Se la metà del dibattito nazionale creato in questi giorni dalla notizia di due euro addebitati da un locale del lago per tagliare a metà un toast fosse stata sollevata dalla decisione di Villa del Balbianello di contingentare gli ingressi, forse il dibattito sulla direzione che sta prendendo il turismo, a Como e in tutta Italia, si sarebbe elevato un po’ oltre la chiacchiera scandalizzata, che domani verrà rimpiazzata dallo scontrino della piadina a 25 euro, per diventare qualcosa di più concreto, capace anche di smuovere le coscienze di qualcuno e lasciare il segno, chissà.
E invece quel comunicato, sobrio ma potentissimo, è rimasto lì, destinato ad andare poco oltre la Tremezzina invece di risuonare nelle stanze di chi ha il potere di decidere, almeno in parte, cosa vogliamo diventare, se padroni di casa ospitali e fieri di far conoscere il nostro patrimonio unico e inestimabile, o vittime passive, benché sicuramente più ricche, di qualcosa sempre più simile a una calata di cavallette che arrivano, pagano, masticano e se ne vanno.
Perché dal 3 agosto scorso, e per la prima volta nella sua storia, il FAI ha deciso di ridurre del 30% il numero degli ingressi giornalieri a Villa del Balbianello scegliendo di accusare il colpo di un non indifferente danno economico in nome di valori espressi in un passaggio del comunicato ufficiale che dovrebbe essere imparato a memoria e ripetuto come un mantra da chi ha il potere di decidere le sorti di qualsiasi luogo turistico d’Italia, a tutti i livelli.
“Contingentare gli ingressi è l’unico modo per tutelare Villa del Balbianello da un eccesso di turismo che si riversa sempre più sul Lago di Como (così come a Venezia o nei centri storici delle altre città d’arte) e che non solo mette a serio rischio la conservazione di un bene culturale come questo, obbligando a manutenzioni sempre più frequenti e onerose, ma danneggia anche la sua immagine, il suo valore immateriale, perché snatura il luogo, banalizza la sua storia e ne attenua il fascino. A risentirne alla fine è la qualità della visita, che rischia di impoverirsi e di perdere il significato di esperienza culturale, suggestiva e formativa, per come la intende il FAI – si legge infatti sul sito del Fondo per l’Ambiente Italiano, proprietario della villa – una decisione per la tutela, dunque, ma anche e soprattutto un indirizzo di politica culturale che la Fondazione sente il dovere di promuovere a partire dal proprio concreto agire per contribuire a educare i cittadini italiani e stranieri a una fruizione, qui e altrove, più sostenibile del patrimonio culturale”.
Non snobismo nei confronti delle armate dei selfie o semplice, seppur lecita, tutela del proprio patrimonio, ma “un indirizzo di politica culturale”, uno scrollone che dovrebbe volare alto, ben sopra i comuni cittadini o i turisti che pensano che il Balbianello sia solo il set di Star Wars, per far capire che accontentare tutti a costo di snaturarsi è quanto di più suicida si possa fare.
Che, tradotto oggi, significa che non ha molto senso preoccuparsi che i turisti scappino scioccati per aver pagato come oro un toast se nel frattempo non ci preoccupiamo di preservare il nostro territorio, i suoi tesori e la sua atmosfera, che sono le vere ragioni per cui c’è chi arriva qui dall’altra parte del globo. Perché il boomerang del turismo, e gli ultimi articoli apparso sulla stampa nazionale lo raccontano, sta evidentemente già tornando indietro e, per quanto continuiamo a raccontarci di essere i più belli del mondo, non siamo già più il lago scelto da Clooney che ci ha lanciati nell’Olimpo dei luoghi imperdibili, ma ci siamo trasformati nel ben più banale, instagrammabile (e rapidamente intercambiabile) sfondo per i selfie dei Ferragnez. E il problema qui, davvero non è un toast.
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3 Commenti
La differenza tra valorizzazione e mercificazione.
Nessun danno economico se si aumenta il costo del biglietto.
In tutto il mondo per vedere 1 milionesimo di quello che c’è al Balbianello si pagano cifre iperboliche.
Io sono per triplicare i prezzi così certi CESARONI E COMPANY NON VERRANNO MAI PIÙ QUI A SELFIZIARSI COME EBETI!!!
Bravo, concordo.