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Il cambiamento climatico si studia sulle montagne di Gravedona, gli scienziati: “Insetti alieni e fioriture premature”

Come si possono studiare gli effetti dei cambiamenti climatici? C’è chi osserva il livello dei mari, le temperature, la qualità dell’aria e lo scioglimento dei ghiacciai. Marco Bonelli, entomologo, dal 2016 sale invece sui monti lariani e, ad alta quota studia l’interazione tra le piante e gli insetti. Il lavoro di Bonelli, frutto di una collaborazione internazionale tra scienziati italiani del Dipartimento di Bioscienze dell’Università degli Studi di Milano, scienziati serbi (Università di Belgrado facoltà di Biologia, Accademia serba delle Scienza, Facoltà di Scienze di Nis) e l’Ufficio Ricerca del Muse di Trento, è stato pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Redia (l’articolo si può consultare a questo link).

Il lavoro di ricerca è stato svolto principalmente in Alto Lario, sulla Cima di Cugn, sopra Passo San Jorio nel Comune di Gravedona ed Uniti.

“Si tratta di un contributo alla conoscenza della biodiversità dei fragili ecosistemi delle Alpi – spiega Bonelli a ComoZero – nello studio si è infatti indagata in ambiente alpino la presenza di Imenotteri Braconidi, insetti parassitoidi che hanno un importante ruolo nell’equilibrio degli ecosistemi essendo coinvolti in complesse interazioni biologiche con altri organismi. Per la prima volta è stata osservata sulle Alpi la specie aliena (ossia non nativa del territorio) Lysiphlebus testaceipes” insetto che con la sua forma ricorda una vespa vasaio.

“Inoltre, sono state rinvenute quattro specie che non erano precedentemente segnalate in Italia. Lo studio dimostra come anche sulle nostre Alpi siano molti gli elementi ancora sconosciuti e la cui comprensione è fondamentale per la conservazione degli ambienti naturali”. Gli insetti studiati sono legati ai fiori di una specie di pianta presente solo sulle montagne della Lombardia e del Ticino, una sorta di cardo, che nelle foto si vede completamente coperto di afidi.

Nel gruppo di scienziato è presente anche una botanica.

“Si parla molto del cambiamento climatico e dei suoi effetti, ma per capire le mutazioni servono soprattutto i dati e in questo campo non esistono – spiega il 34enne Bonelli, nato a Lecco – Oggi in quota ci sono piante che fioriscono appena si scioglie la neve in primavera, mentre cento anni fa le fioriture avvenivano a luglio e agosto. Per l’attività di ricerca allestiamo un campo a circa duemila metri di altitudine. E’ significativo aver trovato anche insetti alieni per la prima volta in Italia a queste altitudini e sulle Alpi. Si deve valutarne l’invasività e la competizione con altri insetti” conclude Bonelli.

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