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“Se solo il sindaco sapesse qualcosa di turismo…” Como, lo sfogo (a malincuore) della guida turistica

A Como è appena stato approvato in via definitiva dal consiglio comunale il giro di vite sui ‘buttadentro’ davanti ai locali e ai pontili ma anche sull’attività delle guide turistiche. Uno dei punti principali, nel secondo caso, è lo stop ai gruppi superiori alle 25 persone, tema che già ha sollevato un discreto dibattito visto anche che piomba a stagione turistica già iniziata (e programmata dagli operatori).

Oggi sul tema ospitiamo un lungo e interessante intervento di una guida turistica comasca, Ettore Maria Peron, che non manca di portare altri spunti di discussione di critica i nuovi provvedimenti.

Di seguito il testo integrale (per lettere, opinioni, foto e video scrivere a redazionecomozero@gmail.com o al whatsapp 335.8366795 o alla nostra pagina facebook).

Qualche anno fa ebbi l’enorme privilegio di poter scrivere una storia di Como e del suo lago. Nei mesi di studio che sono seguiti ho avuto l’irripetibile occasione di approfondire la conoscenza della città e del lago che amo e anche di capire il carattere, la forza, il senso di appartenenza e l’orgoglio dei comaschi e comacini di un tempo. Gente aperta, accogliente, devota alla propria città. Nel loro sangue ci sono geni celti, romani, greci, Visigoti, bizantini, longobardi, franchi ma anche francesi, spagnoli e austriaci oltre a quelli di tutti gli italiani che dall’ultimo dopoguerra vi si sono trasferiti per lavorare nel tessile. I comaschi di un tempo non avevano paura di viaggiare per lavorare e così conoscevano il mondo, commerciavano, costruivano cattedrali e portavano a casa quello che imparavano: le case a graticcio di piazza San fedele sono una testimonianza tangibile di questo scambio culturale.

Edifici costruiti con una tecnica costruttiva antica romana sopravvissuta in Francia e riportata a casa dopo secoli dai Magistri Cumacini che l’hanno appresa di nuovo, nei ritagli di tempo, mentre insegnavano a costruire meravigliose cattedrali. L’apertura mentale della città si è vista anche quando si è trattato di trovare ingegnose soluzioni per creare una cattedrale diversa da tutte le altre quando hanno deciso che il gotico con faceva più per loro e hanno abbracciato il rinascimento.

Ebbene, guardando i comaschi e i comacini di oggi devo purtroppo ammettere che è stato fatto qualche passo indietro. Se poi guardiamo l’atteggiamento del sindaco nei confronti del mondo esterno (cioè quello fuori dalle mura federiciane) l’impressione è che si stia correndo all’indietro!

Non potendo vantarsi di aver cambiato il volto della città come aveva promesso (Ticosa, Politeama, Musei civici) o avendo addirittura complicato la vita dei suoi concittadini (asili, scuole, giardini pubblici, parcheggi anche non in centro costosissimi…), eclissandosi quando è necessario dare spiegazioni (il lago a oggi esce ancora perché pare che le pompe non abbiano la corrente…nella città di Volta!) lui cosa fa? Se la prende con i turisti!

Come fanno sempre i populisti ha cercato un nemico da combattere e l’ha trovato nei turisti! Anziché cavalcare un onda che sta portando prosperità, vitalità, linfa a una città che fino a pochi anni fa era un mortorio pazzesco, anziché sfruttare una risorsa alternativa al tessile sempre più in difficoltà, lui fa di tutto per rompere le uova nel paniere a chi lavora onestamente nel settore turistico e porta denari alla sua città e insinua una falsa immagine del turista che “succhia risorse”, che sporca, va in bagno (dopo aver consumato in un bar perché i bagni pubblici sono ovunque tranne dove servono) e consuma il porfido delle strade del centro. E l’ultima trovata qual è? Multare i gruppi con più di 25 persone che evidentemente rovinano il decoro della città, portano scompiglio e paralizzano il traffico. Secondo lui.

Si dimentica che a Como ogni turista che pernotta lascia 3 euro a notte nelle casse del comune, non ricorda che i parcheggi ora costano una fucilata, finge insomma di ignorare i benefici diretti che rimpinguano le casse del suo comune.

L’idea dei gruppi da 25 non è naturalmente sua e trovo che non sia nemmeno sbagliata: tuttavia fare come sta facendo lui, cioè imporla con un preavviso di soli 15 giorni certifica il fatto che di turismo questo sindaco non capisce granché! Se ci capisse qualcosa saprebbe che i viaggi organizzati vengono pianificati con molti mesi di anticipo, che i partecipanti pagano nel loro quote in anticipo, che si chiamano “organizzati” proprio perché sono “organizzati”.

Se sapesse qualcosa di turismo, saprebbe che gli esami da guida sono bloccati da 10 anni e che quindi non sarà possibile raddoppiare le guide nei gruppi con 26 persone… Insomma nell’era in cui “chi vusa pussée la vaca l’è sua” devo a malincuore riconoscere che la Como di oggi non è più la Como dei comaschi che l’hanno costruita, fisicamente, socialmente, economicamente. Speriamo che si sia solo assopita e si svegli prima che sia troppo tardi. Ettore Maria Peron

 

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