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Attualità, Turismo

Lago di Como, albergatori contro Booking.com dopo la clamorosa sentenza europea: “Perché ci battiamo”

Dopo anni di quelle che denunciano essere ingiustizie, per gli albergatori del Lago di Como è giunto il momento di passare dalle parole ai fatti (avevamo anticipato alcune ragioni qui).

La sentenza storica della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del 19 settembre 2024 ha confermato l’illegalità delle clausole di parità tariffaria imposte da Booking.com poiché violano il diritto europeo della concorrenza, aprendo così la strada a un’azione legale collettiva senza precedenti.

Secondo il diritto europeo, tutti gli hotel con sede in Europa possono chiedere un risarcimento a Booking.com per i danni subiti. I danni includono sia le perdite economiche dirette come ad esempio le commissioni troppo alte, sia i guadagni mancati, come le vendite perse attraverso i canali diretti.

Secondo analisi economiche presentate da Booking.com stessa in cause precedenti, se queste clausole non fossero mai esistite, le commissioni sarebbero potute scendere sotto il 5%. In realtà, per anni gli hotel hanno pagato commissioni molto più alte. È quindi ragionevole stimare, secondo Federalberghi, che gli hotel siano stati sovraccaricati di almeno il 30%. Questo è l’importo che, in media, gli hotel europei possono ora cercare di recuperarepiù gli interessi legali.

Quindi la situazione è questa: gli hotel in tutta Europa hanno subito danni economici significativi a causa di queste pratiche definite scorrette, hanno pagato commissioni gonfiate e sono stati penalizzati nella vendita diretta. Per questo, Hotrecla confederazione europea dell’ospitalità, insieme a Federalberghi e alle associazioni alberghiere di tutta Europa, sostiene un’iniziativa collettiva per chiedere un risarcimento completo a Booking.com per tutti gli hotel colpiti da queste pratiche illegali.

A farsi portavoce della mobilitazione a livello locale, è Luca Leoni, presidente degli Albergatori di Confcommercio Como e vice presidente di Federalberghi Lombardia. Lo abbiamo intervistato per capire cosa sta accadendo e perché gli albergatori dovrebbero unirsi alla causa.

Che cosa è successo esattamente? Perché c’è una causa legale contro Booking.com da parte degli albergatori?
In pratica, la piattaforma obbligava gli hotel a non offrire prezzi più bassi su altri siti o sul proprio sito ufficiale. Questo ha limitato la concorrenza tra le altre piattaforme di prenotazione, facendo aumentare le commissioni che gli hotel dovevano pagare a Booking.com e limitando la loro libertà commerciale. Il risultato? Gli alberghi hanno pagato più del dovuto per anni e hanno subito danni economici importanti di migliaia di euro. È per questo che si è deciso di avviare una class action.

Luca Leoni

Come funziona questa class action e chi la sta portando avanti?
Federalberghi, attraverso una società specializzata, ha deciso di collaborare con questa azione collettiva. Gli albergatori non devono sostenere costi, partecipare è gratuito e non ci sono rischi ma, nel caso si vinca la causa, verrà trattenuta solo una percentuale del risarcimento ottenuto, come avviene spesso anche negli Stati Uniti. Secondo le regole europee, ora gli hotel hanno il diritto di chiedere un risarcimento. Si stima che si possa recuperare almeno il 30% delle commissioni pagate a Booking.com negli ultimi vent’anni, più gli interessi. Possono partecipare tutti gli hotel italiani, di qualsiasi dimensione, iscritti alla piattaforma nel periodo tra il 2004 e il 2024. Basta registrarsi online sul sito www.mybookingclaim.com entro il 31 luglio 2025.

L’articolo comparso in prima battuta su ComoZero periodico

Lei ha già aderito?
Sì, ho già inviato tutta la documentazione necessaria per i miei due alberghi. Insieme ad altri colleghi stiamo seguendo l’evolversi della situazione. Molti albergatori mi hanno scritto per chiedere informazioni su come partecipare. L’interesse sta crescendo è un processo graduale, ma l’attenzione è alta. Di certo, se verrà riconosciuto il danno subito negli anni, parliamo di cifre significative.

Ha un’idea di quanti soldi potrebbero ritornare agli albergatori?
Non ho un numero preciso, ma si parla potenzialmente di decine di migliaia di euro per ciascuna struttura. A livello nazionale, i danni complessivi ammonterebbero a milioni. Per esempio, un singolo albergo potrebbe recuperare anche 30 o 40 mila euro.

Al di là del risarcimento economico, secondo lei questa iniziativa può portare anche a un cambiamento delle regole del gioco nel mercato delle prenotazioni online?
È difficile. Booking.com ha dato visibilità a tante strutture che altrimenti sarebbero rimaste sconosciute, ma questo non significa che possa fare ciò che vuole. Le regole valgono per tutti, anche per loro. In passato si è provato a lanciare piattaforme alternative, anche con il supporto di Federalberghi, ma nessuna ha avuto davvero successo. Booking.com è ormai troppo potente per essere superato. L’obiettivo ora è almeno arrivare a un rapporto più equo tra la piattaforma e gli albergatori.

Varenna

L’azione legale collettiva contro Booking.com rappresenta un passo concreto per rimediare a una situazione di squilibrio che, per anni, ha penalizzato migliaia di strutture ricettive in tutta Europa. È il momento di unirsi, far valere la propria voce e riconquistare dignità e giustizia in un settore che merita regole chiare e corrette per tutti, dicono gli albergatori. “Spero davvero – conclude Leoni – che tanti colleghi decidano di partecipare. È un’occasione importante per far valere i nostri diritti e, finalmente, ristabilire un po’ di equilibrio in un mercato che finora ci ha visto troppo spesso in posizione di svantaggio”.

QUI UN PDF CON GLI ARGOMENTI DEGLI ALBERGATORI EUROPEI

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