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Infermieri comaschi, lettera di Cremonesi: “C’è un tempo per lavorare senza sosta. Ma dopo 10 anni di tagli si rifletta”

Il Coordinamento Regionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche della Lombardia nei giorni scorsi ha inviato alla Regione una lettera per sollecitare maggiore attenzione alle professioni sanitarie. Alla luce di questo documento il presidente delle Professioni Infermieristiche di Como, Dario Cremonesi, ha voluto condividere una riflessione che pubblichiamo integralmente.

Qui la lettera inviata nei giorni scorsi alla Regione da parte del Coordinamento Regionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche della Lombardia.

C’è un tempo per lavorare senza sosta per il bene comune e per la salute dei cittadini, ma c’è un tempo per riflettere su cosa serva per poterlo fare al meglio raggiungendo tutti. Non è più pensabile ipotizzare di sostenere il sistema sanitario nazionale e regionale senza un adeguato numero di risorse infermieristiche che si dispieghino in ogni setting di cura, dall’ospedale al domicilio dei pazienti.

La contrazione di investimenti degli ultimi dieci anni induce oggi una sofferenza di sistema che piega i professionisti, soggiogati da effetti diretti e indiretti di una pandemia che esula da ogni previsione, impattando con una portata imponente, in una seconda fase che sembra peggiore della prima. Ecco perché gli Ordini delle Professioni Infermieristiche delle Province Lombarde hanno ritenuto di interpellare direttamente i livelli interessati di Regione Lombardia.

Secondo il Decreto Rilancio sono otto gli infermieri di famiglia per ogni 50 mila abitanti, poco più di uno ogni 6 mila pazienti. Per quanto riguarda gli ospedali la letteratura scientifica indica come standard ottimale un infermiere per ogni sei assistiti per ridurre la mortalità e migliorare gli esiti delle cure in maniera sensibile.

Per la provincia di Como è prevista l’assunzione di 93 infermieri di famiglia. Il presidente Cremonesi conferma che dalla Asst Lariana stanno lavorando ad un progetto dedicato, chiamando infermieri da una graduatoria specifica per il territorio. Un primo segnale per poter offrire alla popolazione un adeguato rapporto infermiere paziente.

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