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VIDEO Nidi chiusi a Como. “Genitori egoisti”, blitz (circa) di Rapinese all’assemblea. E l’assessore non parla ma porta la giacca del sindaco

Intervento fuori programma (o quasi, visto che oggi è stato ampiamente annunciato nelle chat dei genitori) del sindaco Alessandro Rapinese durante l’assemblea cittadina “Per crescere un bimbo ci vuole un quartiere”, organizzata questa sera dal neonato Comitato Genitori “Como a misura di famiglia” nell’aula magna della scuola media Foscolo contro la chiusura dei nidi Magnolia, Como Centro, e Coccinella, Monte Olimpino (qui tutte le cronache).

 

Davanti a una sala stracolma, con tutti i 120 posti a sedere occupati e molte persone in piedi ad ascoltare, hanno infatti parlato relatori del calibro della pediatra Roberta Marzorati, della psicosociologa Franca Olivetti Manoukian, della ex direttrice di asili nido Paola Bernard e della dirigente dell’Istituto Comprensivo Como Borgovico, e padrona di casa, Grazia Miccolis finché, a interventi pressoché conclusi, in sala si è presentato anche il sindaco accompagnato dall’assessore alle Politiche Educative, e vicesindaco, Nicoletta Roperto.

Nonostante non fosse previsto un suo intervento, Rapinese ha infatti preso la parola chiedendo di poter proiettare alcune slide con i numeri, peraltro già resi abbondantemente noti in questi giorni, sui posti negli asili nido e sull’incremento previsto dalla sua “riforma”.

Tutto prevedibile finché il sindaco ha spostato l’argomento dai dati alle motivazioni, secondo il suo punto di vista, della protesta dei genitori: “Sappiate che ci sono dei quartieri come il vostro…che un nido non ce l’hanno e non l’hanno mai avuto e altri che se lo sono visto anche chiudere in passato, perciò è una questione di sano egoismo perché non ho mai sentito nessuno preoccuparsi ad esempio di altri quartieri che non l’hanno mai avuto – ha detto infatti – a voi giustamente interessa il vostro, non vi siete mai preoccupati di Prestino o Breccia che non sono persone diverse da voi”. E ancora: “La preoccupazione è per la situazione del vostro quartiere, che capisco, perché alla fine l’essere umano è egoista e pensa a sé… perché di questo parlate, del vostro nido perché vi interessa solo il ‘vostro’, tant’è che si parlava di egoismo puro perché nessuno è qui per Prestino o Breccia”. Frase che ha scatenato rumorose proteste del pubblico dal quale, alla richiesta del primo cittadino di essere ascoltato, si è levata qualche voce che ha ricordato l’intento della serata. Che, cioè, prevedeva l’ascolto, prima del dibattito, degli interventi degli esperti chiamati a partecipare per offrire il proprio contributo sull’importanza degli asili nido di prossimità, non solo di quelli di cui è prevista la chiusura.

Continuando a parlare di numeri, poi, Rapinese ha tenuto a sottolineare quale sia il costo di ogni bambino che frequenta i nidi per il Comune: “Ipotizziamo una famiglia che paga 600 euro al mese, ovvero quella che contribuisce nella maggior misura in ambito economico. Dà alle casse dell’amministrazione 7.200 euro, crea un costo all’amministrazione di 12mila euro all’anno a bambino – ha spiegato – c’è in totale per i Servizi Sociali una capacità di spesa di 17 milioni, di cui 4.7 milioni di euro vengono spesi solo per i nidi. Con quello che risparmio non è che mi compro un Rolex, viene reinvestito nei servizi sociali”.

Per quanto riguarda invece il tema, molto sentito dai genitori, della distanza dai Nidi comunali che resteranno aperti, il sindaco ha sottolineato che, secondo i suoi calcoli, “Questo quartiere è uno dei più fortunati in assoluto perché conta un chilometro e mezzo a piedi da un altro nido Isee, di conseguenza stiamo parlando di quelli più poveri che sono quelli che interessano a noi per la ridistribuzione del reddito, quello più ricco sceglie quello che vuole”.

