A pochi giorni dalla sospensione delle lezioni in presenza per le scuole di ogni ordine e grado, gli Ordini degli infermieri di tutta la Lombardia esprimono tutto lo sconcerto e la delusioni possibili.
“Apprendiamo con sconcerto della decisione da parte di Regione Lombardia di limitare la possibilità di fruire della didattica in presenza alle sole categorie degli alunni “con disabilità e con bisogni educativi speciali – si legge nella nota – negando il diritto alla frequenza scolastica degli studenti figli di personale sanitario”.
“In quanto Coordinamento Regionale OPI – prosegue il comunicato degli ordini degli infermieri lombardi – intendiamo esprimere il pieno disappunto rispetto al contenuto sostanziale della comunicazione, che annulla, di fatto, la possibilità di prevedere la frequenza scolastica in presenza per gli studenti figli del personale sanitario operativo sul fronte Covid e pronto a offrire prestazioni indispensabili a garanzia dei bisogni dei cittadini”.
“In sostanza, le nostre infermiere e i nostri infermieri devono continuare a prestare servizio in aiuto della popolazione, in una situazione di urgenza senza precedenti storici, non avendo la possibilità di contare sul supporto didattico, relazionale e anche semplicemente organizzativo della scuola – continuano gli infermieri – Si tratta di una decisione criticabile per più motivi: il primo è che la popolazione infermieristica è prevalentemente femminile e, per cultura e per tradizione, le donne sonoancora prime e, purtroppo, a volte anche uniche referenti per l’educazione e l’accudimento dei figli. In altri termini, la chiusura delle scuole richiede un lavoro aggiuntivo di gestione dei bambini, organizzazione dei compiti e delle riunioni, pianificazione delle giornate che, sostanzialmente, ricade sulle donne. Ossia, nel caso specifico, sulle nostre infermiere già provate dalla pandemia”.
“Secondo, con il piano vaccinale in scricchiolante partenza, gli ospedali congestionati daipazienti Covid e la costante riorganizzazione dei servizi, gli infermieri sono e saranno figure chiave essenziali e indispensabili – potremmo addirittura dire, senza tema di smentita, “vitali” – per continuare a garantire un’adeguata assistenza e il prosieguo delle vaccinazioni”.
Amarissima la conclusione: “Se ne deduce direttamente che gli infermieri siano indispensabili e irrinunciabili sul campo, ora più che mai, ma per poterlo fare in sicurezza, con la quantomeno dovuta serenità residua, debbano poter beneficiare della garanzia di continuità concessa all’istituzione scolastica, non potendo lasciare i propri figli né ai nonni non vaccinati, né da soli se minorenni”.