Mentre a Como infuria letteralmente il dibattito, dopo l’anticipazione di ComoZero che ben quattro importanti scuole hanno aderito all’appello di migliaia di presidi per riprendere la scuola con la Dad, dal prossimo 10 gennaio, il governo Draghi sembra del tutto intenzionato a tirare diritto. E dunque a confermare in pieno il ritorno sui banchi in presenza per tutti.
“Il governo ha scelto di tutelare il più possibile la scuola come presidio fondamentale della nostra comunità – ha dichiarato il ministro della Salute, Roberto Speranza, intervistato dal Tg1 – L’indirizzo è e resta: scuola in presenza in sicurezza. Non vogliamo che siano i più piccoli a pagare il prezzo di questa fase epidemica”.
L’esperto di big data Davide Tosi: “La scuola un detonatore di contagi. Meglio rinviare l’apertura”
Quanto all’obbligo vaccinale per gli over 50, Speranza ha affermato che “è stata una scelta forte e giusta, che ha l’obiettivo fondamentale di ridurre l’area dei non vaccinati nel nostro Paese”.
L’esperto di big data Davide Tosi: “La scuola un detonatore di contagi. Meglio rinviare l’apertura”
“L’area dei non vaccinati nel nostro Paese – ha spiegato il ministro – è già ampiamente minoritaria, stiamo parlando di qualcosa che è poco sopra il 10% degli italiani sopra i 12 anni che non si sono vaccinati. Eppure questo 10% produce l’occupazione di 2/3 di posti letto in terapia intensiva e della metà dei posti letto in area medica”.
L’esperto di big data Davide Tosi: “La scuola un detonatore di contagi. Meglio rinviare l’apertura”
“Ridurre l’area dei non vaccinati è davvero fondamentale, ci può consentire di alleggerire la pressione sugli ospedali, di salvare tantissime vite umane, e anche di concedere al nostro paese di continuare a crescere e ripartire”.
Infine il ritorno allo smart working: “Nelle ultime ore è stata approvata una circolare importante dal ministro Brunetta e dal ministro Orlando sul lavoro agile, il lavoro a distanza. E’ fondamentale che questa circolare venga adottata velocemente dal più alto numero di aziende private e anche da enti pubblici perché, il lavoro a distanza può aiutarci molto a spezzare la catena del contagio”.
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E ci mancherebbe!