Al momento di dare spazio, poi, all’intervento dei rappresentanti sindacali, nel caso specifico a Alessandra Ghirotti, segretaria della Fp Cgil, il sindaco ha lasciato la sala tra le proteste generali dichiarando che ci sono “altri tavoli dove parlare”. Salvo poi rientrare, inseguito dalla stessa Ghirotti, per ascoltare le voci di alcuni genitori e delle maestre della scuola dell’infanzia Raschi, tra le quali la sorella dell’assessore Chiara Bodero Maccabeo, Paola (che avevamo incontrato qui).

Il tutto, dispiace tanto e sinceramente (molto sinceramente) doverlo notare ancora, dopo quanto già visto nella conferenza stampa di presentazione del progetto nidi (qui), con un assessore alle Politiche Educative azzerata al semplice ruolo di porta-giacca del primo cittadino. Senza non solo il diritto di parola sul palco, nonostante l’incarico che riveste (è anche vicesindaco, ribadiamo), ma senza nemmeno la possibilità di rispondere alle famiglie presenti in platea, eppure la partita è decisamente la sua.

Tornando invece al cuore della serata, sul palco si sono alternate le voci di quattro donne che hanno messo la loro esperienza al servizio di chi si domanda se davvero la battaglia per salvare due nidi di quartiere sia solo un vezzo da genitori che non vogliono fare qualche chilometro in più al mattino, oppure abbia delle ragioni più profonde. “Una cosa è razionalizzare le mense con un punto unico di cottura, un’altra è l’educazione dei più piccoli – ha sottolineato, tra le altre cose, l’amatissima pediatra comasca Roberta Marzorati – non tutti i genitori hanno due macchine anzi, a volte non ne hanno neppure una . E svegliarsi mezz’ora prima per un bambino di sei mesi non è la stessa cosa che per un adulto”.

“Nel riorganizzare un servizio occorre tenere a mentre quattro linee guida: a cosa serve e a chi serve, se promuovere relazioni rispettose dei diritti dei bambini riconosciuti dalla Costituzione e dalla Convenzione di New York, in che ambiente è possibile costruire queste relazioni e in che modo possiamo immaginare contesti co-costruiti da genitori ed educatori – ha poi sottolineato Franca Olivetti Manoukian – per questo le economie di scala non funzionano quando parliamo di bambini e, anzi, rischia di risentirne la qualità del servizio”.

“I nidi comunali sono stati per anni il fiore all’occhiello di Como con ricadute positive sulla società. A partire dalla possibilità, per le mamme, di conciliare lavoro e famiglia – sono state le parole di Paola Bernard, per trent’anni direttrice di diversi asili cittadini – è innegabile che questo sia un servizio costoso ma un’Amministrazione saggia dovrebbe mettere a confronto i costi e i benefici, evitando chiusure che cancellano un patrimonio per la collettività che non può essere sostituito dai nidi privati che, dovendo rispondere alle leggi di mercato, piegano le scelte educative a quelle economiche”.

“Sono la dirigente di otto plessi e di tre anime, quella di Borgovico quella della città murata e quella di Tavernola. Quello che ho cercato di fare fin dal mio arrivo è stato cercare di mettere in dialogo le scuole attraverso progetti comuni, come ad esempio la musica, secondo i principi espressi dal coordinamento pedagogico territoriale che prevede la vicinanza delle strutture scolastiche – ha detto la dirigente dell’Istituto Comprensivo, Grazia Miccolis – dall’anno scorso, quindi, stiamo lavorando alla valorizzazione di un polo educativo che arriva fino alle scuole medie, nel quale è coinvolto anche l’asilo nido di via Passeri secondo i principi di verticalità, continuità e prossimità”.

Prossimo appuntamento martedì 26 marzo dalle 17 alle 19 in piazza Verdi per un flash mob durante il quale continuerà anche la raccolta firme contro la chiusura dei due asili nido, iniziata stasera che ha già raggiunto quota cento sottoscrittori. Poi si vedrà.

ECCO IL VIDEO DELLA SERATA DI COMOZERO

QUI INTEGRALE DALLA PAGINA FB DEL COMITATO GENITORI

E LE IMMAGINI

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47 Commenti

  1. Una scelta amministrativa di totale razionalità, supportata da numeri chiari e con un impatto molto probabilmente positivo nel complesso, sia in termine di bilancio comunale che di servizi ai cittadini. Il sindaco è sicuramente divisivo, ma la scelta resta razionale. Il circo di queste settimane la dice lunga sulla generale difficoltà nel capire concetti basilari di buona amminstrazione e sul livello della classe politica della nostra città

    1. Interessante il suo “molto probabilmente positivo”. Anche lei non ne è sicuro, eppure secondo lei sono concetti basilari. Forse non ha capito bene la questione, non stiamo parlando di concetti amministrativi ma di temi politici.

