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Solidarietà e Sociale

Sociolario? Socio-bau! L’idea geniale: i ragazzi disabili si occupano di cani in cerca di casa

Che gli animali siano di grande aiuto ai ragazzi disabili, e non solo, è cosa nota. Dal cucciolo di casa alla più classica pet-therapy, il potere di un cane scodinzolante, di un gatto che fa le fusa, di un coniglietto da accudire (e chi più ne ha più ne metta) è straordinario. Ma cosa succederebbe se, per una volta, fossero questi ragazzi a essere d’aiuto a dei cuccioli sfortunati?


Artefice di questa sorta di “pet-therapy al contrario” è la Cooperativa Sociolario, realtà tutta comasca che da più di trent’anni si occupa di inclusione sociale e benessere delle persone disabili, e a raccontarlo – con la splendida semplicità di chi fa cose grandi senza neanche rendersene conto – è il suo presidente, Giorgio Allara: “L’idea nasce da un laboratorio, Socio Bau!, tenuto l’anno scorso da Simone, un educatore cinofilo che, con il suo cane, ha mostrato ai ragazzi come comunicare con un animale. Un modo per insegnare loro in maniera semplice alcune competenze utili per entrare in relazione anche con le persone”.


L’esperimento, naturalmente, è piaciuto moltissimo ai ragazzi ma ha anche dato i frutti sperati e così la Cooperativa ha deciso di fare un passo in più e di ribaltare la prospettiva: “Per la prima volta abbiamo visto i nostri ragazzi in una posizione nuova: erano loro a guidare il cane e non più a essere guidati – racconta – così, oltre a riproporre il laboratorio di pet-therapy, abbiamo pensato di trasformare a loro volta i nostri ragazzi in educatori cinofili”.


Ed ecco nascere il progetto “Socio Bau. 2 – Squadra Educativa Speciale”: ma dove trovare un canile disponibile a mettersi in gioco? “Dopo una ricerca un po’ faticosa, abbiamo conosciuto i responsabili del rifugio Amici Per Un Pelo di Olgiate Comasco (una struttura che si occupa di ospitare cagnoline gravide segnalate da volontari e associazioni preoccupandosi di trovare una casa a loro e ai loro cuccioli Ndr) che sono stati felici di darci questa possibilità”.

E così una volta alla settimana, guidati dall’educatore cinofilo che li ha seguiti nella prima parte del progetto, un primo gruppo di sette ragazzi porta a passeggio i cani e si impegnano a fornire loro un’educazione di base che potrà servire per facilitarne l’adozione.


Felici i cani, felici i ragazzi, ma non finisce qui: “Oltre ai benefici più immediati sull’autostima e l’autonomia dei ragazzi, che si sentono responsabilizzati e utili, ci stiamo impegnando anche a promuovere l’adozione dei cuccioli educati da loro – spiega Allara – durante le uscite all’allevamento, alcuni dei nostri utenti scattano fotografie o girano brevi video di ciascun cane con lo scopo di preparare una cartella per ogni cucciolo educato dalla Squadra, che poi pubblichiamo sui nostri canali social. Un sistema che sembra funzionare visto che un cucciolo, appena pubblicato, è già stato adottato. E poi in primavera vogliamo organizzare anche due giornate aperte, una presso la sede della Cooperativa e una presso il Rifugio, per far conoscere il lavoro di questi ragazzi”.

“Migliorare l’autostima per rafforzare i percorsi di autonomia degli utenti coinvolti e permettere di avere un ruolo attivo riconoscibile e riconosciuto dalla società per i nostri utenti promotori dell’adozione, in un’ottica di inclusione sociale”, sono le parole che si possono leggere nei documenti che descrivono il progetto. Tradotto, un piccolo miracolo di sorrisi, code che si muovono, ragazzi che, forse per la prima volta, insegnano invece che imparare e aiutano invece che essere aiutati e si sentono per quello che, al di là di qualsiasi difficoltà, sono davvero: bravi, utili e importanti.

L’articolo che avete appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem.

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