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Pandemia, caro bollette, guerra. Il turismo comasco ce la farà? Sì con americani, australiani e neozelandesi. Parola agli albergatori

La pandemia, le alluvioni della scorsa estate e ora anche la guerra, il caro bollette e carburanti. E’ del tutto evidente come anche il turismo lariano debba, da oltre due anni, fare i conti con crisi che si susseguono, parliamo di un settore che dà lavoro a migliaia di comaschi. L’inizio della nuova stagione è imminente e, dopo il grande ottimismo dei mesi scorsi, l’entusiasmo degli albergatori sembra essere stato frenato dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Ora, dopo due anni in cui il mondo è decisamente cambiato, come si saranno preparati e adattati gli hotel del nostro lago? E quali sono le loro principali preoccupazioni? Per dare le risposte abbiamo chiesto direttamente ai protagonisti del settore.

Un tema che sicuramente dà un po’ di sollievo agli alberghi comaschi è il ritorno degli americani: “Li stiamo già ospitando in queste settimane – spiega Jean Cristophe Dufour, direttore dell’Hotel Villa Belvedere di Argegno – Mi auguro che la guerra non degeneri ulteriormente, perché loro sono molto sensibili a queste tematiche, come abbiamo già visto in passato, infatti seguono assiduamente ciò che gli consiglia il loro governo”.

Ma nonostante tutte le problematiche, come la chiusura della Statale Regina (fino al 29 marzo) per il cantiere della Variante della Tremezzina, molte strutture non si sono lasciate demoralizzare dalla situazione, come il Grand Hotel Victoria di Menaggio: “Noi abbiamo già aperto il 4 marzo e sta andando molto bene – spiega Ludovica Rocchi, brand ambassador di R Collection Hotels, gruppo che gestisce la struttura – Nonostante la strada, gli afflussi ci sono stati, sia di svizzeri che di italiani. Abbiamo appositamente realizzato una mappa interattiva per raggiungerci. Fortunatamente da quest’anno torneranno anche gli americani, gli australiani e i neozelandesi, un tipo di clientela fondamentale per noi”. Sicuramente negli ultimi due anni il mondo degli alberghi è decisamente cambiato: “A parte la questione delle norme sanitarie, questo lavoro è diverso da prima – racconta – Il cliente è molto più attento, fa molte più richieste. Abbiamo assunto figure che si occupano a 360 gradi dei nostri ospiti, il cui compito è quello di soddisfare le loro esigenze per tutta la durata del soggiorno”.

Emerge poi inevitabilmente la questione del conflitto ucraino, come ci racconta Luca Leoni, presidente degli albergatori comaschi, nonché proprietario di alcune strutture: “Qualche cancellazione è arrivata, probabilmente alcune a causa anche della guerra, bisognerà vedere come proseguirà il trend nei prossimi giorni – sottolinea – Abbiamo notato anche un rallentamento nelle prenotazioni. I turisti russi ricoprono una percentuale tale da non danneggiare troppo le mie strutture, circa del 2-3%. Solitamente sono una clientela che predilige i grandi alberghi a 5 stelle oppure le ville. Va però ammesso che sono coloro che spendono di più. So già con certezza che ci sono dei matrimoni di russi che sono saltati in zona e questo ha provocato dei danni non da poco. Parliamo di 50 stanze con tanto di cene costose. Di sicuro può diventare un danno notevole per il territorio, però ci sono altre zone in Italia dove i russi ricoprono percentuali più alte degli afflussi turistici”.

Insomma, nonostante l’inizio della stagione sia molto vicino e la buona volontà degli albergatori non manchi, le incognite da affrontare per il turismo lariano sono ancora molte.

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