RADIO COMOZERO

Ascolta la radio
con un click!

Attualità, Turismo

Case vacanza a Como, i super ricchi restano e la fascia media vacilla: “Non basta più la casa di nonna. Costi alti e pochi servizi”

Dopo anni di corsa inarrestabile, anche sul Lago di Como il settore delle case vacanza inizia a fare i conti con una nuova fase. Un mercato cresciuto forse troppo in fretta, che ora deve affrontare la concorrenza interna, una domanda sempre più esigente, con una città che, a detta di molti, non è ancora strutturata per sostenere davvero il turismo internazionale che la travolge.

Per fare il punto abbiamo parlato con Simone Majeli, fondatore di Rent All Como e con Xavier Folini co-fondatore di House of Travelers: due dei più grandi e attivi gestori di affitti brevi del territorio.

Numeri positivi, ma la pressione si sente

“I numeri per noi restano buoni – racconta Majeli – a giugno abbiamo registrato un incremento dell’11% rispetto allo stesso periodo del 2024. Ma attenzione: il turismo non è come una fabbrica. È un settore vulnerabile, ogni anno cambia. E chi non sa adattarsi resta indietro”.

Folini ha confermato: “Sì, siamo ancora sopra l’80% di occupazione media. Ma è un dato da leggere con attenzione. Le prenotazioni arrivano all’ultimo minuto, e spesso per una sola notte o due al massimo. Non è più il turismo da vacanza lunga. È un continuo rincorrere il pieno giorno per giorno”.

Xavier Folini (a sinistra) con il socio Mattia Venturati

In parallelo, si registra una flessione della tariffa media giornaliera (Adr), causata da una crescente concorrenza. “Nel 2023 avevamo toccato il picco – ha spiegato Folini – ma ora, con l’esplosione dell’offerta, c’è chi ha tagliato i prezzi per restare competitivo. Noi cerchiamo di resistere, ma il trend è quello”.

I super-ricchi restano, la fascia media vacilla

Il turismo top continua a reggere, con una domanda costante per ville di lusso e servizi esclusivi, “ma parliamo di una nicchia, che si appoggia a strutture come Villa d’Este. Tutto il resto soffre un po’ di più”, ha raccontato Folini.

Soffre, in particolare, la fascia media americana, un tempo fondamentale per Como. “La clientela Usa è sempre la prima in classifica – ha confermato Majeli – seguita da Regno Unito e Svizzera. Ma il dollaro debole, l’incertezza geopolitica, e un’inflazione persistente stanno frenando il turismo intercontinentale meno abbiente. E questo si vede”.

Il turista oggi vuole esperienza. E Como non è pronta

Su un punto entrambi gli operatori concordano: il turista oggi vuole vivere “l’esperienza Lago di Como”, e non solo dormire in un appartamento con vista.

“Ma qui mancano i servizi – ha denunciato Folini – i battelli sono strapieni, i taxi introvabili, spesso capita che dobbiamo essere noi ad accompagnare i clienti in stazione, per non parlare delle strade impraticabili. È impossibile, per esempio, fare un giro a Menaggio senza impazzire. I costi delle esperienze sono altissimi: un giro in barca qui costa più che andare a Capri o alle Eolie. Chi viaggia oggi è più attento in cosa spende, per esempio abbiamo notato che ultimamente i nostri ospiti usano di più la cucina, questo significa che non sono più disposti ad andare nei ristoranti in città“.

Ma il nodo principale è uno: “Como non è gestita come una città turistica. Ha avuto fortuna, ma ora deve decidere se essere la città della seta o del turismo. Serve un piano, investimenti reali. Il rischio è che tutto si sgonfi”.

Olimpiadi? Non saranno una svolta per il lago

Nessuna illusione nemmeno sulle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026, da cui qualcuno si aspettava ricadute anche sul Lario. “Non ci sono segnali in questo senso – ha affermato Majeli – Forse qualche passaggio da Milano a Bormio, ma Como è fuori dai giochi. Noi non stiamo puntando su quel periodo, i nostri software non rilevano alcun aumento di domanda”.

Crescita e saturazione: il ruolo della qualità

Il mercato degli affitti brevi è saturo? Dipende. “Se la domanda resta stabile, l’offerta rischia di eccedere – ha spiegato Majeli – Ma la domanda globale di viaggi crescerà nei prossimi cinque anni: da 1,8 miliardi a 2,5 miliardi di persone in movimento nel mondo. E questo lo sanno bene gli investitori: sul Lago di Como stanno per aprire mille nuove camere di hotel a 5 stelle”.

La vera discriminante sarà la qualità. “Le strutture vecchie, poco curate, non reggono più – ha sottolineato – Il turista oggi si aspetta un letto comodo, servizi impeccabili, arredi all’altezza. Non basta più affittare ‘la casa della nonna’”.

La sicurezza: un problema troppo spesso ignorato

Oltre ai servizi turistici, Folini lancia un allarme importante: la sicurezza urbana. “Purtroppo a Como la situazione è peggiorata – ha raccontato – Abbiamo gestito episodi spiacevoli: turisti derubati alle 10 di mattina, persone moleste e vetrate sfondate. Non è più una città tranquilla. I carabinieri spesso non riescono nemmeno a intervenire in tempo. E questo incide sulla percezione che i turisti hanno della città”.

Affitti brevi nel mirino? Il problema è la legge

C’è poi la questione sociale più spinosa: la crisi degli affitti. In molti accusano le case vacanza di aver sottratto alloggi ai residenti. Ma per gli operatori è una lettura semplicistica.

“Il vero problema – ha spiegato Majeli – è che il 24% dei contratti 4+4 va in default. Nessuno è tutelato. I proprietari scelgono gli affitti brevi per proteggere il proprio capitale, non per guadagnare di più. E finché la legge resterà quella del 1978, nulla cambierà”.

Anche Folini ha confermato: “Con un affitto breve incassi prima, hai garanzie, e puoi reagire subito in caso di problemi. Con un affitto lungo, rischi di rimanere bloccato per anni. Se davvero si vuole aiutare il mercato, servono riforme legislative, non attacchi ideologici a chi lavora”.

Como a un bivio

Quello che emerge dalle voci di Folini e Majeli è il ritratto di una città che deve decidere cosa vuole diventare. “Como ha avuto fortuna – ha concluso Folini – Ma la fortuna non basta più. Servono servizi, visione, sicurezza, trasporti. Como deve decidere se essere la città della seta o la città del turismo. Oppure rischiamo di scoppiare come una bolla”.

“Il turismo crescerà – ha aggiunto Majeli – ma non per tutti. Solo chi investe nella qualità dell’esperienza potrà reggere. Il resto sarà inevitabilmente spazzato via”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Potrebbe interessarti:

Videolab
Turismo