuna) decenni di dibattiti completamente inconcludenti e campati per aria.

Va inoltre specificato che, in maniera trasparente, è stato subito precisato dal Como che ciò che si è visto ieri rientrava in quello che tecnicamente è definito Docfap, cioè il documento di fattibilità delle alternative progettuali che ha “lo scopo di individuare la soluzione migliore sia per l’ambiente che per la collettività in termini di costi e di benefici, in relazione alle specifiche esigenze da soddisfare e alle prestazioni da fornire”. Insomma, l’inizio di un viatico. A cui, va ulteriormente aggiunto, il presidente Mirwan Suwarso – dando anche una lezione di stile in tema di partecipazione – ha subito accostato la dichiarata intenzione di un coinvolgimento costante e progressivo della città nell’iter di definizione. Insomma, diciamocela tutta: come inizio è certamente molto incoraggiante.

Fatte queste buone premesse, non si può negare un altro aspetto uscendo per un secondo dal peana a prescindere che tende a inghiottire un po’ tutto. A conti fatti, del progetto vero e proprio a oggi non si sa praticamente nulla, oltre alla pur fondamentale ‘intelaiatura’. Il che non inficia minimamente la bontà di quanto ricapitolato sopra e soprattutto non scalfisce le basi apparentemente solide e credibili su cui l’operazione sta germogliando.

Ma in fin dei conti ieri sono state presentate delle immagini a corredo di generali enunciazioni assolutamente note da mesi, forse anni: stadio polifunzionale, vivo tutto l’anno, possibile pedonalizzazione del quartiere attorno (e sarebbe anche ora…), spazi commerciali, hotel ecc ecc. Un compendio fatto benissimo di ciò che si sente da decenni a proposito del nuovo stadio. Sulle cose di sostanza, a oggi – 5 febbraio 2025 – le informazioni disponibili sono pressoché nulle.

Qualche esempio: quanto costerà l’operazione, a carico esattamente di chi sarà, se esista o meno una qualche forma di compartecipazione pubblica (anche in forma indiretta), quali saranno le altezze e le misure vere proprie del nuovo stadio, quale sarà quindi l’impatto ambientale e paesaggistico complessivo in una zona residenziale e monumentale (benché sia stato già garantito il rispetto delle volumetrie possibili attualmente), se e in che modo un’opera così importante influirà su concessione pubblica e canoni, quale sia lo studio realizzato su viabilità, sosta e vivibilità generale in relazione a un impianto destinato a cambiare radicalmente natura, di che tipo e dimensione è ipotizzata la parte commerciale e ricettiva interna al futuro impianto, quale dialogo (sia urbanistico, che architettonico che ‘fisico’) sia ipotizzato con le storiche società sportive nei pressi, quale sia il fabbisogno economico ordinario e straordinario di una tale struttura (con particolare rilevanza per quelle eventualmente a carico delle casse comunali), quale sia l’impatto anche periferico dell’intervento (vedi l’ipotesi di parcheggio di 400 posti nell’area del Pulesin o il ‘destino sospeso’ della scuola Sinigaglia) e così via.

Insomma, al netto del legittimo entusiasmo sollevato ieri dai primi generici rendering, ora – senza fretta, per carità, che il passato ha prodotto solo mostri o fantasie distorte – sul medio orizzonte bisogna aspettarsi un progetto con qualche contenuto maggiormente tangibile. Lo si attende sicuramente con grande fiducia, vista la solidità mai vista prima dell’interlocutore e peraltro già dimostrata sotto ogni aspetto (sportivo, economico, comunicativo, sociale). Però sarà quello il vero momento in cui si potrà dare qualche parere attendibile e agganciato alla realtà – e potrà davvero iniziare il coinvolgimento della città, al di là dei like a cascata sulle prime immagini – su ciò che, per ora, è un grande, serissimo sogno a colori potenzialmente capace di cambiare per sempre una fetta fondamentale della città.

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