Le zone di confine come Varese e Como devono attendersi una nuova “caccia all’infermiere” da parte della Svizzera. A dirsi certo di questa prospettiva pesantissima per la sanità di frontiera è il presidente dell’Ordine degli infermieri di Varese, Aurelio Filippini, che l’ha affidata a una lunga intervista con Varesenews.
La premessa, peraltro, è già poco confortante, visto che alla domanda se le richieste di aiuto portate dell’Opi a tutti i tavoli possibili abbiano avuto una risposta, Filippini risponde “nessuna, questo è molto frustrante. Abbiamo bussato a tutte le porte, suggerito ipotesi per avviare un dialogo per rendere attrattiva questa professione, per incentivare gli infermieri a lavorare nel nostro paese. Non è mai arrivata una risposta e una proposta. E purtroppo temo che la situazione peggiorerà ancora”.
E poi ecco il grande spauracchio alle porte: “La Svizzera ha deciso di investire sulla figura dell’infermiere – sottolinea il presidente dell’Ordine degli infermieri di Varese – E quando dico “ha deciso di investire” sappiamo bene cosa significhi in termini di risorse. Stanno aprendo nuove strutture a guida infermieristica anche in Canton Ticino. Mi aspetto una nuova “campagna acquisti” nei prossimi mesi”.
Il tutto in un quadro dove gli infermieri, a Como come nelle altre province di confine con la Svizzera, sono ampiamente sotto l’organico ideale, con i Pronto Soccorso degli ospedali in eterna e irrisolta sofferenza. A questo punto, se la ‘profezia’ di Filippini si avvererà, destinata ad aggravarsi ulteriormente.
3 Commenti
È anche un discorso di considerazione e gratificazione professionale. Per buona parte dei nostri concittadini e valligiani, l’infermiere è quello che cambia pannoloni….
La lungimiranza di Regione Lombardia…… La fiducia cieca del Governatore nel suo addetto al welfare che sta gettando nel baratro la sanità lombarda. I presidenti delle Province di confine cosa dicono? Muti?? Ovvio che non sia attrattivo il lavoro di infermiere con la minaccia giornaliera di chiusure di reparti ospedalieri e il ridimensionamento degli ospedali di confine. Ci stanno portando a un punto di non ritorno….
Buongiorno Milena. Che non funzioni tutto bene è vero e anche che c’è molto da migliorare ma se il Canton Ticino offre 5000/6000 franchi al mese ad un infermiere qualificato e specializzato e in Italia (Lombardia) non arriva a percepire la metà, un professionista che abita in fascia di confine due conti se li fa…..e la scelta è praticamente obbligata! Se poi si aggiunge l’organizzazione elvetica a maggior ragione. Si puo’ e si deve migliorare ma non è così facile. Speriamo che qualcuno proponga una ricetta valida e sostenibile (vale anche per quelli che criticano e “sparano” sentenze a ogni piè sospinto). Signora, quest’ultimo capoverso non è riferito a lei che ha espresso la sua visione…Grazie.