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Arriva “Mano di donna”, il nuovo romanzo del Maestrone Guin: “Senza il lago? Non scriverei”

Se te lo raccontasse mentre gira la polenta sulla stufa economica del suo Rudere, in quella che fu una cava di pietra e oggi è il meraviglioso Writer’s Nest in riva al lago a Faggeto Lario, sarebbe facile.

Buoni tutti a parlare di lago o meglio, a far parlare il lago, con le onde che fanno ondeggiare la barca a un passo dal tavolo da pranzo e il pescatore che passa e saluta da lontano con la mano, ché qui il Maestro lo conoscono tutti.

Invece, Giuseppe Guin è capace di evocarne le atmosfere anche parlandone in pieno centro città, in uno dei rari momenti in cui non è nel suo rifugio dove lui, che nella sua vita precedente è stato giornalista, ora trascorre le giornate intervistando il lago e raccogliendone le confidenze e i racconti.

Un amore, quello tra Guin e il lago, raccontato in sette romanzi (se escludiamo la parentesi autobiografica de “I jeans sotto la tonaca”) e in una serie di ritratti che da qualche settimana leggete qui, su ComoZero (e che in primavera verranno raccolti in un unico volume) che ha dato vita a un nuovo romanzo, edito da Dominioni, in uscita il 14 novembre, “Mano di donna. Delitto d’amore sul Lago di Como”.Un lago che non è quello patinato delle star in vacanza o delle gite della domenica, ma è un lago vero, vissuto fuori dal chiasso di chi passa, scatta una foto e se ne va, un racconto ambientato, come tutti i romanzi precedenti, negli anni Cinquanta, che intreccia fantasia a personaggi reali e racconti che solo chi vive qui e sa osservare, e si è conquistato la fiducia dei laghée, riesce a cogliere.

“I miei romanzi nascono frequentando le bettole del paese, incontrando la gente del posto e ascoltando racconti e storie del passato – spiega Guin – se non andassi sul lago il più spesso possibile, i miei romanzi non nascerebbero. Qui ci sono beghine a non finire, e cacciatori, bracconieri, boscaioli, artigiani, personaggi e aneddoti a cui mi ispiro per scrivere”.

E così ecco che la storia di due giovanissimi innamorati si intreccia con quella del Bandito, “un bracconiere del lago con tre passioni: la caccia, la pesca e le donne”, ispirato a un personaggio reale, che nel romanzo viene misteriosamente ucciso da un colpo di roncola. E poi le sue amanti, vere o presunte, il parroco, il pellicciaio e le pettegole del paese che ne sanno più del maresciallo, ognuna con il proprio soprannome – la Lina del Murnée, la Ines del Rutamàt o la maestra Bice, la Catìva – che ne tratteggia la storia familiare o il carattere, come solo nei paesi ancora succede.Lago, amori, pettegolezzi e un delitto da risolvere: gli ingredienti perfetti per tenere incollati i lettori fino all’ultima delle quasi 300 pagine di questo romanzo se non fosse per il suo stesso autore che sembra voler rovinare la suspense: “È un romanzo anomalo perché già dai primi capitoli il lettore scopre chi è l’autore del delitto”.

Grazie, arrivederci e libro abbandonato sul comodino. E invece no, perché il Maestro, con un’abilità da consumato scrittore qual è, ha studiato tutto a tavolino: “I protagonisti però non sanno fino alla fine chi è l’assassino del Bandito e il lettore assiste alle loro congetture fino al colpo di scena finale che sorprenderà tutti, anche chi legge”. Suspense salva, anzi raddoppiata.

Quindi appuntamento il 14 novembre in libreria o, meglio ancora, alla presentazione del romanzo al Teatro Sociale di Como.

Sul palco, oltre a Giuseppe Guin, anche Davide Van De Sfroos (“Che non canterà, ma racconterà con me un po’ di ‘balle’ di lago”, commenta ridendo Guin), Laura Negretti che leggerà alcuni brani e la giornalista Giulia Cazzaniga che condurrà la serata, a ingresso libero.

Mano di donna
Giovedì 14 novembre 2019
Ore 18.30
Teatro Sociale di Como
Ingresso libero
Nei giorni successivi il libro verrà presentato anche a Olgiate Comasco (19 novembre), Cernobbio (22 novembre) e Tavernerio (6 dicembre).

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