Il Como e Como hanno il loro idolo indiscusso, di diritto nella hall of fame della storia lariana. Quell’idolo – che in realtà tra i biancoblu è tale già da anni – è Alessandro Gabrielloni, 30 anni compiuti il 10 luglio, al Como dal gennaio del ’18. Un’epoca dura e lontanissima, eppure ancora viva nei cuori e nei ricordi: si navigava tra i campi spelacchiati dell’inferno pallonaro chiamato Serie D. E GabriGol già c’era. Pronto a iniziare la cavalcata trionfale che l’avrebbe portato, puntualissimo, all’appuntamento speciale con la gloria del football, fissato nell’extra time di un Como-Roma di dicembre che profuma già di storia.
Con il Como, Gabrielloni conquista la Serie C con i 12 gol della stagione 2018-19. Due anni dopo, sempre nel segno della dozzina di reti bucate, ecco un altro balzo modellato dalle sue prodezze: dalla C si passa alla B. Infine, nella calda primavera ’24, altre 9 reti regalano il sogno chiamato Serie A ai lariani, dopo ben 21 anni di assenza. In mezzo, scatti, corse, sudore, sacrifici, un lavoro maniacale ogni santo giorno d’allenamento. Per godersi poi ogni singolo minuto sul campo, anche quando sono solo scampoli finali: inutili per molti ma non per lui, che spesso li rende momenti d’oro per se stesso e per la squadra. In mezzo – sempre – passione, grinta, un’impeccabile professionalità e mai una parola fuori posto. Facile capire perché la curva straveda – da anni, non certo da ieri sera – per quel ‘piccolo diavolo’ in biancoblu che ha marchiato pagine indelebili del club.
Mancava solo la ciliegina, la firma sull’appuntamento col Destino – con la D maiuscola – nato dai campi sperduti e semivuoti con la stessa iniziale, ma meno nobile.
Novantatreesimo minuto di un Como-Roma ostico e dannato, dove i lariani, pur meritando, sembrano condannati all’ennesima vittoria sfumata. Ma a sovvertire il fato avverso arriva il sacro fuoco di GabriGol, che, quando tutto sembra perduto, allunga la punta del piede sul cross veloce di Patrick Cutrone, fa rotolare la palla in rete e manda il Sinigaglia in paradiso. Poi, in questa notte baciata dagli dei del rettangolo verde, completa la magia di una notte irripetibile con un’altra perla: assist finale per il raddoppio di Nico Paz, il predestinato a vent’anni. Due a zero, Roma affossata, Como Capitale e Gabrielloni nella storia dopo aver marchiato 4 categorie diverse con le sue saette nervose in fondo al sacco, per sempre dipinte di bianco e di blu.
“Qualche anno fa non avrei mai immaginato di essere qui – ha poi commentato nel post partita GabriGol – Merito della società e di tutta la gente presente oggi. Ho dato il mio contributo, e per me è un motivo di orgoglio. Quest’anno aspettavo questo momento. Sapevo che sarebbe arrivato, perché lavoro tanto, veramente tanto. Era solo questione di saper aspettare. Sono felice che sia successo stasera, in una partita così importante, dopo due mesi in cui non vincevamo. Per la squadra questo risultato ha un significato particolare”. Per lui, probabilmente, anche un sapore particolare. Quello che lasciano le pagine migliori dell’eterno romanzo calcistico, soprattutto se nel segno del Como. Nel segno di Como.