La sedazione cosciente, funziona. Lo dimostrano i dati diffusi oggi dall’Ospedale Sant’anna e relativi alla Pediatria, dove a due anni di distanza dall’introduzione nella pratica clinica basata sull’impiego del protossido di azoto, sono state eseguite 250 procedure.
“Abbiamo potuto avviare questa sperimentazione grazie ad una generosa donazione del Lions Club Monticello e Lions Como Host – ricorda il primario Angelo Selicorni – e siamo stati tra i primi in Lombardia ad utilizzare questa importante innovazione”.
La sedazione cosciente, spiega ancora Selicorni, “è una tecnica di sedazione ampiamente sperimentata grazie alla quale il bambino non avverte dolore nè ansia durante l’esecuzione delle procedure mediche quali, ad esempio, riduzioni di fratture, esecuzione di suture, iniezioni intramuscolari particolarmente dolorose, incannulazione di vaso venoso, prelievo ematico difficoltoso, cateterizzazione vescicale, medicazioni di ferite, rachicentesi (un tipo di puntura lombare eseguita per prelevare un campione di liquido cefalorachidiano, ndr)”.
Dunque, nel corso della procedura il bambino mantiene un normale stato di coscienza, respira autonomamente, parla, risponde ma non sente dolore, nè ha ricordo dell’evento e questo evita che il bambino sia traumatizzato o abbia un ricordo sgradevole della procedura cui è stato sottoposto.
“La sedazione – prosegue Selicorni – si ottiene facendo respirare al bambino una miscela di ossigeno e protossido di azoto attraverso un’apposita mascherina collegata all’erogatore della miscela gassosa. L’inalazione indurrà lo stato di sedazione che si evidenzierà entro 2-3 minuti dall’inizio della procedura e si interromperà qualche minuto dopo la sospensione della stessa. L’intera procedura viene seguita da un pediatra e da un’infermiera, debitamente formati, senza che sia necessaria la presenza di un anestesista”.
Come detto, le procedure di questo tipo tra Pronto Soccorso pediatri e reparato sono state 250.
“Tutte le procedure sono state ben tollerate dai bambini, che hanno mostrato una buona, direi, anzi ottima collaborazione. In nessun caso, inoltre, sono stati segnalati effetti collaterali di rilievo – conclude Selicorni, che ringrazia i Club Lions che hanno donato la strumentazione necessaria – L’esperienza sin qui vissuta ci soddisfa notevolmente in quanto conferma la possibilità di eseguire un numero elevato di procedure diagnostiche o terapeutiche senza che il bambino provi dolore, angoscia o abbia un ricordo negativo della sua esperienza. Il tutto associato anche ad una semplificazione dei percorsi e ad un risparmio di tempo e risorse per la stessa struttura ospedaliera”.