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Punti di vista

San Valentino e una risposta alle femministe comasche: l’uomo non è solo un (p)orco

Qualsiasi individuo che abbia lasciato le caverne da almeno mezz’ora non può che felicitarsi della ribellione di massa di cui recentemente si sono rese protagoniste molte donne – in special modo nel mondo dello spettacolo – rispetto alla piaga troppo spesso silenziata e in apparenza inestirpabile delle molestie sessuali subite da uomini più o meno potenti, più o meno squallidi e violenti, più o meno malati. Al netto di qualche probabile ancorché sporadico accodamento inopportuno e furbetto, le tante denunce spesso dolorose delle donne che hanno scoperchiato sottoboschi lerci, laidi, violenti psicologicamente e fisicamente, tra mani unte, parole degradanti, costrizioni, ricatti, e assalti fisici, beh, tutto questo fa sperare in un primo passo per contenere – e chissàmai, forse un giorno eradicare – l’orco che oltraggia la dignità e sconfina nel codice penale.

Preso il buono, forse l’ottimo, di quanto è accaduto e sta accadendo in tutto il mondo sotto l’hashtag #MeToo, veniamo a Como. Dove, spiace dirlo, il comunicato stampa del locale “Gruppo 8 marzo a Como in rete con Nonunadimeno” , collettivo dichiaratamente e del tutto legittimamente femminista, compie – a modestissimo avviso di chi scrive – un passo in più. Un passo, almeno nei toni, di troppo.
Senza nulla togliere alle battaglie, alle rivendicazioni, alle lotte del femminismo italiano e comasco nello specifico, l’incipit del testo diffuso alla vigilia del 14 febbraio è eccessivamente questo: “Cioccolatini a forma di cuore, rose rosse di cartapesta, cenette romantiche, pacchetti-viaggio per due, regalini più o meno “arditi”. Ogni anno, intorno a quest’epoca, veniamo sommerse da messaggi che esaltano l’amore romantico a modello, e festeggiare San Valentino rappresenta un modo per rientrare in pratiche e discorsi che vedono l’uomo dominante e noi donne “indifese e da amare”; amore romantico spesso usato come pretesto per esercitare possesso, gelosia, fino ad arrivare a violenze e femminicidi”.

Ora, che San Valentino, in un’epoca dove lo Scottex si compra pure a Natale, sia diventato (o sia sempre stato) un inno innanzitutto al commercio e soltanto dopo al “cuore puro” è difficilmente contestabile. Che tutta una variegata paccottiglia di cianfrusaglie a cuoricino rischi di annegare la data in un tripudio di carie e di scontrini, è altrettanto palese. E non è qui che si vuol negare la realtà dello schiaffo subito dopo l’ultimo boccone di sushi o dopo la “rosa rossa di cartapesta”.  Ma, vivaddio, scomunicare senza distinzioni tutto ciò che in fondo è nulla più che una modesta celebrazione del romantico, sovrapporre senza distinzioni Weinstein al goffo 16enne che regala la prima catenina a lei che tra i banchi ne ha sconvolto ogni millimetro di cuore, ridurre un gesto tenero tra due amanti maturi all’antefatto di un assassinio, cancellare d’imperio ogni orizzonte di sincerità da una data certamente farlocca ma che in fondo fischietta soltanto fatue canzoni d’amore, spazzare via ogni barlume di sincerità dal pur posticcio lume di candela che concede una carezza in più, no, questo è davvero troppo.

Al mondo esistono ancora uomini – mi rendo conto dello sbigottimento per il “Gruppo 8 marzo”, ma è così – che si appigliano senza velleità omicide a un pretesto pur banalotto senza per questo vivere all’ombra eterna del satrapo schiavista. Esitono – ne conosco – uomini che sanno anche soltanto volere bene a una donna, senza un perché. Con tenerezza. Senza necessariamente concepire l’universo femminile come un esercito di geishe, mute, servizievoli e in eterna punizione. Esistono uomini, addirittura, che non conoscono la violenza, ignorano i soprusi.

Il femminicidio è una piaga, certo. Le violenze nei confronti delle donne lo sono altrettanto: accadono ancora spesso, di sicuro anche il 14 febbraio di ogni anno, come il 13 e il 15. Ma ridurre un uomo, ogni uomo, alla caricatura malvagia dell’aguzzino dominatore in virtù di “un pacchetto-viaggio per due” modesto quanto si vuole, di uno sciocco “cioccolatino a forma di cuore” o persino per un pacchiano regalino “più o meno ardito”, non è soltanto assurdo e ingiusto. E’ soprattutto ridicolo.
Esistono uomini mostruosi, non c’è dubbio. Continueranno a esistere. Ne esistono tanti altri, una larga maggioranza voglio credere, che sanno amare, ma prima ancora rispettare una donna, ogni donna, senza altri perché. Persino senza rose a San Valentino: pensate che eresia, l’amore, a volte.

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