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Pace e speranza: le parole di Mantovani, i senzatetto come persone oltre il dibattito tossico

Fa quasi strano, eppure si può ancora essere impegnati in politica a Como e parlare dei senza dimora a Como come di persone, senza altri aggettivi.

Si può ancora esprimere un pensiero, che peraltro è anche politico, senza per forza condirlo con aggettivi e coloriture ideologiche, slogan, demonizzazioni o idealizzazioni. Precisazione necessaria, l’ultima, perché se è vero che è più facile andare con il pensiero immediatamente alla folta schiera di partiti, gruppi e personaggi che dei senzatetto hanno fatto un manganello senz’anima da calare nel dibattito pubblico, non si può negare che esista una corrente altrettanto distorta che li erge a simboli immacolati e a fantasiosi emblemi di una colpa collettiva e indistinta che non c’è.

Scolorisce, anzi è scolorito da anni ormai, l’approccio semplicemente umano al destino di chi – per debolezze, vicissitudini, scelte o volontà non sempre trasparenti – finisce per dormire in un sacco, tra sporcizia, afa e gelo.

E’ sempre più difficile, almeno nell’ambito politico-amministrativo, ascoltare qualcuno esprimersi nei confronti di chi un tetto non ce l’ha con la “semplice” prospettiva di un essere umano. Così incancrenito sugli aspetti collaterali è il dibattito pubblico, che da anni è pressoché impossibile sentire un discorso, una frase, un ragionamento che parli di persone: i senza dimora sono ormai quasi sempre il corollario di un regolamento, il comma di una legge, l’origine di un disagio altrui, il sasso da tirare nel campo politico avverso.

Non che manchino le ragioni, a queste derive: legati alla presenza dei senzatetto in molti angoli di Como esistono davvero problemi di ordine pubblico, di assistenza, di convivenza talora impossibile con chi vive o lavora in quelle “zone occupate”, oltre a temi economici, pratici, amministrativi. E’ giustissimo, doveroso, che i rappresentanti di un’istituzione pubblica affrontino questi aspetti, anche con vigore.

Però la reiterazione di questi uniche prospettive del tema ha ormai trasformato le persone che ne costituiscono pur sempre il cuore in qualcosa di inanimato, senza volti né sentimenti. Puro oggetto: e non esiste modo migliore che spersonalizzare e disumanizzare qualcuno per poterlo poi caricare di ogni aggettivo possibile, compresi quelli che non si userebbero mai parlando di un nome, un cognome, un volto, un corpo.

Ebbene, Ada Mantovani – consigliera che proprio sul tema del dormitorio per i senzatetto lasciò la lista “Rapinese Sindaco” per confluire nel gruppo misto – ieri sera ha affidato dal proprio profilo facebook una riflessione che invece si discosta moltissimo dell’eterno binario in cui è finita la discussione sui senza dimora.

Ne ha parlato – osservando i portici di San Francesco e del Crocifisso pressoché sgomberi, grazie anche all’apertura dell’ex caserma di via Borgovico – attraverso gli occhi e i toni di una persona che si riferisce semplicemente ad altre persone. E che si rallegra del fatto che il destino di quelle persone, dopo tante incertezze, sia probabilmente migliorato. Parole che nel dibattito politico intossicato degli ultimi tempi, restituiscono per fortuna dimensione umana, una volta tanto.

Meno male.

Di seguito, le sue parole.

Ore 21.00.

Passare da questi luoghi e constatare che buona parte delle persone che normalmente ivi dimorano hanno ora a disposizione un luogo dove poter trascorrere al caldo almeno le ore più fredde della notte infonde un senso di pace e di speranza.

Questo è il risultato delle innumerevoli e significative energie messe in campo per la realizzazione del “Servizio Emergenza Freddo”.

Grazie a tutti coloro che anche quest’anno hanno reso possibile il servizio e grazie a tutti i volontari che con la loro preziosa partecipazione al progetto sanno alleviare il senso di solitudine e di abbandono che pervade gli animi di tante di queste persone.

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Un commento

  1. Una dei pochi, anzi pochissimi consiglieri comunali con la competenza negli interventi , la pacatezza , la signorilità e l’autorevolezza necessaria per aspirare ad essere il prossimo Sindaco di Como , forse è veramente giunto il momento che Como scelga per la prima volta una donna, dopo i tanti disastri e l’immobilismo delle ultime penultime terzultime giunte e Sindaci ecc. spero tanto che scelga ancora di impegnarsi per il bene comune ….!

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