No, quella d’artista non è sempre e per forza una provocazione cruda, ammiccone facile per farsi guardare (leggere, ascoltare) senza poi aggiungere, o togliere, granché alla Storia.
Nel caso di specie poi l’artista-fotografa è anche architetto, con una passione viscerale per la sua Como e il Razionalismo, e non è tizia che ama perdersi in schicchere artistiche che durano il tempo di dire “ahi”.
Di Lorenza Ceruti scriviamo spesso e con molto piacere. Quanto pensiamo della ragazza lo abbiamo detto con chiarezza, da ultimo qui:
Il senso del doppio per Lorenza, nuova luce su Casa del Fascio: iper-razionalismo e Terragni
Così oggi i pellegrinaggi fotografici della Ceruti parlano di via Sirtori (quindi, fatalmente a specchio di Via Mentana) e nello specifico il Mercato Coperto, inaugurato il 28 ottobre 1934.
NOTERELLA DI INQUADRAMENTO IN FORMA BREVE:
L’edificio fu voluto nel 1932 con un concorso bandito dal Comune di Como (all’interno del quale comparivano anche caserma dei vigili del fuoco e, tra l’altro, l’acquedotto).
L’amministrazione vide arrivare una catena di progetti insoddisfacenti, poi nel 1933 arrivò il capolavoro del monumentalista milanese Mario Levancher, così nel luglio del 1933 l’allora podestà Luigi Negrini affidò i lavori all’azienda Buongiorno di MIlano, le coperture furono realizzate da Nessi e Majocchi.
Realizzato tempo record, utilizzando anche tecniche di prefabbricazione, la struttura è stata concepita in quattro porzioni, due maggiori e due minori con variazioni di misura e degli elementi di base.
Insomma, è un gioiello di rara bellezza e oggi, a parte lo scandalo dell’ex padiglione grossisti ristrutturato e abbandonato, grazie al cielo assolve ancora la funzione per cui è stato concepito: vendere cibo.
E’ bello. E’ bello da guardare e, tornando alla nostra Lorenza-occhio-di-stupore, è bello da immortalare (e pure da toccare).
Come commenta l’artista a cotè dello scatto? “A me le auto non danno fastidio, ma davanti a certi edifici sono proprio una profanazione”. Ecco, finalmente, qualcuno l’ha detto, perché è vero.
E si scateni pure l’inferno. Ricordiamo bene la tragedia mondial-popolare quando si scoprì che la dorsale dei pellegrini (una splendida ciclabile che attraversa, e unisce, l’Europa passando anche da Como) avrebbe tolto qualche posto auto in via Mentana.
Ora però fermi tutti e, prima di organizzare manifestazioni di piazza con le marmitte in mano, giochiamo al gioco delle differenze:
1
2
3
Ecco.
Ok, ora facciamo un giretto veloce in città.
Su Casa del Fascio il discorso è davvero complicato, sappiamo bene che svuotarla della Guardia di Finanza (che ne garantisce tutela e manutenzione) significa avere l’assoluta certezza – cosa che a Como, perdonate la scarsa fiducia, non si può avere – che dal giorno dopo sia affidata a mani che sappiano proteggerla e, non secondario, valorizzarla.
Dell’Asilo Sant’Elia abbiamo giusto raccontato l’ultimo inaccettabile capitolo l’altroieri:
Asilo Sant’Elia, vergogna inaccettabile. Foto e denuncia d’architetto: “Ecco un turista, da Parigi per vederlo. Questo è quanto Como gli offre”
Potremmo poi infilare il lungo elenco di luoghi dell’arte perduti e del patrimonio comunale dimenticato:
Muri del pianto, lo scandalo del patrimonio comunale. Borgovico sperimenta la chiusura, la rinascita di piazza De Gasperi, esce ComoZero Settimanale
E, in chiusura, ma l’elenco potrebbe procedere, rinnovare lo stupore per il niet all’Archivio del Moderno di Mendrisio che avrebbe voluto tanto l’ex Uli, dietro Casa del Fascio:
Quel che resta dell’Uli. Progetto-sogno del Maarc, speranza dopo le delusioni
Che malessere generale, sul serio ragazzi. Risale quel “pessimismo e fastidio” dei Cavalli Marci:
E allora Mentana e Sirtori? Ecco, facciamo duepiùdue: ciclabile europea+un ampio sguardo su un capolavoro cittadino. Respiro, spazio, recupero del bello e non solo genuflessione all’utile. Non male. Buona idea. Diciamo EcoCultura.
In una città che affoga nel putridume dell’assenza di visione, in cui la difesa dell’asfalto sembra l’unica priorità, il ditino gentile di Lorenza che fa click è un lampo di luce al magnesio&gioia che mostra per un istante il sogno e, sì, una speranza.
Anche perché, lo abbiamo già scritto molte volte in passato, il Mercato Coperto di via Mentana è un gioiello, veramente la mecca dei prodotti di qualità e dei prezzi onesti, amato dai comaschi, invidiato da molti, raggiunto da centinaia di clienti che non vivono in città.
Non saranno 50 posti auto in meno a decretarne la crisi (c’è un autosilo raggiungibile a piedi in meno di 9 secondi).
Ma stiamo solo giocando. O no?
6 Commenti
Beh: direi di togliere anche il mercato e usare gli spazi per delle mostre permanenti.
Sì, come davanti al monumento a caduti dove, pur essendo divieto in quanto MONUMENTO, sono costantemente posteggiate automobili… vedessi mai una multa. E chi posteggia lì lo fa solo per pascolare, nemmeno per usufruire del servizio del mercato per il quale effettivamente posteggiare alla minor distanza possibile non è del tutto negativo. I posti auto intorno al mercato devono essere in discussione per la ciclabile, di riflesso l’architettura e l’arte ne potranno giovare.
Bravissimo Davide e bravissima Lorenza che riesce a darci uno sguardo sul bello di una città che non lo sa riconoscere e affoga nel traffico con noncuranza …
Bellissima idea ma prima bisogna individuare un parcheggio ed un servizio navetta per tutti i fruitori del mercato che attualmente utilizzano gli stalli da eliminare, va bene togliere le auto dal centro ma bisogna pensare ad un servizio pubblico alternativo efficiente altrimenti il progetto è “monco”
Molto bello, ma poi in città ci sono i Casartelli di turno che assolutamente no, le auto sono la priorità!
Una splendida idea, per poterla realizzare ci vorrebbe un forte consenso cittadino…..