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Stadio, la lettera degli “11 comaschi” è un manifesto politico anti Landriscina. Dirlo è sincero, non scandaloso

Non che lo stadio Sinigaglia e il suo futuro non possano essere materia da scontro politico-elettorale, ci mancherebbe. Per l’importanza sportiva, storica e urbanistica che ha il vecchio impianto, anzi, questa deve essere per forza materia da contesa all’ultimo voto tra fazioni diverse. Quello che però aiuterebbe molto, anche nello sviluppo del dibattito pubblico e nella sua chiarezza, sarebbe dichiarare apertamente che il tema – pur nella assoluta legittimità delle idee – è sin da ora uno dei pomi incandescenti della battaglia che terminerà nelle urne comunali del 2022.

Un esempio concreto è la lettera diffusa oggi attraverso i quotidiani da “undici comaschi (cit. La Provincia)” o da “11 big lariani (cit. prima pagina Corriere di Como)” sull’argomento.

Ma chi compone questo undici schierato sul terreno del Sinigalgia, numero che non casualmente rispecchia una formazione di calcio? I nomi sono questi: Nini Binda, Michele Canepa, Paolo De Santis, Mauro Frangi, Enrico Lironi, Moritz Mantero, Roberta Marzorati, Angelo Monti, Angelo Palma, Simona Roveda, Gerolamo Saibene.

Ovvero, nell’ordine: l’ex imprenditore e assessore di Forza Italia con Alberto Botta, di fatto messo ai margini dall’attuale centrodestra (Binda); il patron della Tessitura Canepa che da tempo, con interventi regolari su La Provincia, martella pesantemente la giunta Landriscina (Canepa); il super imprenditore, fondatore di Officina Como e grande oppositore culturale e politico della giunta Landriscina sul tema Ticosa (De Santis); il presidente di Confcooperative già presidente di Fondazione Volta negli anni della giunta Lucini e membro di Officina Como (Frangi); il presidente di ComoNext, al fianco di De Santis nella battaglia con l’attuale governo cittadino sempre sulla Ticosa e membro di Officina Como (Lironi); l’imprenditore tessile e creatore di Orticolario che sfidò Alberto Botta nel 1994 con la lista civica “Como per Como” (Mantero); la pediatra più nota della città, ex componente civica della maggioranza nell’era Lucini e designata assessore da Maurizio Traglio nel 2017 in caso di vittoria, oltre che membro di Officina Como (Marzorati); l’ex presidente degli architetti, nonché designato assessore da Maurizio Traglio nel 2017 in caso di vittoria e componente di Officina Como (Monti); il più importante commercialista della città – forse uno degli uomini più in importanti in assoluto in città – membro di Officina Como (Palma); il volto e l’anima di LifeGate, nonché componente di Officina Como (Roveda); l’uomo che ha avuto la forza e il coraggo di portare in città il TedXLakeComo, nonché componente di Officina Como (Saibene).

Un gruppo di persone che probabilmente qualsiasi associazione e qualsiasi movimento politico vorrebbe o addirittura sognerebbe nei propri ranghi per i curriculum, le professionalità, la notorietà, le qualità, i mezzi economici.

Ma è chiaro che quando questo stesso gruppo rimprovera pubblicamente alla giunta Landriscina (che ha appena concesso lo stadio per 12 anni al Como 1907) di “non aver considerato le sollecitazioni” su strade diverse per l’intera zona, esprimendo “sconcerto e preoccupazione per l’indirizzo che l’attuale governo cittadino ha scelto“, buttando nella mischia addirittura “Ticosa, San Martino, ex Sant’Anna, Caserme, Politeama, ex Orfanotrofio, Mercato e altre aree di proprietà pubblica“, invocando “un disegno unitario, articolato e coerente“, tornando sulla zona Sinigaglia denunciando il “disinteresse e la sciatteria attuali” e infine chiedendo “che interesse pubblico può esserci – a motivare una concessione di 12 anni – in un prato di erba sintetica“, beh, allora le cose – assolutamente e incontestabilmente legittime, anzi interessanti – vanno però chiamate con il loro nome: campagna elettorale in opposizione alla giunta di centrodestra attuale.

Non piace la definizione di campagna elettorale? Troppo banale e semplificatrice? Va bene, allora parliamo di manifesto politico-urbanistico. E sottolineiamone la provenienza colta, approfondita, seria, argomentata, espressione di una visione generale di Como diversissima da quella degli attuali governanti. Ma sempre uno strumento propedeutico a una campagna elettorale rimane. Non è né scandaloso, né impuro dirlo. E’ sincero.

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4 Commenti

  1. Oltre l’ovvia considerazione che si tratti di semplice propaganda elettorale, mi chiedo perchè non far ragionare delle aree citate (stadio incluso) i giovani cittadini comaschi, che vivranno in futuro quelle aree e ciò che vi verrà realizzato. Si dovrebbero ipotizzare modalità di consultazione delle giovani menti, concorsi di idee… questo fantastico potentato-radical-chicchissimo dovrebbe invece capire che ha 90 anni per gamba ed al massimo vedrà l’inizio di ipotetici lavori di trasformazione… a loro si può lasciare discorrere di Ca’ d’Industria e servizi sociali…

  2. tutta gente che non ha fatto NULLA per decenni, lo stadio non è arrivato all’inizio di questo anno, ascoltando loro NULLA sarebbe cambiato, ne abbiano le tasche piene di questi soggetti sapientoni e criticoni

    1. Negli scorsi anni non c’è mai stata una società seria con cui prevedere progetti decennali.

      Era stato fatto in bando per sistemare la zona a lago e si erano ottenuti finanziamenti regionali per farlo.
      Ma poi è stato tutto ritardato da questa amministrazione.

  3. Stessa impressione: campagna elettorale.
    Ma nessuno di questi imprenditori ha mai pensato di comprare il Como per tenerlo in mani comasche?
    Le personalità ci sono ma sembra la lista di sinistra che non ha vinto nel 2017 con un po’ di innesti

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