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I pescatori: “Una specie estinta, altre crollate. Il pesce sta sparendo dal Lago di Como, ecco perché”

Il Lago di Como a un punto di non ritorno dal punto di vista ittico, il nuovo allarme giunge dai Pescatori di Como Alpha per voce del presidente Luca Arcobello, dopo la recente pubblicazione del bilancio del pescato 2023 e l’analisi rispetto al decennio precedente. Numeri e percentuali, che come spiega Arcobello “non sono più solo dei campanelli d’allarme, ma un allarme ‘atomico’. Siamo davvero messi male”.

Il presidente prende poi in considerazione le percentuali del 2023 rispetto all’anno precedente (2022) e a dieci anni prima, ovvero il “favoloso” 2013, l’anno forse più pescoso del terzo millennio: “Nel 2023 si è verificata una discesa del 25% sull’anno prima – spiega Arcobello – e del 55% sul 2013. L’unico anno peggiore del 2023 è stato 2020, ma è l’anno della pandemia e non si possono fare paragoni. Più interessante analizzare la distribuzione del pescato del 2023 rispetto al 2013. L’anno scorso abbiamo avuto come agoni al 31%, il persico al 25%, il coregone solo al 20%, mentre quest’ultimo per decenni è stato il pesce più pescato Lago di Como. Sono invece in fortissima crescita i nuovi predatori, le specie alloctone come il lucioperca al 7% e il siluro al 6%, seguite dal pigo con il 3,5%, la bottatrice al 2% il cavedano, la tinca e la trota all’1 il luccio 0.3% e il salmerino 0.2%”.

Coregone e salmerino hanno pagato i predatori e anche il divieto di semina dal 2020 al 2022. “Il crollo del coregone riguarda sia il bondella sia il lavarello. Speriamo semina ripresa quest’anno per il lavarello” dice ancora il presidente dell’associazione Pescatori di Como Alpha.

Per quanto riguarda le quantità, dal 2023 al 2013 il coregone ha registrato un -85%, il salmerino -97% “possiamo dire che è in pratica estinto, il crollo coinvolge anche la bottatrice -59%, il cavedano -56%, la tinca -31% e il luccio -40%”. Tengono invece l’agone -7% e il persico -10% e anche la trota -12%. Le specie aliene invece proliferano anche tra il pescato, con il siluro passato da 1 a 6 tonnellate e il lucioperca da 0 a 7 tonnellate. In crescita pure il Gardon e la brema. “Ma anche del pigo si sono perse ormai le tracce del ceppo originale” dice Arcobello.

“Come associazione cerchiamo di tenere i fari puntati sulla situazione del Lario – dice ancora il presidente – I fattori che concorrono al suo cambiamento sono molteplici, parliamo di un ecosistema complicatissimo. Il cambiamento climatico ha conseguenze sul salmerino e il lavarello in tutti i laghi, come l’aumento degli uccelli predatori quali cormorani e smerghi. Poi, ci sono fattori incontrovertibili. Se pensiamo al Lago di Como negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso era più pescoso di oggi, ma l’acqua era anche molto più sporca. Oggi, per fortuna, ci sono i depuratori, che ovviamente incidono anche sulla formazione del plancton e delle alghe. Il coregone, sembra un paradosso, ma non ama l’acqua limpida”.

I Pescatori Alpha si battono anche per la tradizione in cucina e nella ristorazione tipica. “C’è chi inizia a proporre siluro e lucioperca nei ristoranti. Quest’ultimo costa già più del persico, ma i piatti tipici del Lago di Como sono altri” conclude Arcobello.

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