      Le consiglio di rileggere il commento poco sotto di Andrea Pennitti.

      1. Capisco il punto e la ringrazio per la risposta, ma mi trovo in disaccordo. Credo che un comune delle dimensioni e nella situazione attuale di Como abbia bisogno prima di tutto di essere bene amministrata.

        Nello specifico della questione, non credo nemmeno che manchi direzione politica. Mi sembra chiaro dai numeri che il rapporto posti disponibili/totale bambini residenti sia aumentato e che si vada a favorire in generale la fascia di popolazione a più basso reddito. Quindi la giunta ritiene questo servizio importante e – a differenza di quanto fatto in passato – propone una politica che va ad influenzare il servizio positivamente per la totalità dei comaschi. Si è fatta la scelta di efficientare il sistema per raggiungere questi obiettivi, considerati i limiti di bilancio del comune. Questo implica fare scontento qualcuno, ma la scelta andrà giudicata comunque nell’insieme.

        I toni del sindaco sicuramente non aiutano a passare il messaggio, e questo è un problema. Ma la protesta è a mio parere a difesa di un interesse specifico – nel caso del nido che verrà chiuso – o di una presa di posizione politica su come si vuole amministrare la città. Entrambi i casi legittimi per carità. Ma nel primo occurre capire che la collettività viene prima dei singoli cittadini dal punto di vista dell’amministratore. Nel secondo caso, il nostro sistema democratico offre tempi e modi ben più efficienti per portare avanti le propria idee – le elezioni prima di tutto.

        1. Caro Andrea, che piacere leggere un commento a favore dell’attuale sindaco con argomentazioni serie e toni adeguati. A tratti ho l’impressione che a favore di Rapinese ci siano solo ciechi tifosi incapaci di comunicare concetti.

          Per il resto rimaniamo ciascuno nelle proprie legittime opinioni: la sua, mirata al concetto di buona amministrazione delle risorse intesa come la capacità di diminuire la spesa pubblica ma con una massimizzazione di un risultato (i posti disponibili), la mia, mirata sull’orientare la spesa pubblica verso una maggiore diffusione dei servizi essenziali per rendere la vita dei cittadini più sostenibile (includendo in questo termine i concetti di sostegno al lavoro femminile, alla genitorialità, all’ambiente, alla omogeneità dei servizi sul territorio, tutti temi influenzati negativamente dalla disposizione del sindaco in merito agli asili nido).

  2. Tanti commenti, tutti esperti da tastiera. Bisogna provare a governare un comune. Purtroppo anche il bilancio impone la necessità di fare delle scelte. Trovare il giusto equilibrio tra qualità del servizio e spesa è molto difficile. Certo gli esperti spiegano quale è il miglior servizio per i bimbi, chi non lo vorrebbe….poi bisogna fare quadrare i conti. La maggior parte degli interventi non ne parla….ma il problema è lì…

    1. È proprio sulle “scelte che il bilancio impone” che si critica questa amministrazione.
      Il sindaco e i suoi tifosi continuano a confondere il piano politico con quello amministrativo.
      Il primo deve indirizzare il secondo: è per questo che gli interventi dei relatori affrontavano i temi dell’infanzia e della famiglia con un respiro più alto della mera contabilità. Ed è per questo che le risposte “da ragioniere” sono aride e fuori focus.
      Costa tanto gestire un nido (e che significa tanto rispetto alle altre voci di bilancio)? Ok, ma è una priorità oppure no? Su cosa vogliamo puntare come comunità? Sul favorire la migliore crescita dei cittadini di domani, sul migliorare la vita delle famiglie, sul consentire ad una figura accudente (quasi sempre una donna) di avere una vita piena? oppure su altro? E questo altro, nel caso, che cos`è? la città turistica? il commercio?
      Qual è il progetto di comunità che ci diamo? Su cosa investiamo e a cosa rinunciamo?
      Si parlava di questo ieri. Poi, i soldi si reperiscono, si investono o si risparmiano e se non si trovano, si dice: “Non ci sono, ma nel futuro ci diamo un piano per arrivare a questo obiettivo…” viene fatta questa cosa dall’amministrazione?
      C’è quindi anche il tema della comunicazione: come si raccontano le scelte? che spazio di dibattito c’è nelle sedi opportune? che ascolto si dimostra alle minoranze? e ai cittadini?

