La tradizione della domenica mattina vuole il consueto attacco della Lega dei Ticinesi ai frontalieri.
Il leader del partito, Lorenzo Quadri, anche oggi è partito lancia in resta contro gli italiani. Un affondo di particolare virulenza che parte dal lavoro e arriva alle cause del contagio covid terra elvetica e in particolare nel cantone confinante con l’Italia.
Dalle pagine de Il Mattino della Domenica Quadri titola: “Sempre meno posti di lavoro. Ma sempre più frontalieri”. Occhiello: “Ticino verso la catastrofe occupazionale per colpa della partitocrazia eurolecchina”. Poi l’incipit è un paradigma: “Spinta dal disastro economico italiano l’invasione da Sud si fa sempre più virulenta”.
Scrive ancora Qaudri: “Dalle nostre parti, dunque, i posti di lavoro diminuiscono e se ne perdono a migliaia. Del resto il Ticino, come ben sappiamo, è stato il cantone più colpito dalla prima ondata pandemica. In marzo si è impestato a causa delle frontiere spalancate sulla Lombardia”.
E poi: “Il numero di posti di lavoro precipita verso il basso a causa della crisi da Covid, il numero dei frontalieri continua invece a crescere. Al punto da sbriciolare la soglia dei 70mila. E’ ovvio che se i frontalieri aumentano e contemporaneamente i posti di lavoro diminuiscono questo significa una cosa sola: l’invasione da Sud si fa sempre più virulenta spinta dalla crisi economica italiana”.
Sempre a proposito dell’Italia, evidenziandone lo stato di crisi, Quadri dice: “Sempre più italiani tenteranno di fare i frontalieri e saranno disposti a lavorare in Ticino per salari sempre più bassi”.
Infine tra strali e accuse varie Quadri spolvera e serve un vecchio leit-motiv della Lega dei Ticinesi: “Non ci vuole molta fantasia per immaginare quale sarà lo scenario futuro. Ticinesi come gli indiani nelle riserve grazie alla partitocrazia spalancatrice di frontiere”.
Un commento
Ahahahaha. Grande Quadri. Si vede che da piccolo guardava Zelig sulla televisione italiana. Altrimenti non saprebbe far ridere così. Povera Svizzera