Il ricorso vincente al Tar del comitato di genitori “A Scuola” con cui, nella sostanza, viene sospesa l’ordinanza di Regione Lombardia con cui si chiudevano le scuole superiori almeno fino al 24 gennaio prossimo potrebbe riportare di botto in classe il 50% degli studenti a partire da lunedì mattina.
Una buona notizia, se legata strettamente alle tantissime richieste di poter riprendere almeno in parte una vita scolastica normale; sull’altro fronte, uno scenario tutto da organizzare in poche ore (non solo in classe, ma ad esempio anche sul fronte dei trasporti).
Ad ogni modo, sia i prefetti lombardi sia i Provveditorati agli studi regionale e provinciali si sono già messi in moto – sulla scia degli accordi presi tra fine 2020 e primi giorni del nuovo anno – per riavviare la macchina tra ingressi differenziati, organizzazione dei trasporti e sistemi di sicurezza anticontagio all’interno degli istituti.
Tutto questo, però, con una gigantesca variabile pendente: ossia il colore della fascia in cui oggi stesso saranno collocate tutte le regioni italiane in base all’andamento della pandemia. Dalla cabina di monitoraggio dell’Iss sono infatti attesi i dati su cui si delineeranno le nuove zone – con relative restrizioni – che entreranno in vigore a partire da domenica 17 gennaio con una nuova ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza.
La Lombardia, in questi giorni, per ammissione dello stesso Attilio Fontana, ha oscillato tra arancione (dove si trova ora) e rossa, quella che prevede le restrizioni più severe. Oggi arriverà la “sentenza”, con i dati dei monitoraggi più aggiornati.
Covid, Fontana: “In Lombardia peggiorati tutti i parametri. Zona rossa vicina”
Nel caso in cui la Lombardia rimanesse in fascia arancione, il ritorno sui banchi sarebbe con ogni probabilità realtà a partire da lunedì (sempre al 50%); in caso di scivolamento della regione in zona rossa, invece, il tema svanirebbe automaticamente: niente riapertura delle scuole e istruzione affidata ancora alla Dad al 100%.