      Parlando di soldi -poi- il rispetto degli interlocutori e il tono appropriato ad ogni circostanza non costano nulla: nel linguaggio verbale e non del sindaco, ieri (come altre volte) mancavano totalmente… anche questo mi sembra un buon campo su cui investire.

    2. Certo che è gente come te se Como è ridotta in questo stato!
      Gente che non ha visione men che meno comprensione dei problemi e delle ricadute che gli stessi genereranno nel medio e lungo termine!
      Guardi al soldo e poi ti lamenti se le generazioni che vengono su sfasciano tutto e devastano la tua bella cittadina!
      Continua ad appoggiare la linea del tuo sindaco priva di visione e tra qualche anno, ne riparleremo.
      In ultimo, non mi sembra che il tuo sindaco abbia trovato buchi di bilancio…tutt’altro!
      un saluto a te caro statista

  3. Mi domando se gli elettori di Rapinese, dunque la maggioranza dei votanti, abbiano a suo tempo preso visione del programma elettorale del Sindaco.

    Riporto un frammento dalla Sezione dedicata agli asili:

    “Seguiremo l’esempio della città storicamente “rossa” (che però si è aperta ai privati), città in cui l’offerta complessiva del sistema integrato di servizi educativi da 0 a 3 anni conta circa il 40% degli asili nido gestiti indirettamente dal Comune (A Como 0%). Così facendo avremo più posti disponibili per i bambini, salvaguarderemo la qualità del servizio erogato e alleggeriremo la pianta organica comunale in modo da consentire nuove assunzioni per gli altri uffici del Comune oggi sotto organico.”

  4. Si chiama libertà di pensiero il nostro confronto. Quindi prima di questa amministrazione a Como andava tutto bene ?? Se Como ha scelto di cambiare è perché chi c’era prima non soddisfava più le esigenze dei cittadini. Il 50% dei votanti è restato a casa perché si candidava Rapinese o perché ne aveva piene le scatole della classe dirigente precedente ?? Quel 50% è quello che le prossime elezioni può far la differenza, può essere quello che dopo aver visto come sta amministrando Rapinese va a votarlo in toto e lo rielegge, oppure sarà quello che farà saltare il banco e lo manda a casa. Mettetevi sul fiume e aspettate che passa il cadavere tra tre anni, intanto continuate a piangervi addosso…..

    1. Concordo sulla libertà di pensiero e trovo interessante confrontarsi.
      Leggendo i suoi commenti continuo a pensare, sig. Mario, che la sua idea di democrazia sia quella che un sindaco che viene eletto può fare quello che vuole per tutto il mandato, poi se ai cittadini non è piaciuto cosa ha fatto, avanti un altro. Io definirei questo una monocrazia (potere in mano ad una sola persona) elettiva.
      Per me democrazia significa che il popolo detiene il potere e tramite i suoi rappresentanti contribuisce in toto alla costruzione del bene comune tramite il confronto e la partecipazione corale di diversi attori.

      1. concordo con quello che scrive, ma poi chi è stato eletto deve portare avanti il programma che ha condiviso prima delle elezioni altrimenti non rispetta le aspettative dei propri elettori

