La Pedemontana lombarda costerò il doppio dell’autostrada A4 a causa di una tariffa al km che stando ai dati ufficiali è di circa 0,142 euro al chilometro per un’auto standard, mentre sull’A4 costa è 0,075 euro, praticamente la metà. E nella sostanza, agli automobilisti non resterà che piegarsi al salasso per utilizzarla oppure – beffardamente – ignorare la nuova infrastruttura e ingolfare ancora di più la viabilità ordinaria. A rilanciare gli allarmi, con una nota, i consiglieri provinciali del gruppo di centrosinistra Brianza Rete Comune, cioè il centrosinistra della provincia di Monza Brianza.
Mentre sul territorio continua a rafforzarsi la consapevolezza dell’insostenibilità economica e ambientale di Autostrada Pedemontana, emergono e si consolidano nuovi elementi concreti che meritano di essere messi in evidenza e portati all’attenzione dei cittadini della nostra Provincia.
L’iter di costruzione delle tratte B2 e C continua a subire ritardi significativi. Questi ritardi, come spesso accade per le grandi opere di questo tipo, comporteranno molto probabilmente un incremento dei costi complessivi, andando ad aggravare ulteriormente il bilancio economico dell’intero progetto.
Tutto ciò solleva interrogativi sempre più fondati sulla reale adeguatezza dell’opera dal punto di vista economico, laddove è invece indubitabile l’irreparabile danno ambientale che si abbatterebbe sull’intera Provincia.
Sul fronte economico-finanziario – sostiene Francesco Facciuto – la situazione non è rassicurante. L’attuale governo di Regione Lombardia non è intenzionato a rivedere il piano tariffario: i pedaggi risulteranno estremamente onerosi, al punto da renderne l’utilizzo insostenibile per la stragrande maggioranza dei cittadini. Per comprendere la portata del problema, basti pensare che un tragitto completo da Lentate sul Seveso ad Agrate Brianza, andata e ritorno, costerebbe quasi 20 euro di pedaggio. Una cifra del tutto sproporzionata rispetto alla distanza percorsa, meno di 50 km di distanza
Un sistema tariffario così sbilanciato potrebbe sulla carta, come sostengono i promotori dell’opera, garantire un rientro dell’investimento e il ripianamento delle perdite accumulate – afferma il capogruppo Vincenzo Di Paolo – Tuttavia, nella realtà, si produrranno effetti opposti: un calo nell’utilizzo dell’infrastruttura, un ulteriore aggravio dei conti pubblici regionali e un indebitamento crescente che, alla fine, ricade sempre sui cittadini lombardi.
La presenza di diossina nei terreni tra Seveso, Meda e Cesano Maderno – dichiara il consigliere Giorgio Garofalo – è un dato di fatto. ARPA Lombardia ha certificato che due lotti su tre non possono essere convalidati, confermando la necessità di proseguire le operazioni di scavo e bonifica su quei terreni. Questa situazione, pur non inattesa, conferma le nostre preoccupazioni e rafforza la nostra richiesta di massima trasparenza e di una comunicazione puntuale alla cittadinanza.
Alla luce di tutto ciò, risulta sempre più urgente avviare una riflessione seria e trasparente sul futuro di Pedemontana, che oggi rischia di trasformarsi in un fardello economico, ambientale e sociale per le comunità locali e per l’intera Regione. Resta inoltre ancora incerto l’esito del procedimento sulla variante Tratta D-Breve, soprattutto a fronte delle gravissime criticità messe a fuoco dalle amministrazioni locali e dai comitati cittadini – precisa il consigliere provinciale Simone Sironi.
Dinanzi a questo quadro, i promotori di Pedemontana preferiscono non affrontare la realtà delle cose e fare affidamento sulla propaganda, ignorando le vere esigenze delle nostre comunità.