Come noto, causa pandemia, da tempo ormai il consiglio comunale di Como si svolge interamente online, con pesantissime sessioni di Zoom, molto utilizzate anche per curare problemi di insonnia, cattiva digestione e incubi notturni (in quest’ultimo caso, per favorirli).
I collegamenti domestici di sindaco, assessori e consiglieri svelano momenti onirici, per restare in tema.
Ne abbiamo scelta una selezione, escludendo (salvo qualche eccezione, come vedremo) coloro che come sfondo hanno scelto l’istituzionale immagine della sala consiliare e poi, giocoforza, coloro che sicuramente ci saranno sfuggiti.
Tra le eccezioni succitate, spicca la presidente del consiglio Anna Veronelli. Sempre elegantissima (ma nessuno può sapere se sotto gli abiti charmant non alberghino in realtà tuta e ciabattone), talvolta ha qualche problema di artefatti. Tipo nella foto qui sotto, dove appare in formato ectoplasmatico, direttamente dalla casa degli Addams, spettro formato solo da casco biondo e braccia sospese nel nulla.
Il formato spettrale, però, non è prerogativa soltanto di Veronelli. L’assessore Alessandra Bonduri e la consigliera forzista Elena Canova, ad esempio, non di rado si manifestano come piccole Babayaga in bianco e nero, a metà strada tra piccole stregonerie della politica e telefilm poliziottesco anni ’70.
Ancora più minacciosa la consigliera Pd Patrizia Lissi, qui colta in emblematico sbadiglio a testimoniare la verve dei dibattiti, ma soprattutto illuminata da una luce verde-Hulk che ne anticipa le tipiche e colleriche intemerate contro le destre.
Ampio è lo spaccato dei tranquilli salotti borghesi della politica comasca.
Quello di Davide Gervasoni (Forza Italia) lascia solo un piccolo mistero sull’altezza ciclopica delle porte di casa.
Un po’ come la mastodontica libreria su 4 piani con ascensore che incombe minacciosissima alle spalle di Fulvio Anzaldo (Rapinese Sindaco): a ogni collegamento corre un brivido.
Tutt’altra scelta per il capogruppo dell’Anzaldo, Alessandro Rapinese, immerso in un primo bacino da fiaba dove tenere al fresco le polemiche di serata.
Bomberissimo, invece, il deputato e consigliere leghista Claudio Borghi: con grande nonchalance, alle sue spalle, un capolavoro dell’Astrattismo comasco dal presumibile titolo “Celodurismo metafisico”.
Si ripiomba invece in un covo brigatista – o in una sezione Pci di Leningrado – con il capogruppo Pd Stefano Fanetti.
Sempre meglio, comunque, del box condominiale al buio dove è confinato da mesi il collega Guarisco.
Molto più chic l’interpretazione delle tenebre del Fratello d’Italia, Sergio De Santis, immerso in un’atmosfera da mimo francese estremamente elegante.
Per quanto riguarda l’esponente di Civitas, Guido Rovi, il dubbio resta sempre su quale sia davvero il viso intero. Per ora, in questa sorta di strip tease consiliare, il vedo-non-vedo ha concesso solo la fronte.
Poteva, invece, l’ex candidato sindaco, imprenditore e uomo dei sogni Maurizio Traglio non calarsi in un’atmosfera da “2001 Odissea nel Cernezzi”? Marziano vero, che a fine seduta fluttua nello schermo e torna a Venusia su Millennium Falcon privato.
Infine, i due top player.
Tony Tufano (FdI), collegato dal Salone delle feste dell’Ariston, parla con aria mistica a un misterioso obiettivo tre metri sopra il cielo.
Ma the winner is…no, non il consigliere Giampero Ajani (Lega). Ma il gatto sul banco che scotta, visibilmente annoiato prima dell’ennesima votazione per alzata di zampa.