        1. Le riconosco sig. Fiducioso un commento di gran lunga superiore rispetto alla media dei sostenitori tifosi dell’attuale sindaco, e di questo la ringrazio perchè aiuta a costruire un dibattito costruttivo.
          Va bene portare avanti il programma (che comunque nel caso specifico degli asili nido è interpretabile in quanto non riporta in modo esplicito il tema chiusure, anzi, si tiene sul vago, quando invece ci sono ben altri punti che sono molto espliciti, come quello sulla piscina di Muggiò, bellamente ignorati dal sindaco stesso), ma quando molti di quelli che hanno voce in capitolo sul tema, quindi esperti, lavoratori del settore, genitori, nonni ed abitanti di quartieri ti fanno notare, con tanto di motivazioni profonde, che il programma è sbagliato, una politico bravo mette in pausa le sue decisioni e, per lo meno, ascolta.
          Uno come il sindaco che pensa di sapere tutto solo lui, evita il confronto perchè privo di argomenti sulle questioni essenziali come pedagogia, sostegno al lavoro femminile e alla genitorialità. Si ripara dietro alla razionalizzazione e da degli stupidi a coloro che non capiscono.
          A favore della chiusura degli asili nido non ho ancora sentito un solo esperto che si sia dichiarato favorevole. Uno solo. Ci sarà un motivo?

    1. Il titolo riporta dei fatti in modo strumentale per comunicare che la vicesindaco è inadeguata al ruolo. Strumentale si, ma offensivo proprio no. Offensivo è il sindaco quando ad espansione TV venerdì scorso ha detto ad un telespettatore che le sue opinioni sono stupidate. Questo è offensivo. Riportare i fatti può essere strumentale ma non offensivo.
      Dopo più di un anno e mezzo di mandato alle spalle, i giudizi sull’operato di Roperto e degli altri consiglieri di maggioranza non si possono più definire pregiudiziali. Semplicemente sono basati su quello che hanno detto e agito in questo periodo, ossia nulla. Nulla. Nulla.

    2. Ah davvero? lo trovi disdicevole? ma ti sei chiesto perchè il vicesindaco non ha diritto di parola?
      Il Sindaco l’unica cosa che sa fare bene è creare scompiglio distogliendo l’attenzione dai veri problemi. E anche questa volta, lui di risposte non ha fornite!!
      Meditate gente, meditate!

      ps sarebbe stato più utile e costruttivo, invitare il Dirigente delle politiche educative e relativo Assessore e lasciare a casa il Sindaco!
      Forse qualcosa si sarebbe smosso

  5. Caro Steve, erano tutti li. Hanno rappresentato l’immobilismo più assoluto.Se lei invece, pensa davvero che chi ha amministrato questa città prima dell’attuale Sindaco l’abbia fatto egregiamente le chiedo scusa. Probabilmente mi sbaglio io…..

    1. Caro Mario, ovviamente non rispondo per Steve, ma la mia opinione è che Rapinese da sindaco stia facendo solo danni (ad esempio asili nido, parcheggi, Natale a Como, spazio tolto alle realtà associative locali) o dimostrando assoluta incapacità (piscina di Muggiò), incapacità che porta agli stessi risultati dell’immobilismo, ossia nessun risultato.
      Con l’aggravante che è talmente convinto di possedere la verità che non ascolta nessuno (anche ieri si è presentato dopo gli interventi degli ospiti) e si circonda di yes man.
      Sempre come opinione personale, Minghetti ha sempre dimostrato di aver capacità di ascolto e negoziazione molto migliori e la sua squadra era anni luce più preparata e professionale di quella dell’attuale sindaco.
      Anche l’amministrazione Lucini a mio parere è stata molto migliore dell’attuale considerando anche il contesto di forti limitazioni alla spesa pubblica in cui ha governato, per non parlare della distanza siderale della vicesindaco Silvia Magni rispetto a Nicoletta Roperto.

        1. Altra visione distorta del concetto di democrazia: chi perde le elezioni deve essere condannato al silenzio e appellato con “sta”.
          Ha sempre riservato questo trattamento a tutti gli sconfitti? Fino a Giugno 2022 lei auspicava che “sto Rapinese che ha perso e male le elezioni se ne stesse zitto”?.
          Io no, ho sempre portato rispetto per tutte le persone e tutte le opinioni, cercando di comprendere i punti di vista altrui e di motivare i miei.

          1. Le rispetti così tanto che stai passando le giornate a commentare in tono passivo aggressivo chiunque non la pensi come te.

            Non è che basta dare del lei e concludere con delle banali cordialità per essere “democratici”.

    2. Egr. Sig. Mario, Le ripeto, faccia Nomi e Cognomi. Erano tutti li chi? Bruni? Gadfi? Landriscina? Lucini? Gerosa? Spallino? Abbia il coraggio che le manca, esattamente come i Suoi concetti generici e semplicistici.

