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Nuovo stadio di Como, l’avvocato: “Dovrà rispettare la forma ellittica originale. E via le orrende aggiunte”

Sul tema del nuovo stadio di Como ospitiamo un intervento dell’avvocato comasco – già in altre occasioni molto attento al tema – Riccardo Mandelli.

È certo che lo Stadio si rifarà il look, ma come? Tornerebbe utile esaminare i disegni del Progettista Architetto Giuseppe Greppi e le fotografie del 1927 della originaria struttura, di una bellezza incantevole con la forma ellittica a memoria ed imitazione dello stadium classico, inserita armonicamente nel contesto e con  l’ingresso d’onore.

 

Tali elementi essenziali dell’archetipo sono stati ampiamenti rimaneggiati e deturpati nel corso degli interventi dei successivi cento anni e bisogna interrogarsi su cosa oggi rimanga e su quanto debba essere conservato.

La norma c.d. “sblocca stadi”, inserita nel D.L. n. 76/2020 delle ‘Semplificazioni’ – da intendersi nel caso di specie meno positivo del termine – prevede che debbano essere conservati i “soli specifici elementi strutturali, architettonici e visuali di cui sia strettamente necessaria ai fini testimoniali la conservazione o la riproduzione anche in forma diversa da quella originaria”.

Tale finalità per espressa opzione legislativa è “recessiva” rispetto alla esigenza di garantire “la funzionalità dell’impianto medesimo ai fini della sicurezza, della salute e della incolumità pubblica, nonché l’adeguamento agli standard internazionali e della sostenibilità economico-finanziaria dell’impianto”. Senza poter entrare per ragioni di spazio in un esame più approfondito di tale norma (art. 55-bis del D.L. 76/2020) e delle sue necessarie ricadute sulla procedura e sul contenuto del progetto di ristrutturazione, mi sembra che esistano comunque alcuni insuperabili paletti.

L’archetipo storico dello Stadio Sinigaglia – vale a dire la sua anima – non può essere del tutto snaturato e quindi i nuovi elementi strutturali con altre destinazioni dovranno rispettare e riprodurre la forma ellittica originaria, percepibile anche da una visione dall’esterno. Per il resto, l’unica vestigia monumentale, peraltro non originaria, è costituita da due inserti in facciata sul lato lungo via Sinigaglia, di cui il principale deturpato dalle orrende superfetazioni laterali del terrazzo ristorante, auspicabilmente da eliminare (v. fotografie).

Come dicevano gli antichi, spes ultima dea.

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