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Sindaci per Fontana: la “spontanea” video adunata è bulgara. Quando la propaganda fa male alle cose buone

In questa sede non rientra alcun giudizio politico o tecnico sulla gestione dell’emergenza Covid-19 in Lombardia. E non per pavidità o aspirazioni pilatesche, caratteristiche che non sono proprie della testata.

Il punto è che per ora nessuno in questa redazione si arroga il diritto – al di là, naturalmente, delle singole e personali opinioni – di tracciare oggi un bilancio degli ultimi due sconvolgenti mesi a epidemia ancora in corso. Per di più senza avere strumenti, conoscenze, informazioni dirette e prospettiva analitica tali da potersi ergere a giudici.

A dare conto dei differenti punti di vista sull’operato di Attilio Fontana, Giulio Gallera e di tutta la macchina di Palazzo Lombardia che ha gestito questi drammatici giorni, per ora, pensano gli articoli quotidiani con l’aspirazione di poter rappresentare al meglio ogni visione differente.

 

Messa in chiaro questa doverosa premessa, una valutazione sulla comunicazione di Regione Lombardia è invece inevitabile arrivati a questo punto, dopo decine di conferenze stampa in diretta, centinaia di comunicati regionali, migliaia di post su Facebook.

Il tema, chiaramente, non è nuovo in assoluto: da più parti si è già discussa l’opportunità dei lunghissimi “live” via social dell’assessore Gallera (peraltro misteriosamente sparito da giorni, senza alcuna spiegazione, dopo la presenza quasi ossessiva delle prime settimane), della trasformazione talvolta del bollettino quotidiano in qualcosa di troppo simile a uno show aperto a molte altre (discutibili) valutazioni e autopromozioni, dell’attuale girandola che ormai potrebbe titolarsi “un assessore al giorno” ai tavolini in streaming delle 17.30, situazione dà un po’ troppo la sensazione di voler dare a tutta la giunta il famoso quarto d’ora di celebrità.

Persino l’impiego di filmati di nonni che si abbracciano in letti di ospedale, letterine di bambini, neonati in bella mostra può essere tema di discussione e valutazioni radicalmente diverse circa l’attinenza di tali immagini con la comunicazione istituzionale di Regione Lombardia. Ma fin qui, forse, siamo alle opinioni.

Molto diverso, quantomeno in termini di efficacia più che di legittimità, è il caso del video postato ieri da Fontana sulla propria bacheca Facebook ufficiale. Chiariamo: nessun delitto, nessun utilizzo illegittimo di mezzi pubblici di comunicazione pagati dai cittadini, nessuno scandalo in senso assoluto. E’ proprio la bontà finale del messaggio che, almeno qui, risulta persino controproducente.

 

Perché nel pieno di una devastante emergenza sanitaria, e senza nulla togliere alla bontà dei provvedimenti economici assunti dalla Regione due giorni fa (li trovate qui), l’idea che il presidente di tutti i lombardi e dunque di tutti i sindaci lombardi, posti su Facebook – senza dirlo esplicitamente, ma dicendosi genericamente “felice di aver ricevuto molti messaggi dai sindaci” – una sfilata di primi cittadini unicamente della Lega o al massimo del centrodestra che plaudono in stile Corea del Nord all’azione del loro presidente è come minimo inefficace, più facilmente ancora quasi controproducente.

Perché dà la sensazione di un ordine di scuderia, di una mobilitazione forzata di partito, di un’adunata oceanica via social senza spontaneità né trasparenza. Una summa di cosa si definisce boomerang in termini di comunicazione politica (effetto ulteriormente peggiorato, peraltro, dalle dichiarazioni della gran parte dei sindaci sulla destinazione ad asfalti e lampioni dei soldi in arrivo: destinazione giusta in senso tecnico e assoluto, ma risultata poco comprensibile alla maggioranza dei commentatori del post, i quali, magari sbagliando, spesso hanno polemicamente domandato perché quelle cifre non venissero destinate a sanità ed emergenza Covid).

Fontana – al di là del giudizio politico che se ne può avere – è uomo e politico schietto, ruvido, che almeno pubblicamente offre meno la sensazione di essere paludato come altri protagonisti della scena lombarda.

E forse anche per queste ragioni quella sorta di tributo preconfezionato, targato e bulgaro – che in quanto tale esclude per partito preso dall’approvazione il resto dei Municipi regionali, che invece probabilmente saranno lieti dei fondi in arrivo – dovrebbe diventare per il presidente lombardo e per molti altri politici locali e nazionali un esempio di come la pura propaganda sia dannosa.

Persino, anzi, soprattutto a corollario di un provvedimento a monte certamente buono in generale sotto molti aspetti.

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2 Commenti

  1. Questi come sempre se la suonano e se la cantano da soli…Sono mesi oramai che ci raccontano storie e fiabe a proposito di mascherine tamponi esami sierologici che dovevano essere 20000 al giorno a partire dal 21 aprile (se va bene si partirà il 29 con poche migliaia) ma i numeri dei morti e dei contagiati rispetto al resto d’italia ma soprattutto di veneto ed emilia romagna parlano chiaro FALLIMENTO TOTALE e adesso vogliono pure ripartire per primi anche se l’emergenza è tutt’altro che passata! A questi non frega un bel niente della salute delle persone per loro conta solo il profitto altro che le favole di questi sindaci che forse è meglio che vadano a zappare!

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