  6. Commenti demagogici , manipolazione genitori, da parte di chi per anni ha profuso al vento parole e principi da salotto. Rapi da kamikaze è andato nel salotto allestito alla Foscolo per sottolineare il fatto che i bambini diminuiscono e che il mondo sta cambiando al di là dei principi ormai teorici che si ammantano dell’ ipocrisia del politicamente corretto.

    1. Che mix di frasi fatte… Se fosse stato lì e avesse sentito gli interventi precedenti magari avrebbe capito qualcosa di più del senso della protesta e di quanto un asilo nido sia ESSENZIALE

    2. A mio parere il “manipolato” è qualcun’altro.
      I bambini diminuiscono anche perchè vengono tolti i servizi , un grande errore.
      Certo per gli attuali settantenni non cambia nulla , ma per gli altri si e molto !
      Ieri ho sentito il suo eroe ribadire che lo fa per motivi di costi ; allora mi spieghi per quale motivo ha speso 5 MILIONI per il Politeama ed altri 2 per le SERRE ?
      Meglio un vecchio palazzo da adibire ad attrazione per i turisti mordi e fuggi oppure il futuro della città inteso come abitanti ?

  7. Imbarazzante la differenza di spessore tra i contenuti degli esperti intervenuti alla iniziativa e quelli espressi dal sindaco.
    Di fronte a professionisti che hanno parlato di educazione dei bambini, crescita sostenibile, equità sociale e pedagogia, il sindaco risponde che il suo obiettivo è risparmiare soldi.

    Rapinese è un sindaco sempre più divisivo ed incapace di rispondere alle esigenze dei cittadini.

  8. Bellissima serata, piena di energie positive animate da uno spirito costruttivo. Gli organizzatori e i relatori hanno fatto un ottimo lavoro.
    Ritengo positivo che sindaco e vicesindaco fossero presenti (purtroppo non ad ascoltare, visto che sono arrivati a relazioni quasi finite), per il resto avrebbero fatto una figura migliore limitandosi a stare seduti.
    Rapinese ha “omaggiato” i presenti con la sua retorica ammantata di vittimismo e aggressività parlando di numeri quando la serata riguardava le persone. È stata un’occasione, se ancora fosse necessario, per cogliere la sua inadeguatezza politica e (spiace dirlo) antropologica.
    Quando parlava di “razionalizzazioni” economiche alla spesa comunale per i nidi mi è tornata alla mente la storiella del dietologo che, nella smania di far perdere peso ai suoi pazienti, propone loro di farsi amputare una mano, o un braccio… obiettivo raggiunto, ma a costo di rovinarsi la vita.

    1. Per la qualità espressa in questa giunta direi troppi. Talmente troppi che tutti gli assessori sono paralizzati e non si permettono di contraddire il capo. E quindi stanno li, in religioso silenzio.
      Senza opinioni. Ieri sera l’assessore alla partita degli asili non ha detto una parola…

  9. Secondo la stessa logica nella sanità si chiudono i reparti ospedalieri e le attività meno remunerative, tanto se ne occuperà qualcun altro o si ricorrerà al privato.

  10. Allineare tutti al peggio non è equità. Se altri quartieri non hanno il nido, non è chiudendo i nidi esistenti che si migliora il servizio. Piuttosto garantendo ciò che già c’è e cercando di estendere l’offerta alle zone dove manca.
    Dare degli egoisti ai genitori che protestano per la chiusura di un nido è una sciocchezza, oltre che una mancanza di rispetto.

  11. Quindi, un agente immobiliare ne sa più di fior fior di professionisti del settore e va avanti sulla sua strada trattando i bambini come carne a 12.000 € (quanto viene al kg?) dando degli egoisti a genitori e cittadini, mentre il vice sindaco e assessore competente resta muto.
    Osceno

  12. Che belli in platea tutti quelli che hanno governato prima di lui, e che hanno portato con la loro lungimiranza la nostra città allo scarafaggio. E sono ancora lì in prima linea a contestare. Poveretti !!!

    1. Mario secondo me lei non conosce i rappresentanti politici che erano presenti in sala. (per altro alcuni di loro non hanno mai governato). Sono persone educate, competenti, ed è un vero peccato che la città non lo abbia capito.

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