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satira

4 marzo ’18: nasce Kombat Braga. Di lotta e non più di governo, Chiara mai così nera

Uno se la ricordava mite, sorridente, franceschianamente regnante nel segno di Dario con elitario posto in quota parte nel direttorio nazionale Pd. Cartoline 2013-2018 dal Pleistocene, ai più noto come Età del Renzianesimo.

Anni densi di successi e prime pagine, per Chiara Braga: da Bregnano al Parlamento, delega nazional-democratica ai temi ambientali, macchina da convegni sempre accesa, lotta dura alle Ecomafie alla guida della Commissione ad hoc, la geotermia come Verbo, lo Sblocca Italia incassato da relatrice, solo per citare qualche bio-gioia.

Anni di (nessuna) lotta e tantissimo governo, di toni solenni e modi pacati, di tailleur e potere, con il suggello dei delitti ambientali conficcati via legge nel codice penale. Roma caput Braga, insomma.

Sul territorio, invece, meno luci. Un partito ubriacato dai Gigli fiorentini e mai davvero dominato, un totem tondo e potentissimo – Gaffuri Luca, Pater Dem – difficile da scalzare quando conta davvero, alcune battaglie (il candidato sindaco per Como nel 2017, ad esempio) perse verso destra senza incidere granché.

Poi, il 4 marzo. L’Apocalisse. La calata transpadana della Lega, i cieli tricolori pieni di Cinque Stelle. A Como come sotto il Cupolone, un solo Matteo che sciacqua i panni in Adda. E un Pd, un sogno democratico e maggioritario, ridotto a macerie, correnti fredde e Martina dry.

Eppure, dev’esser stato proprio lì, esattamente in quel momento, al palesarsi dell’alba fredda e salviniana, che è sbocciata Kombat Chiara.

Troppo forte lo schiaffone chiamato voto, troppi sadici i cocci a terra chiamati governo, troppo potenti i pentaleghisti neopadroni. L’esercito del Mare ha svegliato la parte Oscura di Chiara. Quella che, prima, a memoria d’uomo, non s’era mai vista, né qui né a Roma, nascosta tra gas serra ed eyeliner.

E così, Braga salì sulle barricate.

E mise note stampa nei cannoni: contro Danilo Toninelli sul destino incerto e misterioso di Pedemontana (“Governo sordo e traditore delle promesse fatte ai cittadini“, ha dichiarato oggi in questa nota), contro Nicola Molteni sull’annuncio di più Carabinieri in Provincia (“Dovrebbe ringraziare l’ex ministro Minniti, arriveranno grazie a lui“), contro il ministro Costa per l’addio a Italiasicura, contro Salvini per la visita in Prefettura (“Qui lo Stato c’era prima di lui”), contro la giunta Landriscina (“Che voto dare? Non ammessa agli esami“), in piazza pro Mattarella dopo il vade-retro-Savona, fino al patto col Diavolo, il sacrilegio maximo: la parola due volte congiunta con l’ex demonio chiamato Alessio Butti, l’arcinemico che diviene Fratello per attaccare ora e sempre su pedaggio e lotto fantasma in Tangenziale.

Eh già, la Tangenziale. Andiamo a comandare!, direbbe Rovazzi e forse sogna Braga. Si vedrà, tra 5 anni.

Per ora, di sicuro, c’è che mai s’era vista una Chiara così nera.

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