Stranamente silente dopo il caos di Como-Cremonese, il dibattito politico cittadino registra finalmente una voce. E’ quella di Alberto Gaffuri, supertifoso del Como, già sindaco di Albese con Cassano e oggi tra gli animatori di Agenda Como 2030 (ma non candidato per Palazzo Cernezzi).
La riflessione, che ospitiamo volentieri, esprime il punto di vista su due temi: il tema critico della viabilità, al di là del caso eccezionale di pochi giorni fa, e la prospettiva futura del Sinigaglia, in ottica polifunzionale.
Di seguito, il testo di Alberto Gaffuri.
Como-Cremonese: puntale, come sempre, si riapre il dibattito sullo stadio.
Il problema, però, non è tanto la collocazione dello stadio, che si trova in quel luogo dalla fine degli anni 20, bensì la gestione delle tifoserie ospiti che arrivano e arriveranno in futuro a Como.Il web, in questo senso, offre numerosi video amatoriali nei quali, all’arrivo delle tifoserie avversarie a Bergamo e Brescia (tanto per citare un paio di esempi molto vicini alla nostra città), si evidenzia come le stesse possano essere contenute attraverso il convogliamento obbligatorio di chi arriva in auto in posteggi esterni alla città e, successivamente, l’obbligo di utilizzo delle navette appositamente predisposte per raggiungere lo stadio.
Lo stesso, ovviamente, può essere fatto a Como, e vale peraltro anche per il breve tragitto dalla stazione al Sinigaglia: una decina di bus di linea e il risultato è ottenuto senza alcun blocco della circolazione, attimi di tensione e via discorrendo.
Diversamente da un tempo, l’acquisto dei biglietti on-line consente di sapere chi arriverà in città con largo anticipo. Considerati i biglietti a disposizione nel settore ospiti, ed evitando di utilizzare altri settori, come la tribuna, per ospitarne una parte nel caso di maggior richiesta, l’ordine pubblico può essere garantito senza particolari criticità.
Discorso a parte, ma nient’affatto scontato, riveste l’adeguamento del Sinigaglia e il recupero di tutta l’area circostante. Invece di pensare per l’ennesima volta a spostare altrove lo stadio, dalla sinergia Comune-società può e deve nascere l’occasione per una revisione complessiva non soltanto dell’immobile, ma di tutto il comparto che l’ospita.
Ciò, con particolare attenzione alla modalità di accesso e deflusso dei tifosi, da perfezionare nei minimi dettagli affinché le gare interne siano non soltanto uno spettacolo per i presenti sugli spalti, ma anche una straordinaria occasione di marketing territoriale per chi guarda le partite comodamente seduto davanti alla tv.
Non da ultimo, invece di limitarci a pensare a un Sinigaglia a uso esclusivo del calcio, quindi aperto soltanto una ventina di giorni all’anno, fondamentale sarà progettare un impianto in grado di ospitare sì eventi all’aperto, ma anche attività e servizi permanenti al suo interno, a tutto vantaggio del comparto che lo ospita.
4 Commenti
Gaffuri te lo dico io cosa ci dobbiamo fare con lo stadio… Lo radiamo al suolo e se volete andare a vedervi la partita fatevelo ricostruire fuori dalle scatole! Sono 30 anni che tenete in ostaggio un pezzo di città una domica si e una no e ne abbiamo le palle piene!
Luisa Corti.
Esattamente, il SUO solito bla bla.
Non sa nulla di stadi e gestione dei tifosi.
Il calcio non c’è solo a Como, basta seguire l’esempio di altre città.
Mi spiegate come fermare solo e soltanto le auto degli ospiti ? E con che diritto ? Il solito bla bla…
Viene fatto in tutte le città. Con l’acquisto online dei biglietti si sa numero, nome e cognome di tutti quelli che arrivano a cui vengono date le direttive su dove parcheggiare.